Recensione
20th Century Boys
9.0/10
Naoki Urasawa è uno degli autori che più stimo e di cui apprezzo praticamente ogni opera che ha scritto e disegnato. Tra tutte quante la mia preferita è 20th Century Boys, che è anche la prima ad essere arrivata in Italia e che ho avuto il piacere di leggere.
1969, un gruppo di bambini, costruitasi una propria "base segreta", giocano a salvare il mondo minacciato da una misteriosa organizzazione. A causa sua il mondo è colpito da immani catastrofi, ma saranno loro, "le forze del bene", a salvarlo. Questi ragazzini hanno anche descritto dettagliatamente il susseguirsi degli eventi in quello che han definito il "Libro delle profezie".
1997, Kenji, un ragazzo normale proprio come tanti di noi, nonché uno di quei ragazzini di allora, a causa della morte di uno dei suoi amici d'infanzia, viene a conoscenza di una misteriosa setta religiosa comandata da un uomo altrettanto misterioso e dal carisma eccezionale, che nasconde il suo volto e che si fa chiamare "l'Amico".
L'immagine che identifica la setta è lo stesso simbolo che avevano creato Kenji i suoi amici da piccoli per identificare il loro gruppo di eroi. Il protagonista inizia quindi a farsi delle domande su chi potrebbe essere questo "Amico". E se poi iniziano a verificarsi diversi episodi catastrofici proprio come descritti e disegnati nel libro delle profezie quasi trenta anni prima, allora Kenji non può che convincersi che l'uomo sia uno di loro, uno di quei bambini con cui ha riso e giocato da piccolo.
E' così che comincia il manga, un thriller fantascientifico con una sceneggiatura perfetta, dove nulla viene lasciato al caso e che costringe il lettore a divorarsi un numero dopo l'altro per scoprire cosa accade. La storia è complessa e articolata, piena di misteri e colpi di scena ed è chiaro come sia stata studiata nei minimi particolari fin dall'inizio. La narrazione non è lineare, si svolge su livelli temporali diversi e c'è un sapiente e continuo uso dei flashback che pian piano permettono di dipanare l'intricata matassa che l'autore ha tessuto. Urasawa è un maestro nel creare e distruggere, nel farci credere tutto e il contrario di tutto, nel convincere il lettore di una cosa per poi spiazzarlo rimescolando completamente le carte in gioco, eppure alla fine tutto tornerà perfettamente avendo tutte le risposte, a patto, ovviamente, di leggersi il vero finale della storia che è contenuto nei due volumi di cui è composto 21th Century Boys.
1969, un gruppo di bambini, costruitasi una propria "base segreta", giocano a salvare il mondo minacciato da una misteriosa organizzazione. A causa sua il mondo è colpito da immani catastrofi, ma saranno loro, "le forze del bene", a salvarlo. Questi ragazzini hanno anche descritto dettagliatamente il susseguirsi degli eventi in quello che han definito il "Libro delle profezie".
1997, Kenji, un ragazzo normale proprio come tanti di noi, nonché uno di quei ragazzini di allora, a causa della morte di uno dei suoi amici d'infanzia, viene a conoscenza di una misteriosa setta religiosa comandata da un uomo altrettanto misterioso e dal carisma eccezionale, che nasconde il suo volto e che si fa chiamare "l'Amico".
L'immagine che identifica la setta è lo stesso simbolo che avevano creato Kenji i suoi amici da piccoli per identificare il loro gruppo di eroi. Il protagonista inizia quindi a farsi delle domande su chi potrebbe essere questo "Amico". E se poi iniziano a verificarsi diversi episodi catastrofici proprio come descritti e disegnati nel libro delle profezie quasi trenta anni prima, allora Kenji non può che convincersi che l'uomo sia uno di loro, uno di quei bambini con cui ha riso e giocato da piccolo.
E' così che comincia il manga, un thriller fantascientifico con una sceneggiatura perfetta, dove nulla viene lasciato al caso e che costringe il lettore a divorarsi un numero dopo l'altro per scoprire cosa accade. La storia è complessa e articolata, piena di misteri e colpi di scena ed è chiaro come sia stata studiata nei minimi particolari fin dall'inizio. La narrazione non è lineare, si svolge su livelli temporali diversi e c'è un sapiente e continuo uso dei flashback che pian piano permettono di dipanare l'intricata matassa che l'autore ha tessuto. Urasawa è un maestro nel creare e distruggere, nel farci credere tutto e il contrario di tutto, nel convincere il lettore di una cosa per poi spiazzarlo rimescolando completamente le carte in gioco, eppure alla fine tutto tornerà perfettamente avendo tutte le risposte, a patto, ovviamente, di leggersi il vero finale della storia che è contenuto nei due volumi di cui è composto 21th Century Boys.