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7.0/10
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Tokyo Ghoul è senza dubbio uno dei manga/anime del momento. Tutti lo conoscono e tutti ne parlano, nel bene e nel male. Per capire se questa fama sia meritata o meno, mi sono messo a leggerlo e sono giunto a questa conclusione: Tokyo Ghoul è un manga che merita sicuramente, ma è anche un'occasione sprecata. E in questa recensione cercherò di spiegarvi perché.

Parto subito con una delle cose che ho apprezzato di più: i disegni. Mi è piaciuto molto il tratto di Sui Ishida, riconoscibile sin dai primissimi volumi; è uno dei motivi per cui sto collezionando i volumi pubblicati dalla J-Pop. L'autore fa un sapiente uso del colore nero ed è capace di creare sempre la giusta atmosfera. Convincente, pecca solo un po' nei combattimenti, spesso poco chiari, ma non me la sento di bocciarlo solo per questo (anche perché complessivamente non ce ne sono molti).

Passiamo adesso all'aspetto più importante, i contenuti. La prima parte del manga, che si conclude nel volume 8 (lo scontro con l'Aogiri Tree), è indubbiamente la migliore. La storia è coinvolgente ed i personaggi ghoul sono tutti ben caratterizzati. Fra questi spiccano Kaneki, il protagonista, la cui psicologia viene sviscerata molto bene dall'autore, e Touka, a mio parere il personaggio più riuscito dell'intera opera. Il manga alterna sapientemente fasi più dinamiche (con molte scene anche crude, ma mai eccessive) ad altre più riflessive, dove i temi principali (non proprio originali) vengo affrontati con la dovuta serietà e maturità. Come ci si sente a vedere la propria vita sconvolta e a dover fuggire da tutto quello che prima pensavi fosse la tua casa? Qual'è il posto dei ghoul nella società? Non ci sono risposte semplici. Una delle cose che mi è davvero piaciuta è come l'autore sia riuscito a descrivere perfettamente il disgusto e la nausea che i ghoul provano quando devono mangiare cibo umano; è un aspetto di poco conto, ma mi ha divertito e denota una grande attenzione verso i dettagli. Insomma, se dovessi recensire solo questa parte, le darei un 8 pieno.

I problemi, per quanto mi riguarda, arrivano nella seconda parte. Senza fare spoiler, dopo gli eventi del volume 8 l'autore sposta la sua attenzione verso gli umani, in particolare sui detective del CCG (quelli che danno la caccia ai ghoul) e i loro collaboratori. Kaneki e gli altri ghoul ci sono sempre, ma lo spazio a loro dedicato diminuisce; di per sé non è una cosa negativa, ma lo diventa per due motivi. Primo, non so perché ma più volte ho avuto come l'impressione che l'autore abbia fatto questo solo perché su Kaneki e co. avesse detto tutto quello che c'era da dire; secondo, ben più importante, ho trovato i personaggi umani decisamente inferiori alle loro controparti ghoul. Il detective Amon, per esempio, è forse il più anonimo e stereotipato di tutti; l'unico un minimo interessante è Akira Mado, ma non viene sfruttata bene nella storia. La cosa è peggiorata dal fatto che l'autore introduce veramente molti personaggi, e non riesce a gestirli tutti come dovrebbe. Lo stesso Kaneki, inoltre, è decisamente inferiore e meno convincente rispetto a quanto visto all'inizio.

Non è solo questo, purtroppo, il motivo per cui ho apprezzato meno la seconda parte; anche la storia e i temi subiscono un netto calo. Per quanto riguarda i secondi, ci si concentra adesso solamente sulla domanda "Cosa saresti disposto a fare per proteggere chi ti è più caro?"; e non c'è nulla di male in questo (anche perché è affrontato piuttosto bene), tuttavia non ho apprezzato che quello cominciato nella prima parte non è stato portato avanti, di nuovo come se l'autore se ne fosse dimenticato o non avesse più idee. La storia invece diventa più intricata e tendente al thriller investigativo; viene meno la raffinatezza della prima parte e, con mio disappunto, i combattimenti iniziano a farla da padrone; peccato solo che, come ho già detto, siano tutt'altro che memorabili.

Per concludere, non è esente da queste pecche il finale, molto deludente: moscio, privo di pathos, e confusionario a causa dei troppi combattimenti; ma, soprattutto, incapace di chiudere il cerchio su moltissime questioni lasciate in sospeso. Ok, c'è la seconda serie che continua sulle basi lasciate da questa (e quindi non dovrei essere troppo duro), ma l'autore poteva sforzarsi un minimo di più per dare la dovuta compiutezza alle vicende di Kaneki e compagnia bella.

Insomma, Tokyo Ghoul è davvero un'occasione sprecata, perché l'autore non è riuscito a mantenere coerenza e qualità nel corso dell'opera, rovinando in parte quanto di buono (se non ottimo) si può trovare nel primo arco della storia. Speriamo che la seconda serie, Tokyo Ghoul:re, riesca a riempire questa falla e a dare giustizia alla (molto interessante) idea di fondo.