Recensione
Priest
10.0/10
Vi è un'idea nella mente di ogni autore, un pensiero fisso capace di portare le persone a percorrere vie alquanto rischiose, che in pochi hanno il coraggio e le capacità di portare avanti: creare un'opera d'arte. Indubbiamente il giovane Hyung Min-Woo, timido quanto talentuoso autore coreano, a pensieri del genere neanche ci passava vicino, eppure a tale traguardo in qualche modo c'è arrivato. Nel 2002, attraverso Daiwon, pubblica la sua prima, e a tutt'ora migliore, opera: "Priest".
Ambientato in un Far West cupo e violento, Hyung Min-Woo utilizza la tecnica del viaggio della memoria per raccontare le drammatiche vicende di Ivan Isaak, giovane prete che suo malgrado si ritrova coinvolto in una guerra secolare fra bene e male. Figlio adottivo di un latifondista, il giovane Ivan si ritrova subito a dover fare i conti con una realtà diversa da quella da lui vissuta in precedenza, a iniziare dal rapporto di gelosia/amore che la sorellastra Jenna nutre nei suoi confronti. Con il passare degli anni il legame fra i due giovani si intensifica fino a diventare amore, ma la volontà del patriarca prevale costringendo il giovane Ivan ad intraprendere la via del sacerdozio onde evitare un'incestuosa relazione tra fratellastri. Gli anni passano, Mr. Isaak muore e Ivan torna a casa dopo anni di lontananza, trovando la sola Jenna ad occuparsi delle proprietà di famiglia. Ivan pero' non è tornato per puro piacere personale, ma per studiare un antico manufatto ritrovato nelle vicinanze della sua vecchia dimora: la Domus Forata. Il monolitico manufatto altro non è che una tomba in cui sono segregrati gli spiriti del demone Temosare e del suo carceriere, l'inquisitore Vessiel Gavar. Ignorando il contenuto della Domus Forata, Ivan riesce nel tentativo di scioglierne il sigillo liberando così l'anima di Temosare, ma a caro prezzo: il sangue e la vita di Jenna. Risvegliato, Temosare fra strage dei presenti e
dopo una serrata quanto breve battaglia, Ivan si ritrova moribondo ed impotente dinanzi agli eventi da lui stesso scatenati. In suo aiuto interviene Vessiel, il cui spirito viene liberato assieme a Temosare, che in cambio del proprio potere reclama il controllo sul corpo Ivan. Temosare fugge soccorso da altri demoni suoi discepoli profetizzando un nuovo incontro fra lui, Vessiel ed il giovane Ivan. Resosi conto del fatto di essere diventato a tutti gli effetti un non-morto, Ivan decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di Temosare e dei suoi discepoli affinchè la morte di Jenna sia vendicata.
In questo scenario apocalittico Hyung Min-Woo disegna un affresco di personaggi dal passato drammatico, soffermandosi in particolar modo sui monolighi interiori e le considerazioni sul significato della fede, dell'aldidà e dell'esistenza stessa di Dio. Fra i personaggi più riusciti troviamo indubbiamente Ivan, protagonista straziante la cui umanità è legata ad un fragile filo che gli impedisce di cadere nella più totale dannazione, seguito a ruota dall'antagonista per eccellenza Temosare, novello Lucifero desideroso di sfidare Dio umiliando la sua creazione preferita, l'uomo. Altrettanto ben caratterizzati sono i personaggi secondari che, ognuno a modo suo, ha varie storie da raccontare (Netraphim l'agnello sacrificale, Archmode il caduto che vuole riavere la grazia divina, Jamad l'ambasciatore del signore oscuro e Vessiel l'inquisitore che ha votato la propria vita alla distruzione del male diventando egli stesso parte di esso) tutte incastonate in un affresco cupo, pessimista, decadente, in cui il senso di oppressione e di impotenza è costante dinanzi ai piani oscuri di chi tesse le tele del destino umano. Ed è proprio questo senso di impotenza ad avvincere in "Priest", quel qualcosa in più capace di far sì che il lettore empatizzi con i personaggi e non desideri altro che vedere il proseguio della storia, speranzoso che i loro destini possano essere cambiati in un modo o nell'altro. Molto curato è anche il tratto (inizialmente pulito e limpido poi impulsivo, irruento e talvolta grezzo), capace di trasmettere al lettore i tormenti dei protagonisti fin nel minimo dettaglio.
