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10.0/10
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This is the season that we make our move
This is the season we've got something to prove
And this is the season I've got something to lose
Oh, it's now or it's never
So now and forever, we're
Ravishing
It's all right
We'll be ravishing each other
till the end of this endless night

Bonnie Tyler, "Ravishing" (1986)


Difficile spiegare perché si ama il wrestling.
E' una disciplina durissima ma incantevole, a metà fra realtà e finzione, un po' sport e un po' spettacolo, un sogno fatto di leggende e passione che viene realizzato a costo di grandi sacrifici, allenamenti pesantissimi e rischiosi combattimenti.
A proposito del wrestling si è detto tanto, nel corso dei decenni, nel bene e nel male.
Ciononostante, questa disciplina continua a entusiasmare e richiamare a sé tantissimi appassionati e a diventare un importante parte della cultura popolare: sia in America, dove personaggi come Dwayne "The Rock" Johnson o Terry "Hulk Hogan" Bollea sono ormai usciti dal ring per trasformarsi in vere e proprie icone a tutto tondo; sia in Giappone, dove gli spettacoli delle federazioni di wrestling sono seguitissimi, le riviste a tema hanno uno spazio piuttosto cospicuo sugli scaffali delle librerie e i lottatori sono diventati personaggi pubblici, che finiscono per recitare in film e telefilm o per vedere il loro "entrance theme" contenuto nella tracklist del popolarissimo gioco "Taiko no tatsujin".
Nonostante tutto, questi lottatori continuano ad esercitare un fascino inspiegabile e grandissimo su un pubblico di piccoli spettatori, che magari affianca alla visione degli incontri l'esperienza di fumetti, cartoni animati, videogiochi o pupazzetti dedicati al wrestling.
Diverse generazioni di fan, oggi, ricordano, con l'aria nostalgica di chi ripensa ad un mito intramontabile, il periodo della Gimmick Era del wrestling americano degli anni '80/'90, così come, in Giappone, non si sono mai dimenticati del mitico Uomo Tigre o del divertente e coraggioso Kinnikuman, iconiche star del wrestling a fumetti e cartoni animati che hanno fatto sognare innumerevoli ragazzini.
Chissà, forse i ragazzini di allora, che guardavano al wrestling con occhi sognanti, si saranno cimentati in prima persona, crescendo, con quello sport che tanto amavano.
Ma se anche, invece, fossero diventati dei più normali, impegnatissimi, salaryman, possiamo star certi che le emozioni regalategli dagli invincibili eroi del ring gli sono rimaste impresse nel cuore anche da adulti.

E' a loro, gli ex ragazzini e oggi adulti amanti del wrestling, che si rivolge "Lock Up", miniserie in quattro volumi realizzata da Tetsuya Saruwatari e pubblicata dal 2013 al 2014 sulle pagine di Grand Jump, rivista rivolta ad un pubblico adulto della casa editrice Shueisha, quasi a voler esplicitamente raccogliere a sé gli innumerevoli ex piccoli fans di Kinnikuman, uno dei maggiori successi shounen di Shueisha, che trattava di wrestling in maniera emozionante, eroica e sognante.
"Lock Up", in quanto opera rivolta ad un pubblico adulto, ci offre una visione del wrestling meno romanzata e più realistica, anche se la dimensione dell'eroismo, del sogno, dello spettacolo non può prescindere dal wrestling, quindi è difficile stabilire cosa sia realistico e cosa no anche nel caso di questa storia.
Il protagonista della vicenda è Samson "Tumor Fighter" Takaki, un robusto lottatore professionista proprietario di una scalcinata piccola federazione sull'orlo del fallimento. Samson ama il wrestling dal profondo del cuore, al punto da non arrendersi e continuare a lottare nonostante l'età, i problemi economici e, soprattutto, i numerosi acciacchi e problemi di salute, non ultimo un tumore alla prostata.
"Lock Up" ci porta nell'universo del puroresu giapponese, rappresentandolo con un realismo maniacale, al punto che un occhio esperto riconoscerà subito il sapiente gioco di citazioni organizzato dall'autore, che ha creato il suo Samson basandosi su Keiji Mutoh, uno dei più popolari lottatori nipponici, attualmente presidente della All Japan Pro Wrestling: oltre all'ovvia somiglianza fisica, non stupisce, dunque, la figura di "The Great Sam", vecchio alter-ego heel di Samson e chiaro rimando a quel "The Great Muta" alter-ego di Keiji Mutoh fra la fine degli anni '80 e i primi anni '90.
Se Samson è un omaggio a Keiji Mutoh e alla vecchia guardia del wrestling giapponese, il suo rivale Sho Kisaragi è, invece, chiaramente basato su Shinsuke Nakamura, giovane e talentuosa stella del puroresu recente, che negli ultimi tempi si è fatto conoscere anche in occidente, avendo firmato un contratto con NXT, una costola della popolarissima federazione statunitense WWE.

