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"La si ama o la si odia"
Una delle serie che ha provocato alcune delle opinioni più contrastanti tra i fan del ladro gentiluomo è la recente "Lupin the Third - La donna chiamata Fujiko Mine", con regia di Sayo Yamamoto, spin-off incentrato sul personaggio della provocante ladra, che narra del primo incontro dei nostri amatissimi personaggi.
Questa serie ha segnato il ritorno del personaggio di Lupin III e della sua banda sul piccolo schermo.

La trama si sviluppa intorno al personaggio di Fujiko Mine, la quale, durante la serie, entrerà in contatto con gli altri personaggi principali, primo fra tutti Lupin, catturato fin da subito dal fascino della ladra. Durante lo svolgimento della serie scopriremo la storia che si cela dietro la difficile infanzia di Fujiko, avvolta nel mistero e nell'inquietudine.
Questo spin-off si è rivelato un elemento di assoluta novità per lo storico franchise, presentando caratteristiche uniche, non ritrovabili in alcuna delle precedenti opere di Lupin.
I disegni si avvicinano il più possibile a quelli originali dell'autore Monkey Punch, il tratto è preciso, tuttavia non eccessivamente pulito, e il modo in cui le ombre vengono direttamente tratteggiate sulle figure contribuisce a donare quell'atmosfera noir e sensuale che si è deciso di mantenere in quest'opera.

La serie si propone più matura delle altre, non solo per i temi trattati (droga, manipolazione mentale, esperimenti su esseri umani...), ma per il modo in cui essi vengono espressi, senza censure, con assoluta libertà. A partire dai nudi di Fujiko, i quali hanno suscitato non poche critiche; tuttavia ricordiamo che lei incarna il perfetto ideale di femme fatale, e utilizza la seduzione come arma principale.
L'atmosfera della storia alterna scenografie tipiche del genere giallo, e noir, ad esperienze oniriche ricche di simbolismi che possono rivelarsi difficili da cogliere, rappresentanti i viaggi mentali di alcuni personaggi, e servono a sottolineare l'importanza di alcuni momenti nella serie (la ricostruzione dei ricordi di Fujiko, gli effetti della droga, la morte di un personaggio). L'utilizzo diffuso di queste esperienze oniriche può rivelarsi poco chiaro ed eccessivo, ma esse costituiscono sicuramente l'elemento di novità più interessante di questo nuovo prodotto.
Un altro aspetto sul quale ci si dovrebbe soffermare riguarda la caratterizzazione dei personaggi, in particolare dell'investigatore Zenigata e del suo assistente, il tenente Oscar. Zenigata ha un carattere che rispecchia la maturità di questa nuova serie, infatti lo vediamo agire in modo più serio e risoluto, meno scherzoso e impacciato, insegue il suo obbiettivo con determinazione, come un investigatore tratto da un'opera hard-boiled. Il suo assistente, Oscar, invece lo considero il personaggio più superfluo della serie, egli prova un'attrazione morbosa nei confronti del suo superiore e l'unica funzione che ha in relazione alla serie è quella di voler uccidere Fujiko, per gelosia.
Un ultimo elemento degno di menzione è l'opening, la sigla, funzionale, che consiste in un monologo fatto dalla doppiatrice nella parte di Fujiko, che introduce lo spettatore alla mentalità della protagonista, mostrando illustrazioni non troppo sobrie, e richiamando l'atmosfera noir della serie.

L'insieme di questi elementi ha portato il pubblico ad esprimere opinioni e recensioni terribilmente discordanti tra loro. Io mi trovo a favore della "ventata d'aria fresca" che quest'opera rappresenta nei confronti di un brand storico dell'animazione giapponese, amato da giovani e meno giovani. Sicuramente consiglierei questa serie a un pubblico maturo, o a coloro che sono alla ricerca di un'opera impegnata, la cui visione potrebbe risultare a tratti pesante.