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7.0/10
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"Solanin" è la conseguenza dell'ultima scelta che non lascia scampo, è il rumore di un sogno infranto, è la coscienza che ti invita a danzare il valzer dei sensi di colpa, è un frammento di vita reale in bianco e nero, è la delicata ferocia della vita d'ogni giorno, è la piccola ferita su cui getti del sale e brucia da morire, è il limite oltre il quale capisci che non ti resta altro che vivere.
La vicenda scorre precisa, concedendosi appena qualche digressione e qualche disallineamento, intervallata da strisce di pura materia riflessiva. I protagonisti rappresentano un nitido spaccato della società: c'è il sognatore, c'è l'eterna indecisa, c'è l'instabile, c'è l'inaffidabile, c'è il saggio. E dubito che si sia trattato di una scelta casuale perché il valore di ogni personaggio, sovente irritante e fastidioso, sembra volutamente studiato per darci la possibilità di immedesimarci perfettamente nella vicenda in cui ognuno ci riversa quello che vuole o quello che può finendo con amare od odiare senza mezze misure l'opera. Il potere di immedesimazione della vicenda è, a mio avviso, la sua croce e la sua delizia, suggerendo riflessioni terrificanti sul senso della vita e correndo il rischio di evocare ricordi che sarebbe meglio non ricordare.
Di certo è una lettura troppo personale per essere scelta, scartata, suggerita o sconsigliata a priori; preferisco piuttosto invitarvi a prendere i due volumetti e lasciarli lì un po' di tempo a decantare sulla libreria in attesa del momento giusto per fruirne con immediatezza e libertà, senza vincoli morali.
"Solanin" è una cartolina da Tokyo.