Recensione
Air Gear
7.0/10
Recensione di Kabutomaru
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Dopo il successo di "Inferno e Paradiso", Oh Great decide di creare in contemporanea ad esso un'altra serie da portare avanti dal nome "Air Gear", anche se pubblicata su una rivista shonen. Il manga consta di ben 37 volumi, tutti pubblicati in Italia da Planet Manga, al prezzo prima di 3.90 euro (con aumento negli ultimi volumi a 4.20 euro) in un'edizione da edicola come la maggior parte degli shonen che pubblica.
La storia parte da un incipit semplice: Ikki è il classico bullo e teppista da quattro soldi che è stato allevato dalle quattro sorelle Noyamano (Rikka la più grande, Ringo, Mike sue coetanee e Ume la più piccola). Purtroppo se sei bullo è facile che tu ti faccia dei nemici e la banda rivale di Ikki si rivolge a un team di storm riders chiamati "Skull Saders", affinchè effettuino una spedizione punitiva. Costoro, grazie anche a dei pattini autopropellenti detti "Air Treck" che consentono spettacolari acrobazie, pestano per bene il giovane Ikki. Quest'ultimo abbattuto troverà aiuto nelle sue sorelle, che anch'esse fanno parte di un team munito di Air Treck chiamato "Sleeping Forest", insieme alle quali sconfiggerà gli Skull Saders. Ikki da questo momento si innamora degli "Air Treck", iniziando il suo percorso di storm rider.
Chi è più attento avrà notato che l'incipit di quest'opera è il medesimo di "Infenro e Paradiso", raccontato in modo sempre tamarro e votato all'esagerazione. Rispetto alle precedente opera l'autore però è molto migliorato come narratore, infatti tutti gli elementi sono ben amalgamati tra loro e gli indizi che porteranno nei volumi 17-18 a un twist plot che ribalterà ogni cosa, sono disseminati qua e la nel corso dei capitoli, facendo intuire al lettore come Oh Great sino a quel momento avesse orchestrato il tutto alla perfezione, tenendo il tutto a mente sin dall'inizio. Le battaglie tra storm riders sono avvincenti e piene di tattica e strategia, senza "power up" insensati tipici di tanti battle shonen, durante gli scontri ogni storm rider farà emergere il suo stile, immettendo ogni sua motivazione e ideologia nella sua "corsa", che inesorabilmente avrà uno stile e un'approccio radicalmente diverso dall'altro sfidante, così che ogni battaglia abbia risvolti emotivi e stilistici totalmente diversi dalla precedente.
Purtroppo il problema di "Air Gear" è sempre l'autore, che dopo i volumi 17-18 navigherà a vista facendosi prendere dal suo estro visivo e grafico, contribuendo a far calare sempre di più l'opera sino a giungere ai volumi finali che sono un delirio dal punto di vista narrativo e strutturale, dove l'autore purtroppo deciderà di percorrere la stessa strada sbagliata di "Inferno e Paradiso" portando la storia sempre di più dal particolare all'universale, dimostrandosi incapace di riuscire a gestire situazioni di portata oramai mondiale (si parlerà di lobby industriali dietro gli air treck e addirittura Barack Obama scenderà in campo di persona!!!), contribuendo al crollo dell'opera.
Per quel che riguarda i personaggi, Ikki è il classico bulletto alla Soichiro Nagi, nel corso della storia maturerà sempre di più ma resterà sempre un personaggio impalpabile. Per trovare personaggi migliori bisogna vedere i personaggi secondari come Ringo Noyamano, dilaniata tra il suo amore per Ikki e i doveri verso il suo team, Simca, giovane ragazza per la quale Ikki stravede, ma che si troverà in una situazione analoga a quella di Ringo; da sottolineare Rikka, donna di oltre 20 anni che ha dovuto anteporre la sua vita e carriera per crescere le sue sorelle minori e Ikki, poi ci troviamo Sora, persona che ha pagato con la sedia a rotelle il suo desiderio di volare sempre più in alto con la sua ambizione di divenire "re del cielo" e così via tanti altri personaggi come Yoshitsune, Aeon Clock e Spit Fire.
