Recensione
Innocent (Shinichi Sakamoto)
10.0/10
Conosciuto per il più famoso "The Climber", Shinichi Sakamoto si appresta a portare in scena con quest'opera la storia del boia Charles Sanson, personaggio realmente esistito, attivo durante la fine del diciottesimo secolo. Com'è facile intuire dopo questa premessa, "Innocent" è un manga a sfondo storico, ambientato nella Francia di fine '800, a cavallo della rivoluzione francese, sulla base del romanzo "Il boia Sanson" di Masakatsu Adachi.
In patria ha riscosso non poco successo, candidandosi per diversi premi prestigiosi. Ed è proprio in virtù di questi riconoscimenti e dell'indubbia originalità della trama, che mi sono approcciato a questa opera, rimanendone pienamente soddisfatto.
La trama narra le vicende della famiglia Sanson, deputata all'esecuzione delle pene capitali per conto della monarchia francese. Mi riesce difficile parlare di un intreccio vero e proprio: è più giusto dire che l'opera faccia quasi unicamente perno sull'evoluzione e la maturazione del protagonista, utilizzando la narrazione come mero espediente, in un'ottica molto simile al classico romanzo di formazione.
Chiaramente appaiono diversi altri personaggi, anche piuttosto rilevanti e ben costruiti, come la sorella Marie Sanson. Probabilmente è la magnifica particolarizzazione psicologica di ognuno di questi a risultare il miglior pregio dell'opera. Particolarizzazione che trova la sua summa, come detto, nel protagonista, che personalmente ritengo uno dei personaggi più particolari e meglio riusciti dell'ultimo decennio.
Altro indubbio punto a favore del manga è la minuziosa ricostruzione della Francia settecentesca. Contestualmente, anche le pene comminate ai vari malcapitati diventano parte integrante (in alcuni casi anche prevalente) della narrazione: si trovano diverse scene macabre, molto forti, addirittura urtanti, ma mai fini a se stesse ed è questa la cosa importante.
Graficamente l'opera raggiunge delle vette altissime: l'ambientazione è fantasmagorica, dettagliatissima, i personaggi perfettamente riconoscibili e sempre ritratti con una dovizia di particolari incredibile (gli abiti sono qualcosa di indicibilmente elaborato). Non esagero se dico che ogni vignetta è una piccolo quadro.
L'edizione J-pop è caratterizzata da un'ottima stampa, con pagine a colori magnifiche, e da volumi con sovraccoperta. Unico neo è il formato, piuttosto piccolo, probabilmente non adattissimo per gustarsi fino in fondo gli splendidi disegni di Sakamoto.
In conclusione non posso che consigliare il manga a chiunque intenda approcciarsi ad un'opera matura, caratterizzata da un ritmo piuttosto compassato, che permette una descrizione profonda (anche se in alcuni casi un po' ermetica) della psicologia dei personaggi. Faccio presente che non si troveranno mai scene comiche o passaggi leggeri, riposanti per il lettore, ma l'intera vicenda manterrà sempre un tono serio, rigido, impegnativo. A chiunque sia disposto ad accettare queste premesse, posso garantire che la lettura non deluderà.
In patria ha riscosso non poco successo, candidandosi per diversi premi prestigiosi. Ed è proprio in virtù di questi riconoscimenti e dell'indubbia originalità della trama, che mi sono approcciato a questa opera, rimanendone pienamente soddisfatto.
La trama narra le vicende della famiglia Sanson, deputata all'esecuzione delle pene capitali per conto della monarchia francese. Mi riesce difficile parlare di un intreccio vero e proprio: è più giusto dire che l'opera faccia quasi unicamente perno sull'evoluzione e la maturazione del protagonista, utilizzando la narrazione come mero espediente, in un'ottica molto simile al classico romanzo di formazione.
Chiaramente appaiono diversi altri personaggi, anche piuttosto rilevanti e ben costruiti, come la sorella Marie Sanson. Probabilmente è la magnifica particolarizzazione psicologica di ognuno di questi a risultare il miglior pregio dell'opera. Particolarizzazione che trova la sua summa, come detto, nel protagonista, che personalmente ritengo uno dei personaggi più particolari e meglio riusciti dell'ultimo decennio.
Altro indubbio punto a favore del manga è la minuziosa ricostruzione della Francia settecentesca. Contestualmente, anche le pene comminate ai vari malcapitati diventano parte integrante (in alcuni casi anche prevalente) della narrazione: si trovano diverse scene macabre, molto forti, addirittura urtanti, ma mai fini a se stesse ed è questa la cosa importante.
Graficamente l'opera raggiunge delle vette altissime: l'ambientazione è fantasmagorica, dettagliatissima, i personaggi perfettamente riconoscibili e sempre ritratti con una dovizia di particolari incredibile (gli abiti sono qualcosa di indicibilmente elaborato). Non esagero se dico che ogni vignetta è una piccolo quadro.
L'edizione J-pop è caratterizzata da un'ottima stampa, con pagine a colori magnifiche, e da volumi con sovraccoperta. Unico neo è il formato, piuttosto piccolo, probabilmente non adattissimo per gustarsi fino in fondo gli splendidi disegni di Sakamoto.
In conclusione non posso che consigliare il manga a chiunque intenda approcciarsi ad un'opera matura, caratterizzata da un ritmo piuttosto compassato, che permette una descrizione profonda (anche se in alcuni casi un po' ermetica) della psicologia dei personaggi. Faccio presente che non si troveranno mai scene comiche o passaggi leggeri, riposanti per il lettore, ma l'intera vicenda manterrà sempre un tono serio, rigido, impegnativo. A chiunque sia disposto ad accettare queste premesse, posso garantire che la lettura non deluderà.