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8.0/10
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Per me rimane inspiegabile come un gioiellino del calibro di Gagoze sia passato fin ora inosservato ai più. Quando ho visto che non c'erano commenti e che la storia trattava di spiriti e mostri provenienti dalla tradizione orientale, ho deciso di buttarmici a pesce. E alla fine ne sono rimasto piacevolmente colpito e sorpreso.
Partiamo dalla trama: la vicenda è ambientata in Giappone a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Gagoze è uno dei più grandi e potenti demoni di tutto il Sol Levante, passa le giornate nella noia assoluta del suo strapotere, fino a quando non viene sconfitto da un misterioso individuo mascherato, inviato dall'aspirante sovrano del Giappone. Sebbene venga privato della maggior parte del suo potere, Gagoze riesce a scappare. Egli però ha assunto le sembianze di un piccolo bambino e non è più in grado di farsi rispettare da nessuno. Da qui comincia la sua avventura. Mentre l'uomo mascherato manda i suoi spiriti per finire il lavoro, Gagoze cerca di riacquistare il suo potere per potersi vendicare. Sulla sua strada incontra però una giovane ragazza di nome Kinasa, che risveglia in lui un antico ricordo. Durante il suo cammino egli incontra vecchi amici e nuovi nemici che trasformano la sua storia di vendetta in un viaggio alla ricerca di se stesso. Il finale, sebbene sia un pochetto sbrigativo è comunque molto maturo e degno del resto della vicenda.
Detto ciò, la storia è senz'altro uno degli elementi che ho apprezzato di più. La narrazione è strutturata per essere avvincente e interessante, inoltre acquista ulteriore originalità anche dal modo in cui gli elementi storici vengono mescolati con quelli fantastici. La scalata politica di Yoshimitsu che cerca di conquistare il potere e il prestigio a scapito dell'imperatore giapponese, fa da cornice alla storia principale di Gagoze, che oltre ad illustrarci e approfondire la tradizione folkloristica del Giappone, ci illustra anche come veniva vissuta la religione e la spiritualità a quel tempo.
I personaggi non sono abbondantemente sviluppati però a loro modo sono tutti interessanti; naturalmente il protagonista è curato un po'di più degli altri, però anche gli antagonisti e i personaggi secondari sono comunque ben caratterizzati e studiati. Inoltre il rapporto che viene a crearsi proprio tra Gagoze e Kinasa risulta essere molto coinvolgente ed è ottimo veicolo del tema principale. Se all'inizio Gagoze è un feroce mostro assetato di sangue e gli uomini sono le sue vittime, alla fine questa situazione si stravolge mostrandoci la duplice natura (buona e cattiva) che caratterizza ogni singolo essere vivente.
Veniamo però ora a quelli che, secondo me, sono i difetti di questo manga. Essendo tutta la storia molto legata sia storicamente che contenutisticamente alla cultura giapponese, sono presenti molti nomi e luoghi in lingua madre, ciò in svariati punti rende estremamente difficoltosa la lettura. Addirittura quando vengono illustrati dei particolari rituali, vengono scritte per intero delle complicatissime formule con nomi e parole tutte attaccate. Inutile dire che dopo aver provato a leggerne un paio, le altre venivano direttamente saltate. Se questo problema rimane comunque più relativo (se qualcuno è un conoscitore della cultura e della lingua antica giapponese potrebbe trovare molto interessanti queste parti), l'altro difetto è decisamente più rilevante e notabile: il disegno. Di per se il tratto è abbastanza caratteristico e non comune, il problema è che però, in generale, è troppo chiaro e, qualche volta, non si riescono a capire gli eventi che accadono nelle vignette. Le pagine quindi risultano molto bianche, confusionarie e poco curate. Le poche tavole fatte in chiaro-scuro sono molto belle e nitide, tanto che spesso mi sono chiesto perché l'autore non abbia disegnato tutto così.
In conclusione il manga, sebbene abbia qualche difetto non trascurabile, merita senz'altro di essere letto. Se siete in cerca di qualche perla nascosta in fondo al mare, questo Gagoze fa sicuramente al caso vostro; poi se amate, o semplicemente vi interessano, le storie che traggono spunto dall'abbondante tradizione folkloristica giapponese, allora non potete proprio farvi scappare questa breve serie.