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Anno 2095. Magia e scienza, due "discipline" completamente opposte, e che negano ognuna i postulati dell'altra, sono in perfetta sincronia, anzi sono pressoché la stessa cosa. I maghi, in questa realtà, sono coloro che reggono le fondamenta della società stessa, e vengono impiegati anche come soldati. Considerata la grande importanza dei maghi, esistono delle scuole apposite dove essi vengono formati. Tatsuya e Miyuki Shiba sono due fratelli che si sono iscritti al Primo Liceo affiliato all'Università di Magia. Miyuki, maga dall'incredibile talento, viene inserita nel Corso 1, il corso dei migliori, mentre Tatsuya, seppur incredibilmente intelligente e colui che ha ottenuto il massimo punteggio ai test teorici, finisce nel Corso 2, quello degli studenti "mediocri", a causa delle sue lacune nell'utilizzo pratico della magia. Ben presto, però, in molti cominceranno ad accorgersi che Tatsuya è tutto fuorché un mago mediocre, e da qui il titolo dell'opera che in inglese viene tradotto con "The Irregular at Magic High School", ovvero L'Irregolare, o, se vogliamo adottare un adattamento più completo, "Lo Studente Irregolare al Liceo di Magia"...

La trama parte da uno spunto interessante, ovvero il far conciliare scienza e magia, che potrebbe essere paragonato al far conciliare la Santa Inquisizione e la stregoneria nel Medioevo, ovvero un'impresa pressappoco impossibile, e, nonostante la buona partenza, tale compito si rivela difficile anche in quest'opera; tuttavia esso non è un problema dell'adattamento animato, ma è una "questione delicata" che l'adattamento adatta, appunto, dall'opera originale, ovvero la serie di light novel scritta da Tsutomu Satō e illustrata da Kana Ishida. Tale problema persiste, difatti, a causa della spiegazione poco chiara che viene data alla magia. I principi stessi della magia, quelli di base, sono spiegati in maniera confusionaria, oppure semplicemente viene omessa una spiegazione chiara, per non parlare di quando vengono mostrati incantesimi più complessi o capacità dei personaggi, o, ancora, quando ci viene fornita una complessa spiegazione scientifica delle cause dello sviluppo o del perché una magia abbia un determinato effetto. Spesso allo spettatore, infatti, potrebbe sembrare di trovarsi di fronte a una lezione di fisica, dopo essersi preso un paio d'anni sabbatici... ergo non ci si capisce una cicca. Ciononostante, ci tengo a precisare che, contrariamente a quanto si pensi, questo non è affatto un difetto della serie anime, ma è una quaestio (chiamiamola così) della light novel stessa, per cui l'autore, nonostante il successo della serie attestato dalle centinaia di migliaia di copie vendute anche da un unico volume, è stato spesso criticato. Questo giro di parole, che spero mi sarà scusato, serve a farvi capire il perché io abbia dato alla serie un voto alto nonostante tali critiche a problemi non proprio leggeri. Ho analizzato quest'adattamento consapevole del problema presente nell'opera originale e per il quale non si può incolpare lo staff o lo studio d'animazione, poiché essi, non essendo gli autori originali, non avrebbero potuto spiegare ciò che non è mai stato spiegato nemmeno in diciannove volumi di un'opera ancora in corso.

