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8.0/10
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Pluto è un manga del 2003 composto da 8 volumi e ispirato al celebre Astro Boy.
La storia è inizialmente piuttosto semplice : qualcuno o qualcosa sta cercando di uccidere i sette robot più forti del mondo.
Da qui inizia a crearsi un velo di misteri riguardo a Pluto (colui che commette questi efferati crimini), che verranno svelati molto lentamente creando un senso di suspense crescente in ogni volume.
Se da un lato abbiamo l'enorme mistero creato attorno a questa figura non si può dire che lo svolgimento della trama sia altrettanto coinvolgente. Fin da subito si intuisce cosa succederà ai personaggi in quanto l'attenzione del mangaka è posta più sulla loro caratterizzazione emotiva, dando uno spessore notevole ai vari robot, che sono tali solamente in quanto macchine ma sentimentalmente sono molto umani.

Si perderebbe troppo tempo addentrandosi a descrivere i vari robot e il motivo per cui è tanto facile affezionarcisi.
Ottimamente realizzata è anche la società in cui è ambientato il manga, che riprende molti degli avvenimenti reali declinandoli in chiave robotica (il razzismo, giusto per citarne uno, anche se paragonare il KKK al fantomatico KR del manga è quantomeno azzardato visto che i robot per quanto umani sono pur sempre frutto dell'ingegno del loro inventore e non di madre natura).

Le tematiche riguardanti la distinzione umani e robot sono una delle parti migliori del manga; frequenti sono le disquisizioni filosofiche su ciò che ci distingue.
Dal punto di vista prettamente tecnico non ci sono date molte spiegazioni, si sa solamente che questi robot sono talmente avanzati da provare emozioni; impossibile però non sentirsi spaesati nel vederli accudire i propri "figli", situazione quasi al limite del ridicolo. Lo stesso discorso vale per i bambini robot che, in quanto loro non invecchiano e non crescono (almeno fisicamente parlando) non hanno ragione di esistere. Perlomeno i robot, in quanto macchine, dovrebbero essere creati per svolgere determinati compiti e non per fare una famiglia. Altri esempi un po' ridicoli sono il character design di certi di loro, si passa da quelli ultrarealistici a macchine che sembrano uscite da un film anni '60.

Senza voler spoilerare c'è un esempio lampante di ciò nelle prime pagine in cui vediamo una "donna di casa" robot perdere il marito e una scena che sembra presa da un classico film drammatico con il poliziotto che spiega la morte del marito declinata in versione robotica che è risultata abbastanza ridicola ai miei occhi.

Mi sono volutamente concentrando su questi aspetti in quanto è impossibile analizzare la trama senza spoilerare almeno qualcosa quindi posso solo ribadire che, nonostante la sua semplicità riesca a catturare fino all'ultima pagina salvo avere una leggera caduta sul finale, un po' frettoloso.
Il manga presenta dei disegni veramente belli, specie per il dettaglio impresso alla ricostruzione delle città futuristiche.

Come si è ben potuto capire dalla mia recensione non amo particolarmente l'umanizzazione dei robot che fa sorgere in me la classica domanda :" ma se i robot sono nate come macchine, al servizio degli umani... necessitano davvero di una IA tale che li renda praticamente uguali a noi? Come si può distinguere un umano da un robot in questo modo?". Il manga risponde a tutto ciò con la classica morale della convivenza, una spiegazione che non trovo convincente in quanto creare robot praticamente umani non è molto diverso dal "giocare a fare Dio". Insomma, tematiche che non amo particolarmente, trattate in un modo che amo ancor di meno ma nonostante ciò il manga resta un prodotto validissimo che oscilla tra un 8 e un 9 e che non deluderà sicuramente le attese del lettore.