Recensione
Vagabond
10.0/10
"Vagabond" è un manga a sfondo storico, liberamente ispirato al romanzo di Eiji Yoshikawa, che racconta la storia del samurai probabilmente più famoso di tutti i tempi: Musashi Miyamoto. Partendo dal presupposto che, a mio parere, una qualsiasi opera di narrativa incentrata su personaggi realmente esistiti, che ne ripercorra le vicissitudini in maniera più o meno romanzata, può essere massimamente apprezzata solo qualora si abbia almeno una minima infarinatura delle vicende in questione, mi permetto di dare comunque un giudizio di quest'opera nonostante la mia colpevole ignoranza in materia. E lo faccio perché, senza usare mezzi termini, ritengo "Vagabond" un capolavoro del fumetto non solo giapponese.
Il fumetto prende il via dalla conclusione della celebre battaglia di Sekighara, in cui Musashi è un soldato che parteggia per la fazione perdente. Tuttavia, ben lontano dal lasciarsi abbattere dalla difficile situazione in cui si viene a trovare, dopo una serie di peripezie rinascerà come samurai errante, che ambisce ad imporsi come un nuovo maestro di spada. Dalla visita al tempio Hozoin fino ai diversi litigi con la scuola Yoshioka, si trovano in questo manga diversi avvenimenti aventi una base storica comprovata, ragionevolmente rielaborati per fini narrativi. L'intreccio che ne scaturisce è decisamente piacevole e la lettura, per quanto non priva di molti spunti di riflessione tutt'altro che banali, risulta piuttosto scorrevole.
I personaggi sono decisamente ben rappresentati, a partire da Musashi Miyamoto la cui crescita, come samurai e come uomo, viene raccontata in maniera realistica e approfondita. Ma lo stesso può dirsi per i tanti personaggi secondari: dalla bella Otsu al monaco Takuan, fino a personaggi aventi un ruolo più circoscritto, come Inei Hozoin, tutti coloro che appaiono nel manga hanno una storia e un modo di vivere e pensare decisamente peculiare e ben caratterizzato.
L'opera, come accennato anche in precedenza, propone anche diversi spunti di riflessione: in questo senso interi capitoli vengono utilizzati per proporre riflessioni o monologhi interiori dei vari personaggi, con uno stile molto simile a quello degli "slice of life". Questo espediente porta, molte volte, ad una dilatazione del tempo della storia rispetto a quello del racconto e, di conseguenza, ad una certa lentezza narrativa. Personalmente non considero questo come un difetto dal momento che contribuisce a dare spessore sia ai personaggi che alla storia, ma capisco che a non tutti possa piacere il ritmo piuttosto compassato che caratterizza diverse parti dell'opera.
Del disegno non si possono dire che cose positive: caratterizzato fin dall'inizio da uno stile realistico e molto particolareggiato (sia per i personaggi che per gli sfondi), evolve e migliora fino a diventare totalmente riconoscibile e adatto al genere di narrazione, senza perdere nulla del dettaglio iniziale. Il character design è ottimo e molto vario, gli sfondi incredibilmente evocativi; tutte le scene di battaglia sono dinamiche ma chiarissime. Insomma, dal punto di vista grafico, tra le opere che conosco, solo due o tre si avvicinano al livello di "Vagabond", e nessuna lo supera.
Riassumendo, non posso che ribadire che considero questo fumetto come uno dei migliori che abbia mai letto, e che ancora sto leggendo con passione dopo trentasei volumi. Ecco, forse l'unica mia perplessità è sulla durata dell'opera: ripeto che finora il manga è stato in grado di intrattenermi più che piacevolmente, ma più un'opera diventa famosa più diventa redditizia e più diventa facile che venga "allungata", perdendo di mordente sul finale. E un finale annacquato, pur non compromettendo troppo la lettura nel complesso, mi rattristerebbe parecchio.
L'edizione "deluxe" della Planet Manga è buona e propone anche delle pagine a colori ad un prezzo abbastanza normale per le sue produzioni.
Il fumetto prende il via dalla conclusione della celebre battaglia di Sekighara, in cui Musashi è un soldato che parteggia per la fazione perdente. Tuttavia, ben lontano dal lasciarsi abbattere dalla difficile situazione in cui si viene a trovare, dopo una serie di peripezie rinascerà come samurai errante, che ambisce ad imporsi come un nuovo maestro di spada. Dalla visita al tempio Hozoin fino ai diversi litigi con la scuola Yoshioka, si trovano in questo manga diversi avvenimenti aventi una base storica comprovata, ragionevolmente rielaborati per fini narrativi. L'intreccio che ne scaturisce è decisamente piacevole e la lettura, per quanto non priva di molti spunti di riflessione tutt'altro che banali, risulta piuttosto scorrevole.
I personaggi sono decisamente ben rappresentati, a partire da Musashi Miyamoto la cui crescita, come samurai e come uomo, viene raccontata in maniera realistica e approfondita. Ma lo stesso può dirsi per i tanti personaggi secondari: dalla bella Otsu al monaco Takuan, fino a personaggi aventi un ruolo più circoscritto, come Inei Hozoin, tutti coloro che appaiono nel manga hanno una storia e un modo di vivere e pensare decisamente peculiare e ben caratterizzato.
L'opera, come accennato anche in precedenza, propone anche diversi spunti di riflessione: in questo senso interi capitoli vengono utilizzati per proporre riflessioni o monologhi interiori dei vari personaggi, con uno stile molto simile a quello degli "slice of life". Questo espediente porta, molte volte, ad una dilatazione del tempo della storia rispetto a quello del racconto e, di conseguenza, ad una certa lentezza narrativa. Personalmente non considero questo come un difetto dal momento che contribuisce a dare spessore sia ai personaggi che alla storia, ma capisco che a non tutti possa piacere il ritmo piuttosto compassato che caratterizza diverse parti dell'opera.
Del disegno non si possono dire che cose positive: caratterizzato fin dall'inizio da uno stile realistico e molto particolareggiato (sia per i personaggi che per gli sfondi), evolve e migliora fino a diventare totalmente riconoscibile e adatto al genere di narrazione, senza perdere nulla del dettaglio iniziale. Il character design è ottimo e molto vario, gli sfondi incredibilmente evocativi; tutte le scene di battaglia sono dinamiche ma chiarissime. Insomma, dal punto di vista grafico, tra le opere che conosco, solo due o tre si avvicinano al livello di "Vagabond", e nessuna lo supera.
Riassumendo, non posso che ribadire che considero questo fumetto come uno dei migliori che abbia mai letto, e che ancora sto leggendo con passione dopo trentasei volumi. Ecco, forse l'unica mia perplessità è sulla durata dell'opera: ripeto che finora il manga è stato in grado di intrattenermi più che piacevolmente, ma più un'opera diventa famosa più diventa redditizia e più diventa facile che venga "allungata", perdendo di mordente sul finale. E un finale annacquato, pur non compromettendo troppo la lettura nel complesso, mi rattristerebbe parecchio.
L'edizione "deluxe" della Planet Manga è buona e propone anche delle pagine a colori ad un prezzo abbastanza normale per le sue produzioni.