Dopo aver evidenziato, quindi, il difetto principale di "Mahōka", che purtroppo è presente anche nella serie TV, vorrei passare a descrivere ciò che si può apprezzare di questa serie.
Innanzitutto i personaggi sono abbastanza ben tratteggiati, in primis Tatsuya, la cui psicologia, nonostante non venga approfondita totalmente, ci spinge ad apprezzarlo. Quante volte capita che si venga disprezzati in base ad alcuni nostri difetti e non si guardano mai i pregi che in realtà sono molti di più? Ecco, questo è un elemento che può far sviluppare empatia con questo protagonista. Onde evitare spoiler indesiderati, non mi dilungo nel parlare di Tatsuya, né della natura del suo rapporto con la sorella Miyuki, ottimo personaggio anche lei. E' però proprio il "complesso del fratello" di Miyuki e il particolare affetto che lei prova per Tatsuya e che lui ricambia con amore fraterno a rappresentare uno degli elementi più adulti dell'opera, e, sebbene tale rapporto io non lo apprezzi chissà quanto, devo dire che a lungo termine non infastidisce, proprio a causa del modo in cui viene trattato, e questo è un altro punto a favore. Sempre per quanto riguarda i personaggi, anche se ci sono degli stereotipi, diversi personaggi che possono sembrare tali in realtà non lo sono: si prenda ad esempio Masaki Ichijo, che, nonostante di primo acchito rappresenti lo stereotipo del fustacchione donnaiolo che se la tira, è in realtà molto diverso, e ciò lo dimostra l'imbarazzo e il suo essere impacciato ogni volta che s'imbatte in Miyuki. I complimenti vanno anche al personaggio di Mayumi Saegusa che, nonostante possa sembrare la classica bella ragazza adulata dall'intera scuola, che ha voti alti e se la tira, ma che in realtà aspetta di ricevere lezioni di vita dal protagonista di turno, si rivela un'abilissima oratrice e una ragazza molto matura e responsabile, oltre che un'eccellente maga, che, insieme a Mari Watanabe, altro personaggio che sembrerebbe lo stereotipo della spocchiosa, ma che in realtà è una ragazza con gli attributi e che nonostante questo riesce in alcune scene a dare esempio anche della sua timidezza e femminilità, rappresenta un eccellente duo tutto al femminile.
Passiamo quindi alla trama, che io ho reputato ottima, e che sa regalarci qualche perla qua e là, ma che a causa del già sopracitato difetto a volte perde un po' e annoia; nonostante questo, l'ultimo arco narrativo adattato esercita certamente il suo fascino e sa stupire e coinvolgere.

Infine, mi complimento con le eccellenti animazioni a cui ha dato vita Madhouse per questa serie, anche se lo stesso nome Madhouse è sempre sinonimo di garanzia. Le scene d'azione sono sempre impeccabili, e i combattimenti non risultano mai confusionari, anzi, alcuni sono davvero una gioia per gli occhi. Ultimo, ma non meno importante, è il doppiaggio, che riunisce alcuni dei migliori seiyū giapponesi in circolazione, e che dona ad ogni personaggio, a partire dai principali per arrivare ai secondari, delle voci di un certo spessore come quelle di Yūichi Nakamura (Tatsuya), Tomokazu Sugita (Kirihara), Junichi Sūwabe (Jumonji), Kana Hanazawa (Mayumi), Marina Inoue (Mari) e Shizuka Itō (Kyōko Fujibayashi), affiancandole ad altri grandi talenti degli ultimi cinque anni come Saori Hayami (Miyuki), Soma Saitō (Mikihiko), Ryōhei Kimura (Hattori), Haruka Tomatsu (Sayaka Mibu) e Yoshitsugu Matsuoka (Masaki) e completando il tutto con alcuni mostri sacri del doppiaggio giapponese come Takehito Koyasu (Tatsurō Shiba) e Toru Ohkawa (tenente colonnello Kazama), presentandoci su un piatto d'argento un cast stellare, come quelli dei film con i grandi divi di Hollywood.

In conclusione, l'interessantissima e complicata trama, gli ottimi personaggi, il fantastico comparto tecnico e il cast stellare mi spingono a dare un 8 a questo anime, che avrebbe potuto essere un 9 se solo non fosse per i problemi e i difetti che "Mahōka Kōkō no Rettōsei" innegabilmente presenta, ma che non lo rendono meno inferiore o meno godibile rispetto ad altri anime degli ultimi anni, alcuni dei quali presentano altrettanti difetti ma che comunque vengono sovrastimati.