I disegni di "Air Gear" inizialmente risultano buoni ma poco personali e a tratti grezzi nel rappresentare specialmente i personaggi. Nel prosieguo dell'opera mano a mano lo stile dell'autore migliorerà sempre di più, non toccando le vette di "Inferno e Paradiso" (che era un Seinen), ma dimostrandosi estremamente personale ed efficace nel rappresentare le varie battaglia in modo alquanto poetico dove i personaggi danno fondo alla loro "corsa". Il tratto si evolverà a tal punto che molti personaggi risulteranno molto cambiati rispetto all'inizio della storia (il caso più eclatante è quello di Simca). L'autore naturalmente si esalta nel raffigurare le belle ragazze con i loro seni prosperosi, belle gambe in vista e i loro sguardi ammiccanti, ma anche nel costruire gigantesche e impossibili architetture nei minimi particolari.
Se rispetto ad "Inferno e Paradiso" questa volta i disegni sono meno confusionari sulla tavola, Oh Great ha sempre il difetto di mettere sullo stesso piano il personaggio e la rappresentazione simbolica della strada da percorrere, non dando modo all'occhio del lettore di focalizzarsi su un punto preciso, costringendolo a perdersi nel mare dei particolari disegnati nel modo più minuzioso possibile.
Insomma, se cercate un battle shonen atipico e con venatura di originalità, un po' di introspezione psicologica e battaglie prive di power up insensati, "Air Gear" è l'opera che fa al caso vostro. Certo il problema delle opere di Oh Great è sempre l'estro di quest'ultimo che da un certo punto in poi tende a divenire sempre più predominante sino a far calare l'opera sia di ritmo e narrazione a livelli incomparabili con la prima parte e dandosi al fanservice spudorato, rovinando personaggi femminili che inizialmente avevano anche un'utilità ai fini narrativi (Il caso di Simca è il più eclatante).
Tali difetti però sono il prezzo da pagare per seguire questo folle, strambo ma visionario autore, che in un panorama shonen sempre più standardizzato sia nella storie che nello stile di disegno, tenta di creare con sperimentalismi vari una nuova strada, che pur con i suoi non pochi difetti è assolutamente necessaria da costruire per trovare nuovi sbocchi.
La storia parte da un incipit semplice: Ikki è il classico bullo e teppista da quattro soldi che è stato allevato dalle quattro sorelle Noyamano (Rikka la più grande, Ringo, Mike sue coetanee e Ume la più piccola). Purtroppo se sei bullo è facile che tu ti faccia dei nemici e la banda rivale di Ikki si rivolge a un team di storm riders chiamati "Skull Saders", affinchè effettuino una spedizione punitiva. Costoro, grazie anche a dei pattini autopropellenti detti "Air Treck" che consentono spettacolari acrobazie, pestano per bene il giovane Ikki. Quest'ultimo abbattuto troverà aiuto nelle sue sorelle, che anch'esse fanno parte di un team munito di Air Treck chiamato "Sleeping Forest", insieme alle quali sconfiggerà gli Skull Saders. Ikki da questo momento si innamora degli "Air Treck", iniziando il suo percorso di storm rider.
Chi è più attento avrà notato che l'incipit di quest'opera è il medesimo di "Infenro e Paradiso", raccontato in modo sempre tamarro e votato all'esagerazione. Rispetto alle precedente opera l'autore però è molto migliorato come narratore, infatti tutti gli elementi sono ben amalgamati tra loro e gli indizi che porteranno nei volumi 17-18 a un twist plot che ribalterà ogni cosa, sono disseminati qua e la nel corso dei capitoli, facendo intuire al lettore come Oh Great sino a quel momento avesse orchestrato il tutto alla perfezione, tenendo il tutto a mente sin dall'inizio. Le battaglie tra storm riders sono avvincenti e piene di tattica e strategia, senza "power up" insensati tipici di tanti battle shonen, durante gli scontri ogni storm rider farà emergere il suo stile, immettendo ogni sua motivazione e ideologia nella sua "corsa", che inesorabilmente avrà uno stile e un'approccio radicalmente diverso dall'altro sfidante, così che ogni battaglia abbia risvolti emotivi e stilistici totalmente diversi dalla precedente.
