Recensione
"Kingdom Hearts: Chain of Memories" è la seconda serie tratta dai famosi videogiochi, pubblicata per la prima volta all'interno della collana Disney Manga tra ottobre e novembre 2008.
È l'adattamento dell'omonimo titolo uscito per il Gameboy advance, motivo per cui molte meno persone si sono trovate a giocarlo, me compreso, rispetto a quelli usciti per la playstation.
La storia si offre di fare da ponte tra il primo capitolo e il successivo Kingdom Hearts II, introducendo alcuni punti dell'intreccio che verranno poi esplorati meglio successivamente, come la presenza dell'Organizzazione XIII a fare da antagonista e la città di Crepuscopoli.
La vicenda si sviluppa all'interno del Castello dell'Oblio, "il luogo in cui ottenendo si perde e perdendo si ottiene", dove Sora si ritroverà a smarrire gradualmente frammenti dei suoi ricordi, mentre Riku al piano interrato dovrà ancora una volta combattere l'oscurità dentro di sé.
L'autore di disegni e sceneggiatura è ancora Shiro Amano, che mentre nel tratto non mostra alcuna evoluzione rispetto alla prima serie (abbiamo ancora delle figure molto pulite ma un po' infantili e pochissimi sfondi), nella stesura della storia ha fatto qualche passo in avanti, preferendo tagliare il non necessario per riuscire a gestire meglio avvenimenti e personaggi.
Dico qualche passo, perché in realtà rimangono gli stessi errori di sommarietà, eccessiva semplificazione ed esagerata velocità degli eventi, ma complice probabilmente la minor lunghezza del capitolo per Gameboy dal quale è tratto, l'autore riesce a narrare in maniera un poco più accettabile.
Di conseguenza, come per il primo capitolo e per "Kingdom Hearts II", non reputo nemmeno questo manga all'altezza di una sufficienza; se non fosse stato tratto da un mondo a cui tengo molto probabilmente non gli avrei dato neanche una possibilità.
Quantomeno, rimane sempre il lato positivo di far conoscere il buco della storia tra i due Kingdom Hearts principali a tutti quelli che non hanno giocato "Chains of Memories" su Gameboy advance, e magari con questo intento può valere l'acquisto.
È l'adattamento dell'omonimo titolo uscito per il Gameboy advance, motivo per cui molte meno persone si sono trovate a giocarlo, me compreso, rispetto a quelli usciti per la playstation.
La storia si offre di fare da ponte tra il primo capitolo e il successivo Kingdom Hearts II, introducendo alcuni punti dell'intreccio che verranno poi esplorati meglio successivamente, come la presenza dell'Organizzazione XIII a fare da antagonista e la città di Crepuscopoli.
La vicenda si sviluppa all'interno del Castello dell'Oblio, "il luogo in cui ottenendo si perde e perdendo si ottiene", dove Sora si ritroverà a smarrire gradualmente frammenti dei suoi ricordi, mentre Riku al piano interrato dovrà ancora una volta combattere l'oscurità dentro di sé.
L'autore di disegni e sceneggiatura è ancora Shiro Amano, che mentre nel tratto non mostra alcuna evoluzione rispetto alla prima serie (abbiamo ancora delle figure molto pulite ma un po' infantili e pochissimi sfondi), nella stesura della storia ha fatto qualche passo in avanti, preferendo tagliare il non necessario per riuscire a gestire meglio avvenimenti e personaggi.
Dico qualche passo, perché in realtà rimangono gli stessi errori di sommarietà, eccessiva semplificazione ed esagerata velocità degli eventi, ma complice probabilmente la minor lunghezza del capitolo per Gameboy dal quale è tratto, l'autore riesce a narrare in maniera un poco più accettabile.
Di conseguenza, come per il primo capitolo e per "Kingdom Hearts II", non reputo nemmeno questo manga all'altezza di una sufficienza; se non fosse stato tratto da un mondo a cui tengo molto probabilmente non gli avrei dato neanche una possibilità.
Quantomeno, rimane sempre il lato positivo di far conoscere il buco della storia tra i due Kingdom Hearts principali a tutti quelli che non hanno giocato "Chains of Memories" su Gameboy advance, e magari con questo intento può valere l'acquisto.