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7.0/10
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Una ragazza innamorata, un ragazzo da conquistare, una rivale in amore e un folletto dotato di poteri magici che può esaudire i desideri e che quindi si prende l'onere di coronare il sogno d'amore della ragazza. Una trama molto semplice, quella di "Mirmo", che però si tinge sin da subito di elementi comici e surreali, espandendo il cast di personaggi e diventando più articolata.

Un po' "Ransie la strega", un po' "Hime-chan no ribbon", un po' "Memole" e un po' "Hamtaro", "Mirmo" è un fumetto leggero e godibile, che unisce in maniera efficace romanticismo, commedia e magia per creare un buon insieme.
Il suo maggior punto di forza sta in una nutrita schiera di personaggi, sia umani che fantastici, dotati di gran simpatia e sempre pronti a inscenare gags spassose. E' molto azzeccata la caratterizzazione dei folletti, all'apparenza bambolotti carini e zuccherosi, ma in realtà egoisti, maneschi, maniaci, calcolatori, pigri, imbranati, ricchissimi di difetti che li rendono molto vivi.
Allo stesso modo, ci si affeziona anche ai personaggi umani che, seppur stereotipati (chi ha letto "Ransie la strega" o "Hime-chan no ribbon" vi ritroverà pressoché gli stessi personaggi), riescono molto bene nel loro ruolo e si impara facilmente ad amare la gentilezza e la tenacia di Kaede, la rude sensibilità di Setsu e, soprattutto, la strabordante follia di Azumi, senza dubbio il miglior personaggio della serie.

La storia si colora di equivoci, gags, imprevisti e diavolerie fantastiche assortite, fra invenzioni strampalate, poteri magici, trasformazioni, incantesimi e persino un signore delle tenebre da sconfiggere. "Mirmo" è un manga assai divertente, ricco di belle trovate e personaggi simpatici, a cui non mancano, tuttavia, i momenti romantici o teneri.
Nonostante rimanga molto piacevole sino alla fine, l'ultima manciata di volumi soffre un po' del classico problema delle storie di coppia, quindi il manga perde un po' del suo brio e non riesce, come sarebbe stato più carino fare, a metterci una pezza concentrandosi sui personaggi secondari, come Azumi o Kaoru, quest'ultimo alla fine della fiera completamente inutile ai fini della storia.

Lo stile di disegno è semplice ma gradevolissimo, il classico stile da shojo di derivazione anni '90 con occhioni enormi e bocche a triangolo, che muta in un deformed irresistibile ed espressivo quando si tratta di caratterizzare i folletti.
Una nota di demerito per l'edizione italiana, che ha scelto di utilizzare i nomi dell'adattamento televisivo, creando così un manga ambientato in Giappone dove i personaggi si chiamano Camilla, Carolina, Fabrizio, Alessia, Tommy, Koichi e Haruka (i personaggi non presenti nell'anime o non ancora comparsi nelle puntate tv, visto che il manga è uscito parallelamente alla trasmissione, hanno mantenuto il loro nome originale), con un effetto non proprio bellissimo, ma alla fin fine ininfluente nella godibilità della lettura.

"Mirmo" è un manga delizioso, tenero e divertente, fonte di sorrisi e risate e contornato da disegni graziosissimi e personaggi simpatici. La storia non annoia mai e, nonostante un leggero calo nella parte finale, è sempre spassosa e piacevole da leggere. Senza dubbio una lettura consigliata ad un pubblico giovane e agli amanti degli shojo in stile anni '90, ricchi di allegria, fantasia e storie d'amore coinvolgenti nella loro semplicità. Peccato che, come quasi tutto il catalogo della Play Press, sia diventato raro e irreperibile dopo il fallimento dell'editore, ed essendo un manga legato ad una serie animata e ad un giro di merchandising ormai dimenticati da circa una decina d'anni, difficilmente lo rivedremo per un altro editore.