Recensione
Dorohedoro
9.0/10
Dorohedoro è il primo manga iniziato a leggere su "consiglio" di AnimeClick.it, quindi merita di essere il primo manga che recensisco.
Che dire di questo gioiellino? Mi ci sono voluti 2 volumi per innamorarmi, quindi non proprio un colpo di fulmine, ma ora sono completamente assuefatto ai suoi "fumi"...
Lo storia, benché a tratti sia molto semplice (o appaia tale), e le motivazioni di fondo a muovere i vari personaggi sembrino strampalate e piene di bizzarrie, avanza in un crescendo narrativo che strega, incuriosisce e ti cala completamente il quel mondo grottesco. I disegni trasudano atmosfere fumose, tra cucine di bettole e periferia industriale, saturano gli occhi e l'immaginazione, facendo diventare la scena più gore e malsana comunque digeribile e, quando necessario, divertente.
Tutti i personaggi sono dettagliati e narrati in modo eccezionale, senza mai far scoprire troppo sulle loro vite ed esperienze precedenti, in modo da mantenere il cervello del lettore costantemente incuriosito e desideroso di risposte.
La cosa che più mi piace di questo manga è la sottilissima linea di demarcazione tra bene e male, forse addirittura inesistente. La circolarità della trama, che crea un uroboro di connessioni tra i vari personaggi, a mio avviso è gestita in modo virtuoso dalla mangaka.
Non do 10 solo perché sono a metà dell'opera e non voglio spingermi a tanto, ma mi sento di consigliare questa storia a chiunque piacciano le "storie malate" e non abbia voglia di prendersi sul serio nemmeno per un attimo. Un manga unico. Impedibile.
Che dire di questo gioiellino? Mi ci sono voluti 2 volumi per innamorarmi, quindi non proprio un colpo di fulmine, ma ora sono completamente assuefatto ai suoi "fumi"...
Lo storia, benché a tratti sia molto semplice (o appaia tale), e le motivazioni di fondo a muovere i vari personaggi sembrino strampalate e piene di bizzarrie, avanza in un crescendo narrativo che strega, incuriosisce e ti cala completamente il quel mondo grottesco. I disegni trasudano atmosfere fumose, tra cucine di bettole e periferia industriale, saturano gli occhi e l'immaginazione, facendo diventare la scena più gore e malsana comunque digeribile e, quando necessario, divertente.
Tutti i personaggi sono dettagliati e narrati in modo eccezionale, senza mai far scoprire troppo sulle loro vite ed esperienze precedenti, in modo da mantenere il cervello del lettore costantemente incuriosito e desideroso di risposte.
La cosa che più mi piace di questo manga è la sottilissima linea di demarcazione tra bene e male, forse addirittura inesistente. La circolarità della trama, che crea un uroboro di connessioni tra i vari personaggi, a mio avviso è gestita in modo virtuoso dalla mangaka.
Non do 10 solo perché sono a metà dell'opera e non voglio spingermi a tanto, ma mi sento di consigliare questa storia a chiunque piacciano le "storie malate" e non abbia voglia di prendersi sul serio nemmeno per un attimo. Un manga unico. Impedibile.