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Dead Frieda's Love Letter è la terza opera di Hina Sakurada con cui sono entrata in contatto. Premetto che le opere di questa mangaka necessitano di una riflessione prima di essere recensite, nella quale prendere coscienza di diversi punti: il disegno, la storia intesa come trama, la psicologia che la Sensei vuole mettere in luce e le tematiche trattate in ogni storia, perchè benché sia un volume unico il tomo contiene ben quattro racconti.

Andiamo con ordine.
Il disegno è pulito, ricercato al tempo stesso e ricco di particolari, soprattutto nella resa degli occhi e dei capelli: l'attenzione della mangaka per i visi, in particolar modo per la resa espressiva e realistica degli occhi è quasi maniacale. Nota dolente del suo disegno è l'eccessiva somiglianza dei suoi personaggi tra un'opera e l'altra; i protagonisti maschili sono molto simili, se non identici: palese è il caso di Tatewaki e dell'insegnante d'arte coprotagonista in Una Lama vestita di fiori.
Le storie raccolte in questo volume unico sono quattro, di cui due sono One-shot legati ad altre storie della Sensei e raccolte in due volumi differenti, mentre le restanti sono legate tra di loro per la presenza dei medesimi personaggi, che si alternano la parte dei protagonisti tra le due vicende. Una delle due storie occupa più di metà volume ed è a partire da esso che prende campo anche il secondo breve racconto che è sia un flashback su fatti del passato dei personaggi, sia una ricostruzione di alcuni avvenimenti della storia principale.Questo volume è molto diverso dai precedenti editi, perché la scelta della Sakurada è caduta su una trama totalmente diversa e dal finale inaspettato. Se in alcuni punti la storia può apparire anche troppo chiara, nel finale invece tutto viene quasi stravolto.
In questo manga vengono espresse tematiche quali la paura dell'abbandono che porta l'individuo a commettere gesti folli, l'amore non corrisposto, l'amore omosessuale descritto e trattato con delicatezza e velato da un forte sentimento d'amicizia, e poi c'è il rimorso, il senso di colpa e il rimpianto. La rosa dei temi e dei sentimenti che questi generano nei personaggi è ampia e ben approfondita, anche dal disegno stesso che, da questo punto di vista, è la carta vincente di quest'autrice.
Se la storia principale lascia amarezza e tristezza, le ultime due storie, che
come ho già detto sono legate ad altri due manga, potrebbero apparire un tentativo di tirar su di morale il lettore: sono due gag comiche, due scorci di vita dei protagonisti di Ragione e Sentimento e di Taro il perverso.
Mi sento di consigliare una lettura ponderata di questo volume, perché ad una prima superficiale lettura avrei sicuramente valutato l'opera negativamente, mentre col senno di poi, mi sento di consigliarla, specialmente a chi vuole leggere uno shoujo alternativo.
Ultimo appunto sulla pubblicazione italiana che ci offre la Panini, con un'edizione di lusso, con tanto di sovraccoperta, dai colori delicati dei fiori di ciliegio, sottile accenno alla storia stessa.