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Semplicemente, non c'è abbastanza tempo nella serie anime. Il tempo necessario per la dovuta caratterizzazione dei personaggi, per presentare le loro vicende in maniera appropriata.
Questo anime ha le sue radici in una visual novel, ed è sempre stato un problema adattare come si deve una visual novel in serie anime. Questo perché le visual novel si suppone vengano rigiocate più volte, si diramano in svariati percorsi narrativi tutti 'canon', ma talvolta persino contrastanti fra loro. E ogni percorso presenta un punto di vista alternativo, una dimensione parallela in cui si svolgono eventi differenti. Riuscire a riunire tutto questo in una sola trama finisce col tagliare fuori molto materiale. Tuttavia, il concetto base rimane.
"Grisaia no Kajitsu" è quello che verrebbe comunemente definito un anime di "decostruzione". Presenta tutti gli elementi classici delle serie harem, per poi rivoltarli come calzini. C'è una storia dietro ogni apparente stereotipo, storie anche molto pesanti. E le relazioni con ogni ragazza, ma anche riguardo il protagonista Yuuji, portano ad esplorare tematiche inaspettate e talvolta crudeli, che possono arrivare al cannibalismo e al suicidio.
Il problema è che, come già detto, tutto si riduce a un collage caotico che non permette di esplorare a fondo tutte queste sfaccettature. In estrema sintesi: passate alla visual novel. Molto meglio.