Recensione
La giornata inizia, e per quanto tu possa avere dei programmi, non sai mai precisamente come proseguirà. Non sai per certezza cosa ti porterà il caso. Ognuno di noi vive la giornata come viene, e alla fine di essa, fa i conti con ciò che è avvenuto. La routine può esser sconvolta e quella che sembra essere una giornata come un'altra, può portare con sé molte più cose di quanto ci immaginassimo. E alla sera siamo travolti dalla vita. Ci fermiamo, per un attimo o molto di più, a pensare. Ci sentiamo addosso la giornata, i cambiamenti, gli incontri, la stasi. La percepiamo più che mai, e per quanto ci siano i rimorsi o i desideri, ormai il tempo è passato. Solo la nuova giornata può portare qualcosa, o niente. Una giornata che inizia - secondo Inio Asano - è uguale per tutti. La definisce "democratica". Infatti, è tutta da vivere, è ancora da sperimentare. Nessuno sa cosa avverrà, e tutti hanno le medesime possibilità di provare a svilupparla in maniera diversa o uguale dalla precedente. L'alba è una tabula rasa.
'La fine del mondo e Prima dell'alba' di Inio Asano. Un volume dalle dimensioni considerevoli, come il tomo di un romanzo, con tanto di sovraccoperta. E' un pezzo da collezione le cui spesse pagine profumano di libro. C'è quell'odore di carta vecchia e consunta, dall'aspetto ruvido e il colore sporco, che sembra richiamare l'immagine di una biblioteca polverosa. Sfoglio il volume iniziando a leggere e... forse sono dinanzi ad una copia fallata? Ma no, è solo la firma della casa editrice. Una pessima stampa delle prime quattro pagine -che nella versione originale si prospetta a colori- su di cui sembra ci sia sputato dell'inchiostro nero qui e la. Va be, proseguo cercando di non farci caso e, infatti, il resto delle pagine mi soddisfa non poco. Mi trovo dinanzi ad un'opera unica nel suo genere. L'impatto è forte, probabilmente non piacevole per qual si voglia lettore. Le storie presentano degli squarci di vita di svariati personaggi, molto diversi fra loro. Questi squarci, di primo acchito, non sembrano voler dire nulla se non mostrarci esistenze tra le più disparate. Ti lasciano una strana sensazione e non sai bene come definirle e come trarne un significato. Una cosa è certa, per quanto in alcune delle storie vi siano ambientazioni quotidiane, queste non sono mai semplici e spensierate. Come non è semplice riflettere su determinate tavole, in cui vi è mostrato il lato grottesco dell'umanità, triste e singolare. Asano scrive una post-fazione e un commento per il volume. La sua penna è anche più affascinante di ciò che disegna. E' modesto, controverso, ironico, ha carisma. Descrivendo una sua giornata, lascia trapelare quanto di suo ci sia in ciò che narra attraverso la sua professione. Si mescola al comune lettore e ci lascia intendere che lui non vuol dare una formula esatta alle vicende che narra. Può invece, suggerirci una chiave di lettura emblematica, tutta da interpretare e da considerare secondo l'unicità dell'ottica di ciascun lettore.
Sono passati dieci anni dagli esordi del sensei Asano, ed egli scrive nostalgico di come si è trovato a comporre ognuna delle vicende auto conclusive. Non ci spiega nel profondo, ma accenna con simpatia a qualche dettaglio. Proprio come i suoi racconti, nel momento in cui ti avvicini ad essi e senti di raggiungerli per davvero, loro si allontano. E poi rieccoli. Ritroviamo ancora i medesimi personaggi, e stavolta dobbiamo inseguirli in ben altre circostanze e in ben altri contesti. Sembra affezionarsi ad alcuni di loro -dal costrutto psicologico complesso, dalle storie più articolate- e li ripropone in svariate versioni, nei loro sviluppi più intensi, concatenando una serie di eventi determinati dall'incontro casuale fra alcune delle figure di questo teatro. Asano si immerge nelle condizioni umane, si immedesima senza alcuna poesia, ma con realismo e schiettezza, senza giri di parole o peli sulla lingua. Senza che i protagonisti trovino necessariamente le risposte giuste, perché infondo, le risposte che cercavamo, ci stavano proprio sotto al naso... o le domande erano sbagliate? La condizione passata emerge nel mentre che propendiamo incerti verso il futuro. Ma è il presente che va vissuto. Ed è il presente che reca una qualche sorta di significato che sta a noi esaltare. Tra gli alti e bassi delle storie qui narrate, tal volume unico si distingue per il suo valore rappresentativo, che non sempre riesce a cogliere propriamente nel segno, ma lascia sensazioni sicuramente ben poco comuni.
