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8.0/10
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Halcyon Lunch è stata una piacevole sorpresa. Non tanto per i contenuti manifestamente surreali, che ho apprezzato molto, ma per il fatto che queste esilaranti assurdità siano state scritte e disegnate da mr. Hiroaki Samura. Sono quindi rimasto sorpreso nel constatare questo suo aspetto ironico e giocoso, così distante dalle atmosfere dell'altra sua opera che ho avuto il piacere di leggere ("L'Immortale"), eppure così spontaneo. Si può dire infatti che il caro Hiroaki con il linguaggio del surreale e dell'ironia ci sa proprio fare, credo fosse dai volumi di GTO che un manga non mi faceva sbaccanare in maniera così sincera. Le cosiddette boiate abbondano, accompagnate da continui fori nella quarta parete che permettono ai personaggi di parlare con il lettore oppure di fare osservazioni sulle vignette e sul fumetto stesso.

Altra componente del particolare linguaggio di Halcyon Lunch sono le tantissime citazioni al mondo del fumetto ma anche a quello dei videogiochi e della musica, campi che l'autore conosce abbastanza da riuscire a scherzarci sopra, a farli parte di un "gioco semantico" estremamente sfaccettato. È proprio questo trascinante gioco semantico che fa di Halcyon Lunch una lettura scorrevole e divertente, le situazioni sopra le righe che lo caratterizzano giocano ora con un argomento ora con quell'altro, senza dimenticarsi di dare la giusta attenzione a quella che è la trama principale. Le citazioni più frequenti mi sono sembrate quelle di Hirohiko Araki, autore di quella perla che è Jojo, per certi versi affine a questo fumetto. Ritroviamo anche qui l'estro e l' oltre realtà presenti nelle bizzarre avventure, pur se declinati in maniera estremamente diversa e rivolti ad un target distante.

Tutto ciò potrebbe far pensare ad Halcyon Lunch come a un divertissement fine a se stesso dell'autore - ed in parte è vero - ma non mancano i momenti drammatici e ricchi di pathos e sotto la piacevolissima superficie surreale si intravede una forte critica ambientale. La leggerezza con cui i personaggi affrontano le incredibili vicende trasmette quel non so che di "take it easy", quasi l'autore volesse ricordarci anche di non prendere il giro di giostra troppo seriamente, elogiando al contempo la fantasia e il surreale. Guardare senza meraviglia un pesce coltellino svizzero che se ne va sulle due gambe, farsi la vacanza in una bidonville con cinque clochard hippie, un alieno e una fumatrice assidua di marijuana...cose così. L'autore sa cogliere l'ironia che si cela dietro questi aspetti e la sfrutta per farci divertire ma anche per farci pensare.

Il registro narrativo infatti, oltre a essere molto vivace, è sempre in bilico fra il serio e il faceto e sa suggerire dei momenti profondi che risultano comunque ben amalgamati alle restanti assurdità. Lo stile di disegno è praticamente perfetto, le abilità di Samura come illustratore si confermano anche in quest'opera con un tratto pulito e dettagliato seppur personale e graffiante, alle volte "slavato" come un disegno a matita su carta; si ha inoltre un'ottima sensazione di dinamismo nelle scene più concitate e le trovate stilistiche originali si sprecano. A un occhio inesperto come il mio la qualità dell'edizione sembra ottima, solida e dalla carta bianchissima, sovraccoperta e alcune pagine a colori per un prezzo non esorbitante.

Se siete amanti del non-sense o delle letture divertenti mi sento di consigliarvi caldamente questo fumetto, ancor più se si considera che è composto di soli due volumi. Se invece mal sopportate il surreale e le continue referenze potrebbe non fare per voi, ma se vi ho incuriosito anche solo un pochino provateci, potrebbe sorprendervi. Per me è stata una lettura coinvolgente ma soprattutto divertente, la cui distanza dall'opera classica di Samura mi ha fatto valutare ancor di più un autore di cui ormai ho una profonda stima.