Recensione
Sword Art Online
3.0/10
Come tutti i titoli che spaccano in due la critica, "Sword Art Online" o lo si ama o lo si odia. Io l'ho odiato.
Il motivo che lo ha portato a raggiungere la popolarità di cui gode è la precisione chirurgica con la quale è stato spogliato di ogni caratteristica superflua, dove per superflua si intende ciò che non interessa al suo target di riferimento. Gli aspetti che vengono bellamente ignorati nel corso delle puntate però sono proprio quelli che rendono un anime interessante.
I personaggi sono piatti, talmente tanto da non potervi nemmeno individuare e classificare degli stereotipi. Di conseguenza anche le interazioni tra di loro risultano sciocche e innaturali, aggiungendo un'ulteriore croce allo spettatore nell'oceano di difetti di "Sword Art Online". Il dramma di vedere questi automi muoversi nel loro mondo virtuale risulta ancora più difficile da digerire nel caso di Kirito, presentatoci in teoria, come ogni buon protagonista, dotato di gran carisma. Nella pratica però appare come il personaggio letteralmente più blando dell'intera serie, seguito dalla sua controparte femminile Asuna, che inizialmente dimostra per miracolo di avere del carattere, soltanto per sfumare dopo aver aderito al suo compito di suggerircela come un intrigante interesse amoroso, e lasciando dietro di sé l'ombra di una mogliettina docile e priva di personalità. Il tutto aderisce a perfezione all'idea di relazione ideale dei ragazzini a cui è indirizzato, ovvero che fila liscia e banale, come il resto della serie.
"Liscia" si fa per dire, dal momento che "Sword Art Online" non è stato graziato nemmeno dalla capacità di intrattenere senza sfociare nella noia derivata dal dinamismo pressoché assente in ogni sua componente, dai dialoghi alla parte strutturale delle puntate. Il senso di stagnazione che si crea di conseguenza è accentuato dall'infantilismo che domina questo titolo, al punto da farlo risultare persino imbarazzante.
Nemmeno la trama è in grado di alzarne la qualità, data la mancanza di originalità e i risvolti prevedibili.
Quando sono stata spiazzata da alcuni rari avvenimenti, la cosa è ugualmente stata negativa, perché non si trattava di rivelazioni inaspettate o altro, bensì di tristi espedienti insensati, spesso per dare inutilmente un tono a Kirito e compagnia.
Ammetto tuttavia che le premesse, se mandate avanti in modo completamente diverso, avrebbero potuto dare vita a un qualcosa di molto differente, in senso positivo.
L'unica altra cosa che ho apprezzato sono i character design e le ambientazioni, in alcuni punti addirittura splendide.
Sostanzialmente, "Sword Art Online" è una vittima, sacrificata sull'altare delle basse aspettative di coloro verso cui è stato pensato per impressionare, con successo tra l'altro.
In favore di caratteristiche commerciali, esasperate fino a renderle insopportabili, è stato tralasciato il resto. E il resto gli costa un 3.
Il motivo che lo ha portato a raggiungere la popolarità di cui gode è la precisione chirurgica con la quale è stato spogliato di ogni caratteristica superflua, dove per superflua si intende ciò che non interessa al suo target di riferimento. Gli aspetti che vengono bellamente ignorati nel corso delle puntate però sono proprio quelli che rendono un anime interessante.
I personaggi sono piatti, talmente tanto da non potervi nemmeno individuare e classificare degli stereotipi. Di conseguenza anche le interazioni tra di loro risultano sciocche e innaturali, aggiungendo un'ulteriore croce allo spettatore nell'oceano di difetti di "Sword Art Online". Il dramma di vedere questi automi muoversi nel loro mondo virtuale risulta ancora più difficile da digerire nel caso di Kirito, presentatoci in teoria, come ogni buon protagonista, dotato di gran carisma. Nella pratica però appare come il personaggio letteralmente più blando dell'intera serie, seguito dalla sua controparte femminile Asuna, che inizialmente dimostra per miracolo di avere del carattere, soltanto per sfumare dopo aver aderito al suo compito di suggerircela come un intrigante interesse amoroso, e lasciando dietro di sé l'ombra di una mogliettina docile e priva di personalità. Il tutto aderisce a perfezione all'idea di relazione ideale dei ragazzini a cui è indirizzato, ovvero che fila liscia e banale, come il resto della serie.
"Liscia" si fa per dire, dal momento che "Sword Art Online" non è stato graziato nemmeno dalla capacità di intrattenere senza sfociare nella noia derivata dal dinamismo pressoché assente in ogni sua componente, dai dialoghi alla parte strutturale delle puntate. Il senso di stagnazione che si crea di conseguenza è accentuato dall'infantilismo che domina questo titolo, al punto da farlo risultare persino imbarazzante.
Nemmeno la trama è in grado di alzarne la qualità, data la mancanza di originalità e i risvolti prevedibili.
Quando sono stata spiazzata da alcuni rari avvenimenti, la cosa è ugualmente stata negativa, perché non si trattava di rivelazioni inaspettate o altro, bensì di tristi espedienti insensati, spesso per dare inutilmente un tono a Kirito e compagnia.
Ammetto tuttavia che le premesse, se mandate avanti in modo completamente diverso, avrebbero potuto dare vita a un qualcosa di molto differente, in senso positivo.
L'unica altra cosa che ho apprezzato sono i character design e le ambientazioni, in alcuni punti addirittura splendide.
Sostanzialmente, "Sword Art Online" è una vittima, sacrificata sull'altare delle basse aspettative di coloro verso cui è stato pensato per impressionare, con successo tra l'altro.
In favore di caratteristiche commerciali, esasperate fino a renderle insopportabili, è stato tralasciato il resto. E il resto gli costa un 3.