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5.0/10
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Una società dagli elementi distopici in cui si priva l'individuo della libertà di scegliere il proprio partner in favore di un sistema governativo basato su una selezione, scientificamente legittimata, delle coppie più idonee in termini di compatibilità caratteriale e genetica: la legge Yukari ha permesso, a quanto enunciato, di progredire a livello sociale da un punto di vista utilitario, rivolto al bene comune. La natalità viene controllata, le nuove nascite ottimizzate grazie alle combinazioni genetiche e la felicità garantita dalla scienza. Per usare le parole dell'anime, questi matrimoni combinati vengono descritti come "Il filo rosso della scienza (riferimento alla celebre leggenda popolare del "filo rosso del destino") che promette la felicità per via genetica". Così si può riassumere il quadro dentro il quale si ambientano le vicende di "Koi to Uso".

La premessa si dimostra molto interessante, grazie al tema di fondo proposto. È tipico del comune modo di pensare guardare all'amore come una sorta di forza incontrollabile, istintiva e intuitiva che ci spinge a desiderare un rapporto di felicità con un'altra persona. Nell'anime, invece, viene fatto intendere che la scienza, oltre ad aver già razionalizzato questo sentimento, sarebbe anche in grado di analizzare la singola persona e selezionare il compagno di vita ideale garantendo sia compatibilità scientifica sia un forte sentimento amoroso tra i due.
Le questioni sollevate da tali implicazioni sono complesse e quindi meritevoli di un doveroso approfondimento all'interno della serie. Con approfondimento non intendo necessariamente una soluzione al problema. L'ideale, dal mio punto di vista, sarebbe stato il far emergere due figure che rappresentassero le tesi opposte (amore naturale vs scientifico), sviluppandole in rapporto con l'eventuale tematica della libertà. In questo modo si sarebbero potute evidenziare le giuste perplessità e conflittualità causate da questo sistema governativo e, perché no, anche gli aspetti positivi. Inoltre, la presenza di un personaggio omosessuale nelle vicende apre non poche parentesi, considerato che non parrebbe essere oggetto di considerazione da parte del governo.
Il motivo del voto insufficiente è dovuto alla mancanza di attenzione rivolta al contesto sopra descritto. Nonostante le premesse, l'anime si sbilancia fortemente su uno sviluppo comico/sentimentale fin troppo banale, concentrato sul triangolo amoroso formatosi dopo l’avviso governativo ricevuto dal protagonista (contenente il nome della sua futura partner). Nel corso della serie, la tematica di partenza viene svilita, perde sempre più importanza e il sistema della legge Yukari risulta addirittura meno costrittivo di ciò che inizialmente sembrava. In poche parole, viene tolto il focus su ciò che poteva essere il maggior punto di forza di "Koi to Uso" in favore di un'evoluzione della storia e dei personaggi dal sapore insipido, già visto e rivisto. Del resto, i personaggi utilizzati non avrebbero potuto reggere sulle loro spalle una storia dai toni seri e profondi come quella intesa nelle premesse, considerata la loro superficialità.

Mi rendo conto che da parte mia ci sia un errore alla base: l’essermi creato aspettative esagerate dalla lettura della sinossi. Ho cercato però di essere il più obiettivo possibile in questa breve recensione, cercando di mettere a nudo in maniera concisa quelli che ritengo i difetti principali della serie.

In conclusione, sconsiglio caldamente la visione, a meno che non siate in cerca di una classicissima “love story” con ambientazione scolastica in grado di sollevare piccoli interessanti spunti di riflessione e strappare contemporaneamente qualche sorriso.