Recensione
Ip Man
9.0/10
Recensione di Hatake Rufy
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"Ip Man" è un film di origine cinese prodotto nel 2008, ispirato alla vera storia di "Ip Man", maestro di kung fu e soprattutto dello stile "Wing Chun" da lui insegnato; tra i vari allievi troviamo anche il famosissimo Bruce Lee.
Il cast del film è ben formato e ha buoni interpreti, tra cui l'attore principale Donnie Yen che veste i panni del protagonista, e potremo assistere a circa 100 minuti di film pieni di combattimenti e drammaticità, che riescono a intrattenere davvero bene. Ora veniamo alla trama.
Siamo a Fo Shan, Cina, nel 1935, città che ospita molti maestri di arti marziali tra cui il maestro Ip. Il '35 fu l'anno dell'invasione giapponese in Cina, e vide la conquista anche di Fo Shan sotto il comando del generale Mura, che ridusse alla povertà e alla fame molti suoi abitanti; purtroppo Mura non si accontenta e vuole umiliare ancor di più i cinesi, colpendoli sul loro amato kung fu, decidendo quindi di mettere a confronto il suo stile giapponese con quello cinese. Essendo anche lui un maestro di arti marziali, Mura resta affascinato dallo stile di Ip Man, chiedendogli in seguito di fare da insegnante ai suoi allievi, ma il maestro si rifiuta fin da subito, lanciando la sua sfida.
Lo sviluppo della trama è inizialmente lineare, per poi avere una crescita improvvisa, trasmettendo molta drammaticità grazie anche a delle fasi emotive che intrattengono molto facilmente; non mancheranno neanche quei momenti in grado di strapparti un sorriso. Ciò che sorprende è come il regista riesce a inserire perfettamente i principi di vita con quelli delle arti marziali, riflettendo al meglio ciò che ha buono di questa disciplina. Anche i personaggi presenti sono ben costruiti e presentano i loro aspetti emotivi in grado di farti riflettere ed entrare nel vivo della vicenda, tra cui possiamo notare la dura vita a cui si va incontro nei periodi di guerra, soprattutto per una persona come il maestro, che ha solo praticato arti marziali e che quindi non sa fare nulla al di fuori del combattere; quest'aspetto del protagonista influisce molto sulla trama, anche perché essere l'eroe che tutti vogliono in un momento di vera agonia non è facile, ma egli stesso sa che le sue pratiche sono giuste e che ne fa buon uso. Da qui voglio citare una frase direttamente dal film:
Le arti marziali sembrano brutali, ma quelle cinesi si nutrono di ideali, valori e benevolenza. Questo è quello che voi Giapponesi non potrete mai capire, voi che usate la forza per terrorizzare gli altri. È per questo che non siete adatti a impararle.
Infine, concludo questa recensione consigliando senza dubbio questo film, pieno di ideali e passione, ma soprattutto di storia.
Il cast del film è ben formato e ha buoni interpreti, tra cui l'attore principale Donnie Yen che veste i panni del protagonista, e potremo assistere a circa 100 minuti di film pieni di combattimenti e drammaticità, che riescono a intrattenere davvero bene. Ora veniamo alla trama.
Siamo a Fo Shan, Cina, nel 1935, città che ospita molti maestri di arti marziali tra cui il maestro Ip. Il '35 fu l'anno dell'invasione giapponese in Cina, e vide la conquista anche di Fo Shan sotto il comando del generale Mura, che ridusse alla povertà e alla fame molti suoi abitanti; purtroppo Mura non si accontenta e vuole umiliare ancor di più i cinesi, colpendoli sul loro amato kung fu, decidendo quindi di mettere a confronto il suo stile giapponese con quello cinese. Essendo anche lui un maestro di arti marziali, Mura resta affascinato dallo stile di Ip Man, chiedendogli in seguito di fare da insegnante ai suoi allievi, ma il maestro si rifiuta fin da subito, lanciando la sua sfida.
Lo sviluppo della trama è inizialmente lineare, per poi avere una crescita improvvisa, trasmettendo molta drammaticità grazie anche a delle fasi emotive che intrattengono molto facilmente; non mancheranno neanche quei momenti in grado di strapparti un sorriso. Ciò che sorprende è come il regista riesce a inserire perfettamente i principi di vita con quelli delle arti marziali, riflettendo al meglio ciò che ha buono di questa disciplina. Anche i personaggi presenti sono ben costruiti e presentano i loro aspetti emotivi in grado di farti riflettere ed entrare nel vivo della vicenda, tra cui possiamo notare la dura vita a cui si va incontro nei periodi di guerra, soprattutto per una persona come il maestro, che ha solo praticato arti marziali e che quindi non sa fare nulla al di fuori del combattere; quest'aspetto del protagonista influisce molto sulla trama, anche perché essere l'eroe che tutti vogliono in un momento di vera agonia non è facile, ma egli stesso sa che le sue pratiche sono giuste e che ne fa buon uso. Da qui voglio citare una frase direttamente dal film:
Le arti marziali sembrano brutali, ma quelle cinesi si nutrono di ideali, valori e benevolenza. Questo è quello che voi Giapponesi non potrete mai capire, voi che usate la forza per terrorizzare gli altri. È per questo che non siete adatti a impararle.
Infine, concludo questa recensione consigliando senza dubbio questo film, pieno di ideali e passione, ma soprattutto di storia.