Purtroppo il problema di "Air Gear" è sempre l'autore, che dopo i volumi 17-18 navigherà a vista facendosi prendere dal suo estro visivo e grafico, contribuendo a far calare sempre di più l'opera sino a giungere ai volumi finali che sono un delirio dal punto di vista narrativo e strutturale, dove l'autore purtroppo deciderà di percorrere la stessa strada sbagliata di "Inferno e Paradiso" portando la storia sempre di più dal particolare all'universale, dimostrandosi incapace di riuscire a gestire situazioni di portata oramai mondiale (si parlerà di lobby industriali dietro gli air treck e addirittura Barack Obama scenderà in campo di persona!!!), contribuendo al crollo dell'opera.
Per quel che riguarda i personaggi, Ikki è il classico bulletto alla Soichiro Nagi, nel corso della storia maturerà sempre di più ma resterà sempre un personaggio impalpabile. Per trovare personaggi migliori bisogna vedere i personaggi secondari come Ringo Noyamano, dilaniata tra il suo amore per Ikki e i doveri verso il suo team, Simca, giovane ragazza per la quale Ikki stravede, ma che si troverà in una situazione analoga a quella di Ringo; da sottolineare Rikka, donna di oltre 20 anni che ha dovuto anteporre la sua vita e carriera per crescere le sue sorelle minori e Ikki, poi ci troviamo Sora, persona che ha pagato con la sedia a rotelle il suo desiderio di volare sempre più in alto con la sua ambizione di divenire "re del cielo" e così via tanti altri personaggi come Yoshitsune, Aeon Clock e Spit Fire.
I disegni di "Air Gear" inizialmente risultano buoni ma poco personali e a tratti grezzi nel rappresentare specialmente i personaggi. Nel prosieguo dell'opera mano a mano lo stile dell'autore migliorerà sempre di più, non toccando le vette di "Inferno e Paradiso" (che era un Seinen), ma dimostrandosi estremamente personale ed efficace nel rappresentare le varie battaglia in modo alquanto poetico dove i personaggi danno fondo alla loro "corsa". Il tratto si evolverà a tal punto che molti personaggi risulteranno molto cambiati rispetto all'inizio della storia (il caso più eclatante è quello di Simca). L'autore naturalmente si esalta nel raffigurare le belle ragazze con i loro seni prosperosi, belle gambe in vista e i loro sguardi ammiccanti, ma anche nel costruire gigantesche e impossibili architetture nei minimi particolari.
Se rispetto ad "Inferno e Paradiso" questa volta i disegni sono meno confusionari sulla tavola, Oh Great ha sempre il difetto di mettere sullo stesso piano il personaggio e la rappresentazione simbolica della strada da percorrere, non dando modo all'occhio del lettore di focalizzarsi su un punto preciso, costringendolo a perdersi nel mare dei particolari disegnati nel modo più minuzioso possibile.
Insomma, se cercate un battle shonen atipico e con venatura di originalità, un po' di introspezione psicologica e battaglie prive di power up insensati, "Air Gear" è l'opera che fa al caso vostro. Certo il problema delle opere di Oh Great è sempre l'estro di quest'ultimo che da un certo punto in poi tende a divenire sempre più predominante sino a far calare l'opera sia di ritmo e narrazione a livelli incomparabili con la prima parte e dandosi al fanservice spudorato, rovinando personaggi femminili che inizialmente avevano anche un'utilità ai fini narrativi (Il caso di Simca è il più eclatante).
Tali difetti però sono il prezzo da pagare per seguire questo folle, strambo ma visionario autore, che in un panorama shonen sempre più standardizzato sia nella storie che nello stile di disegno, tenta di creare con sperimentalismi vari una nuova strada, che pur con i suoi non pochi difetti è assolutamente necessaria da costruire per trovare nuovi sbocchi.