'La fine del mondo e Prima dell'alba' di Inio Asano. Un volume dalle dimensioni considerevoli, come il tomo di un romanzo, con tanto di sovraccoperta. E' un pezzo da collezione le cui spesse pagine profumano di libro. C'è quell'odore di carta vecchia e consunta, dall'aspetto ruvido e il colore sporco, che sembra richiamare l'immagine di una biblioteca polverosa. Sfoglio il volume iniziando a leggere e... forse sono dinanzi ad una copia fallata? Ma no, è solo la firma della casa editrice. Una pessima stampa delle prime quattro pagine -che nella versione originale si prospetta a colori- su di cui sembra ci sia sputato dell'inchiostro nero qui e la. Va be, proseguo cercando di non farci caso e, infatti, il resto delle pagine mi soddisfa non poco. Mi trovo dinanzi ad un'opera unica nel suo genere. L'impatto è forte, probabilmente non piacevole per qual si voglia lettore. Le storie presentano degli squarci di vita di svariati personaggi, molto diversi fra loro. Questi squarci, di primo acchito, non sembrano voler dire nulla se non mostrarci esistenze tra le più disparate. Ti lasciano una strana sensazione e non sai bene come definirle e come trarne un significato. Una cosa è certa, per quanto in alcune delle storie vi siano ambientazioni quotidiane, queste non sono mai semplici e spensierate. Come non è semplice riflettere su determinate tavole, in cui vi è mostrato il lato grottesco dell'umanità, triste e singolare. Asano scrive una post-fazione e un commento per il volume. La sua penna è anche più affascinante di ciò che disegna. E' modesto, controverso, ironico, ha carisma. Descrivendo una sua giornata, lascia trapelare quanto di suo ci sia in ciò che narra attraverso la sua professione. Si mescola al comune lettore e ci lascia intendere che lui non vuol dare una formula esatta alle vicende che narra. Può invece, suggerirci una chiave di lettura emblematica, tutta da interpretare e da considerare secondo l'unicità dell'ottica di ciascun lettore.
Sono passati dieci anni dagli esordi del sensei Asano, ed egli scrive nostalgico di come si è trovato a comporre ognuna delle vicende auto conclusive. Non ci spiega nel profondo, ma accenna con simpatia a qualche dettaglio. Proprio come i suoi racconti, nel momento in cui ti avvicini ad essi e senti di raggiungerli per davvero, loro si allontano. E poi rieccoli. Ritroviamo ancora i medesimi personaggi, e stavolta dobbiamo inseguirli in ben altre circostanze e in ben altri contesti. Sembra affezionarsi ad alcuni di loro -dal costrutto psicologico complesso, dalle storie più articolate- e li ripropone in svariate versioni, nei loro sviluppi più intensi, concatenando una serie di eventi determinati dall'incontro casuale fra alcune delle figure di questo teatro. Asano si immerge nelle condizioni umane, si immedesima senza alcuna poesia, ma con realismo e schiettezza, senza giri di parole o peli sulla lingua. Senza che i protagonisti trovino necessariamente le risposte giuste, perché infondo, le risposte che cercavamo, ci stavano proprio sotto al naso... o le domande erano sbagliate? La condizione passata emerge nel mentre che propendiamo incerti verso il futuro. Ma è il presente che va vissuto. Ed è il presente che reca una qualche sorta di significato che sta a noi esaltare. Tra gli alti e bassi delle storie qui narrate, tal volume unico si distingue per il suo valore rappresentativo, che non sempre riesce a cogliere propriamente nel segno, ma lascia sensazioni sicuramente ben poco comuni.