Attualmente il manwha è sospeso e Hyung Min-Woo non sembra intenzionato a voler proseguire "Priest" per un bel po' di tempo. Le ragioni di tale scelta sono ancora ignote e probabilmente l'opera non vedrà mai il giusto epilogo. Non ci resta che godere fino all'ultima pagina pubblicata ad oggi questo capolavoro, croce e delizia di chi in un manwha cerca qualcosa di più profondo di un disegno accurato o di una storia piena d'azione.
Ambientato in un Far West cupo e violento, Hyung Min-Woo utilizza la tecnica del viaggio della memoria per raccontare le drammatiche vicende di Ivan Isaak, giovane prete che suo malgrado si ritrova coinvolto in una guerra secolare fra bene e male. Figlio adottivo di un latifondista, il giovane Ivan si ritrova subito a dover fare i conti con una realtà diversa da quella da lui vissuta in precedenza, a iniziare dal rapporto di gelosia/amore che la sorellastra Jenna nutre nei suoi confronti. Con il passare degli anni il legame fra i due giovani si intensifica fino a diventare amore, ma la volontà del patriarca prevale costringendo il giovane Ivan ad intraprendere la via del sacerdozio onde evitare un'incestuosa relazione tra fratellastri. Gli anni passano, Mr. Isaak muore e Ivan torna a casa dopo anni di lontananza, trovando la sola Jenna ad occuparsi delle proprietà di famiglia. Ivan pero' non è tornato per puro piacere personale, ma per studiare un antico manufatto ritrovato nelle vicinanze della sua vecchia dimora: la Domus Forata. Il monolitico manufatto altro non è che una tomba in cui sono segregrati gli spiriti del demone Temosare e del suo carceriere, l'inquisitore Vessiel Gavar. Ignorando il contenuto della Domus Forata, Ivan riesce nel tentativo di scioglierne il sigillo liberando così l'anima di Temosare, ma a caro prezzo: il sangue e la vita di Jenna. Risvegliato, Temosare fra strage dei presenti e
dopo una serrata quanto breve battaglia, Ivan si ritrova moribondo ed impotente dinanzi agli eventi da lui stesso scatenati. In suo aiuto interviene Vessiel, il cui spirito viene liberato assieme a Temosare, che in cambio del proprio potere reclama il controllo sul corpo Ivan. Temosare fugge soccorso da altri demoni suoi discepoli profetizzando un nuovo incontro fra lui, Vessiel ed il giovane Ivan. Resosi conto del fatto di essere diventato a tutti gli effetti un non-morto, Ivan decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di Temosare e dei suoi discepoli affinchè la morte di Jenna sia vendicata.
In questo scenario apocalittico Hyung Min-Woo disegna un affresco di personaggi dal passato drammatico, soffermandosi in particolar modo sui monolighi interiori e le considerazioni sul significato della fede, dell'aldidà e dell'esistenza stessa di Dio. Fra i personaggi più riusciti troviamo indubbiamente Ivan, protagonista straziante la cui umanità è legata ad un fragile filo che gli impedisce di cadere nella più totale dannazione, seguito a ruota dall'antagonista per eccellenza Temosare, novello Lucifero desideroso di sfidare Dio umiliando la sua creazione preferita, l'uomo. Altrettanto ben caratterizzati sono i personaggi secondari che, ognuno a modo suo, ha varie storie da raccontare (Netraphim l'agnello sacrificale, Archmode il caduto che vuole riavere la grazia divina, Jamad l'ambasciatore del signore oscuro e Vessiel l'inquisitore che ha votato la propria vita alla distruzione del male diventando egli stesso parte di esso) tutte incastonate in un affresco cupo, pessimista, decadente, in cui il senso di oppressione e di impotenza è costante dinanzi ai piani oscuri di chi tesse le tele del destino umano. Ed è proprio questo senso di impotenza ad avvincere in "Priest", quel qualcosa in più capace di far sì che il lettore empatizzi con i personaggi e non desideri altro che vedere il proseguio della storia, speranzoso che i loro destini possano essere cambiati in un modo o nell'altro. Molto curato è anche il tratto (inizialmente pulito e limpido poi impulsivo, irruento e talvolta grezzo), capace di trasmettere al lettore i tormenti dei protagonisti fin nel minimo dettaglio.
Attualmente il manwha è sospeso e Hyung Min-Woo non sembra intenzionato a voler proseguire "Priest" per un bel po' di tempo. Le ragioni di tale scelta sono ancora ignote e probabilmente l'opera non vedrà mai il giusto epilogo. Non ci resta che godere fino all'ultima pagina pubblicata ad oggi questo capolavoro, croce e delizia di chi in un manwha cerca qualcosa di più profondo di un disegno accurato o di una storia piena d'azione.