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Davanti a storie romantiche tra professore e studentessa, io sinceramente rimangono perplessa.
Sarà perché l'aspetto estetico dei miei insegnanti lambiva l'inguardabile.
Sarà perché l'entusiasmo per la miracolosa apparizione del supplente figo (accompagnata da cori angelici), rimaneva pur sempre una cotta per il supplente figo, brutalmente rimpiazzato dall'arrivo di una nuova fiamma.
D'altronde, a quell'età, l'amore eterno durava circa un paio di mesi, mentre il matrimonio appariva un sogno lontano, contornato da rose, abiti voluminosi in tulle, e un maestoso banchetto. La visione utopica e perfetta della mente sfavillante di una comune adolescente in piena fioritura, di una ragazza intenta ad esplorare ancora il mondo per conoscere meglio se stessa. Sensazioni totalmente assenti nelle onde celebrali della diciassettenne Fuminio, la protagonista del manga "Faster than a Kiss", "costretta" a sposare il suo professore di inglese per dare un tetto al fratellino.
Tralasciando la bizzarra (e alquanto allucinante) forzatura dell'unione, l'arco narrativo, composto da ben dodici volumi, si focalizza esclusivamente su una relazione rimandata esasperatamente all'infinito, in un continuo valzer di: "Ci baceremo dopo il diploma."; "Andremo a fare la spesa insieme dopo il diploma."; "Cammineremo per strada, mano nella mano, dopo il diploma."; "Dormiremo insieme dopo il diploma."

Che senso ha, allora, il rito nuziale, se persino i gesti più scontati e comuni vengono negati?
Una beata mazza.
Tutto viene ridotto a un cosplay della vita coniugale, tutto viene sminuito in una scenetta recitata seguendo un copione già presente nelle pubblicità dei biscotti o delle merendine per la colazione. Situazioni finte, che penalizzano notevolmente i disegni e il tratto splendido della mangaka, curato veramente nei dettagli.

Un peccato. Un peccato veramente. Il dispiacere di vedere una trama piena di potenziale bloccata nello stallo totale.