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Il manga "SLH - Stray Love Hurts" di Aya Shouto (conosciuta dalle lettrici italiane con Kiss of Rose Princess) è un"reverse harem" - la risposta femminile agli harem manga per ragazzi - che unisce alcuni contesti di commedia sentimentale a sfumature fantasy per dare vita ad un prodotto il cui nome dovrebbe finire con "Hurts", e non "Hearts", visto il patimento che si soffre per completare la lettura. Ovviamente non si tratta di epatizzazione o sentimentalismi di sorta.

Nella notte del suo sedicesimo compleanno, Kozue vede un uomo dai capelli color platino entrare nel suo sogno e rubarle il cuore dal petto. Da quel momento la giovane si sente vuota, fredda e indifferente verso il mondo.
Sfruttando i pochi indizi a sua disposizione, la ragazza riesce a scoprire che il fascinoso ladro sembra provenire dal collegio Saint Nazareth, e sfrutterà il suo nuovo potere di entrare nei sogni delle persone nel Dormitorio "S": quello dove sono riuniti i "peggiori" elementi della scuola.
La trama, per come si presenta, sembra offrire una chiave di lettura romantica e ammaliante dove le più classiche metafore sentimentali prendono forma fisica (a chi non è mai capitato di "farsi rapire il cuore" da una persona?) e sono state affiancate ad una protagonista atipica per uno shoujo, che fa della sua freddezza la sua peculiarità.
Ben presto l'autrice riesce a prendere tutte queste qualità e le plasma in un batter d'occhio, usandole come scusa per rendere la storia banalissima e noiosa. Prima di tutto la protagonista avrà in prestito, da un uomo di cui ci si può sicuramente fidare - un misterioso figuro appena incontrato e che si veste in stile giapponese antico in un collegio facoltoso -, un cuore posticcio che, data la sua delicatezza, trasforma la ragazza in una bambolina ipersensibile in grado di passare dalla gioia al pianto in un battito di ciglia e per un nonnulla.
Come se una protagonista banale e ritrita non fosse abbastanza, l'autrice decide che nel dormitorio non c'è più posto e quindi la ragazza dovrà dormire a turni nelle stanze degli altri inquilini - tutti ragazzi, ovviamente, non che la scuola si preoccupi di comportamenti incresciosi e sconvenienti - dando così alla storia un'impostazione da sfilata di moda, dove la protagonista sbircia nei sogni dei diversi ragazzi, passandoli in rassegna e caratterizzandoli uno alla volta.
Purtroppo "caratterizzarli" è una parola fuori luogo, visto che i personaggi saranno tra le figure più banali e stereotipate che si possano chiedere, dal tenebroso e misterioso chitarrista gotico al ragazzo-cagnolino abbronzato, vivace e stupidotto. Non mancheranno piccole sfumature personali per una manciata di ragazzi, ma si tratta di casi rari.
In uno shoujo, tuttavia, è piuttosto preventivabile incappare in stereotipi e luoghi comuni, ma la vera e imperdonabile pecca è la narrazione altalenante che oscilla da situazioni noiose e verbose, a capitoli simpatici e leggeri che si leggono in "scoglievole" scorrevolezza - lo ammetto, un paio di capitoli comici nella fase centrale sono l'unico aspetto carino che ho trovato nell'opera e mi hanno strappato almeno un sorriso - mentre la storia si sviluppa a singhiozzo (o fasi alterne che dir si voglia) dando una discontinuità fastidiosa e pesante. Senza nulla togliere al finale dove l'autrice, ben conscia della prevedibilità ineluttabile del tutto, decide di dare qualche colpo di scena che crea paradossi, scusati con trovate banali e scrause.

Lo stile di disegno di Aya Shouto si allinea, senza lode ne infamia, allo stile degli shoujo moderni, sia nelle caratterizzazioni che nell'impostazione registica. Il suo maggior pregio trova posto nelle vivaci ed elaborate tavole ricche di dettagli e retini, ma è una qualità che serve a distrarre dai volti dei protagonisti: esclusa l'ipersensibile ragazza, i vari bellocci avranno ognuno un'espressione peculiare che raramente se ne andrà dal volto, dando così un'espressività quasi inesistente, come se dicessero "ho questo sguardo figo, chi me lo fa fare di cambiarlo?".

L'edizione della Panini Comics rientra nella fascia economica dell'editore, con qualche piccola sorpresa riguardo al formato dei volumetti, di poco più grandi rispetto allo standard, e qualche sgradita caduta nei primi volumetti, sulla rilegatura (le classiche pagine ondulate) e una stampa fin troppo cupa e pesante. Non che l'opera meriti una cura migliore, ma visto che comunque il prezzo è quello sarebbe stato meglio un lavoro fatto bene.

In poche parole "SLH - Stray Love Hurts" vuole essere una lettura leggera, dove i tanti bei ragazzi che affiancano la protagonista nella sua avventura allietino il cuore delle giovani lettrici, facendole rintanare nel loro mondo di fantasia dove potranno rivederli e ammirarli. Tuttavia la sua pochezza narrativa, la lettura pesante e lo sviluppo incoerente che propone, e soprattutto i suoi personaggi piatti e stereotipati dall'inespressività disarmante, trasformano la lettura in una noiosa fiera delle banalità in grado di allietare il pomeriggio delle più giovanissime lettrici. Ma anche no, volendo.