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9.0/10
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Ci sono voluti quasi vent'anni per portare a termine l'opera "massima" di Hiroaki Samura, un manga che ha richiesto un accurato lavoro di studio e ricerca per giungere alla sua conclusione.
Nonostante l'autore abbia iniziato da giovanissimo ed abbia trascorso metà della sua vita a realizzare questo manga, sembra che "L'immortale" sia un'opera di fuori di ogni linea spaziotemporale, perché è immutabile, nello stile dei disegni e nella maturità dei contenuti, dall'inizio sino alla fine.
Il disegno di Samura che contraddistingue ogni sua opera ha fatto qui la sua prima memorabile comparsa. Tratti "sporchi" ma eleganti e personaggi ben caratterizzati e facilmente riconoscibili. Samura, nonostante affermi di non aver mai apprezzato la storia del Giappone feudale, impreziosisce la sua opera con tonnellate di dettagli storici, date e fatti realmente accaduti, aggiungendoci elementi fantasy e sovrannaturali. Anche le armi che contraddistinguono ogni personaggio nella storia sono originali e ben dettagliate, nel loro funzionamento, nelle pagine extra a fine volume.

La trama vede Manji, uno spadaccino maledetto dal dono dell'immortalità per aver ucciso 100 suoi compagni, che deve accompagnare Rin, una ragazzina in cerca di vendetta per aver perso entrambi i genitori per mano dell'Itto-Ryu, una sanguinaria scuola di spada capitanata dallo spietato Kagehisa Anotsu. La mole di personaggi che i due incontreranno lungo il cammino e lo specifico ruolo che avrà ciascuno di essi all'interno del manga, renderà la trama de "L'immortale" sempre più intrigante ad ogni volume letto. Se nella storia non ci sono colpi di scena clamorosi o del tutto inaspettati, a spiccare su tutto è invece la psicologia stessa dei protagonisti e degli antagonisti, che si evolve capitolo dopo capitolo. Non ci sono buoni o cattivi ne l'Immortale, ogni personaggio ha mille sfaccettature e il lettore può scegliere per chi tifare durante il viaggio che porterà allo scontro finale.
Un finale emozionante ed epico dove il destino di ogni spadaccino si intreccia con quello degli altri e trova il suo epilogo.

Difficile non affezionarsi a Manji o Rin, difficile non essere affascinati dall'eleganza e dalla potenza di Anotsu o non rimanere colpiti dalla fame di potere di Habaki.
Nonostante qualche scena di combattimento un tantino confusionaria e qualche "plot armor" di troppo, la spettacolarità degli scontri dove si incrociano diversi stili di combattimento e filosofie di pensiero è tangibile in ogni pagina.
Personalmente ritengo che il punto più alto del manga sia a circa 3/4 dell'opera, ambientata, senza fare alcun spoiler, nelle segrete del Castello. Leggere per credere.
Un vero e proprio must nel suo genere, ritengo sia una di quelle opere che vanno lette almeno una volta nella vita. Forse non adatto a tutti per le scene cruente, ma di indubbia qualità e indiscutibile importanza nel panorama del manga moderno.