In "Lock Up" il wrestling è paradossalmente il mezzo e non il fine. Nonostante il tema portante sia quello della lotta, non è un manga incentrato sui combattimenti, che sono pochi e concentrati in alcuni punti specifici della vicenda, ma più sulla vita di Samson dentro e soprattutto fuori dal ring.
L'autore dimostra di aver appreso e di aver fatto sapientemente suoi gli elementi, l'ambiguità, il fascino del wrestling, creando un protagonista dal carisma immenso, che buca facilmente le pagine e conquista immediatamente il lettore, ma di cui non è proprio facile comprendere il carattere.
Lo stesso Samson è, infatti, parte del gioco, di quell'inspiegabile incantesimo che è il wrestling, dove il confine tra realtà e sogno, tra sport e spettacolo, tra agonismo ed eroismo è sempre, piacevolmente, molto labile.
Uomo, padre, amico, angelo, demone, maestro, eroe, un po' un Naoto Date dei giorni nostri che affronta un diverso tipo di tormenti ma non con meno coraggio: Samson è insieme tutte queste cose, ed è difficile riuscire a capire dove finisca l'una e inizi l'altra, dove finisca il "personaggio" e inizi l' "uomo", se la faida inscenata coi giovani allievi e rivali sia solo finzione oppure sia un modo rude e romanzato per impartirgli delle importantissimi lezioni di vita.
Quel che è certo è che, come sempre accade con i lottatori del mondo reale, anche Samson è riuscito a conquistarci, anche grazie ad una narrazione a tutto tondo che lo mette in relazione con un buon cast di personaggi secondari, ognuno di essi splendidamente caratterizzato e con una sua personale storia da raccontare, permettendoci di vedere anche la vita di tutti i giorni del nostro lottatore e i rapporti che intrattiene con i vari personaggi, aiutandoli a risolvere i loro problemi e lasciando un ricordo di sé dentro di loro.
E' una storia reale, rude, toccante, capace di farti esaltare e commuovere, ma di lasciarti anche un sorriso e una speranza, dietro le lacrime. In fondo, è questo il compito degli eroi, così come quello dei wrestler: emozionare, regalare sogni, smuovere gli animi, anche a costo si sacrificare il proprio corpo o la propria vita.
E' incredibile e bellissimo vedere come il wrestling si presti a tutto questo: inaspettatamente, una disciplina all'apparenza semplice, barbara, diventa sacrificio, simbolo, lasciando in chi la pratica e in chi la guarda da spettatore, o la segue come appassionato, emozioni fortissime e messaggi indimenticabili; un energumeno sciocco e testardo diventa uno straordinario eroe dai muscoli d'acciaio e dal cuore d'oro, la cui lezione ci colpirà al cuore con la potenza di uno Shining Wizard.

Lo stile di Tetsuya Saruwatari, grande appassionato di lotta e autore di diversi manga sull'argomento, è perfetto per una storia di wrestling. I disegni sono vivi, realistici, curatissimi in ogni dettaglio, ma anche, di quando in quando, simpaticamente, "manga", riuscendo a cogliere smorfie, sorrisi, deformazioni e molti altri lati più umani dell'eroico Samson. I combattimenti sono ritratti in maniera chiara e accurata, con una grande attenzione al realismo delle mosse e alla comprensibilità delle azioni e, naturalmente, un forte accento è posto sulle anatomie e le muscolature, vive, dettagliate e possenti. Un particolare tocco di classe durante i combattimenti riguarda il sangue versato dai lottatori, realizzato come macchie sulle tavole, ad aumentare ulteriormente il coinvolgimento di un lettore che ormai quel wrestling così vivo e spettacolare lo sente "suo" anche se solo disegnato.
L'edizione italiana a cura di Panini Comics è molto semplice, economica e priva di particolari lussi. E' un peccato che le illustrazioni a colori, davvero bellissime a vedersi, siano relegate soltanto alle copertine e quelle interne siano in scala di grigi, ma è un difetto presente anche nell'edizione giapponese. Dispiace anche l'inspiegabile bimestralità che è stata attuata per la pubblicazione, data la brevità dell'opera, già conclusa all'uscita del primo volume.
Ottimo, invece, l'adattamento interno, dove i termini tecnici del wrestling sono stati tutti lasciati in inglese con numerose note esplicative.
"Lock Up" è un manga pienamente inquadrato nella tradizione dei seinen di casa Shueisha, che spesso e volentieri si rivolgono ad adulti col cuore di bambino, proponendo loro personaggi forti e sensibili, che affrontano la vita con un carattere coraggioso e sognatore (penso a Enzo Furiya di "Hotman", manga di Shou Kitagawa pubblicato sulla rivista seinen Young Jump), capace di far riaccendere nel cuore dei lettori le sensazioni di quando erano bambini e di ricordargli che anche loro, impegnatissimi salaryman che vivono una vita magari scialba o tediosa, possono ancora emozionarsi, sognare, essere degli eroi.
Un manga straordinario, forte, ma anche poetico e commovente, che emoziona ad ogni pagina e incanta il lettore con disegni splendidi, un protagonista eccezionale, messaggi importanti e innumerevoli scene di grande impatto grafico ed emotivo.
Se Naoto Date è stato il vostro mito d'infanzia, se siete o siete stati appassionati di wrestling, la lettura di "Lock Up" sarà per voi un passo più che obbligato. Se, invece, magari, non vi siete mai interessati al wrestling ma nei manga cercate un comparto grafico di prim'ordine o, soprattutto, emozioni e sentimenti, non vi resta che pagare il biglietto, mettervi comodi e assistere ad uno spettacolo che non dimenticherete tanto facilmente...