Recensione
Recensione di Zoltan Redbeard
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Quando si parla di anime simili a “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, o, se preferite, “Masō Gakuen H×H”, bisogna sempre metterli nel loro contesto e valutarli secondo il loro scopo, altrimenti non ha senso neppure parlarne. E in questo caso si parla di un ecchi, di un signor ecchi per la precisione, di accezione moderna e, tra le altre cose, di incredibilmente buona fattura artistica. È uno di quegli anime ecchi che si possono stilisticamente e concettualmente considerare figli di “To LOVEる”, con la differenza non banale che qui la trama c’è, ed è pure sorprendentemente consistente e appassionante!
La vicenda si svolge in una sorta di vicino futuro post-apocalittico, in cui una forza d’invasione aliena proveniente da un’altra dimensione, e costituita apparentemente da robot di vario tipo, ha invaso, distrutto e sottomesso gran parte del pianeta, costringendo i superstiti a rifugiarsi su grandi piattaforme mobili armate e galleggianti, sulle quali sono state ricostruite delle città non dissimili da quelle perdute durante gli attacchi. In questo contesto troviamo Kizuna Hida, il nostro protagonista, che si avvia verso il suo primo giorno di scuola all’accademia Ataraxia, un istituito nel quale, tra le altre cose, vengono formate e addestrate delle unità difensive d’élite - la squadra Amaterasu - in grado di combattere e contrastare gli invasori grazie all’uso di speciali equipaggiamenti, gli Hybrid Heart, di cui sono dotate, tanto poderosi quanto potenzialmente letali per l’utilizzatore. In aggiunta a ciò, è necessario sapere che anche Kizuna è dotato di uno di questi equipaggiamenti, in quanto figlio minore della donna che li ha inventati, e che la sua iscrizione forzata sia all’accademia che alla squadra Amaterasu sono stati pilotati da sua sorella maggiore Reiri, direttrice e comandante dell’accademia nonché succeditrice della scomparsa madre di entrambi.
A questo punto, affinché possa sussistere una minima motivazione che renda questa premessa in grado di giustificare anche soltanto una scena ecchi in un anime del genere, è necessario precisare che, tranne il protagonista, tutte le persone dotate di Hybrid Heart sono ragazze (molto carine e formose, tra l’altro), inoltre va ricordato che ogni Hybrid Heart è unico e dotato di un potere caratteristico e che queste apparecchiature una volta impiantate non possono più essere rimosse; in più, se l’energia magica, il mana, dell’ospite scende oltre una certa soglia, l’ospite muore. E qui casca l’asino, perché il potere speciale dell’Hybrid Heart di Kizuna consiste proprio nel ricaricare molto velocemente l’energia delle ragazze, ma per farlo egli le deve toccare, palpare e farci sconcerie varie, infatti la ricarica si attiva attraverso l’eccitazione - peraltro, oltre una certa soglia, la ricarica si trasforma in un vero e proprio potenziamento degli equipaggiamenti delle ragazze.
In soldoni questo anime potrebbe sembrare veramente banale, perché, anche se mettere giù il contesto basilare può prendere tante parole, dopotutto il concetto alla base di tutto è parecchio semplice, e, se fosse finita lì, probabilmente non sarebbe qualcosa di spettacolare, sarebbe infatti qualcosa di molto simile a una versione futuristica ed ecchi di “Strike Witches”, e intendo davvero ecchi, perché “Strike Witches”, checché se ne dica, proprio non lo è, almeno non per i miei standard.
Tuttavia, l’autore fa la bravata di sviluppare da questo prologo una trama avvincente, con pure dei momenti seri ed emotivi che si alternano al fanservice, il che dà all’anime un valore aggiunto non trascurabile; poi è vero che ci sono alcune soluzioni spaventosamente banali per quanto sono al servizio dell’ecchi, però, nel contesto della vicenda, hanno pure perfettamente senso. Inoltre i personaggi sono dotati di personalità caratteristiche proprie, e il loro comportamento, seppur fondamentalmente dettato da stereotipi di genere, è coerente, ma non esageratamente banale. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi non rimane solo accennata, ha infatti un certo approfondimento (limitato dai dodici episodi e sei special, insufficienti per nove personaggi tra protagonisti, secondari e antagonisti), che però non è fine a sé stesso e trova motivazioni anche a livello di trama.
In conclusione, come non bisognerebbe mangiare noccioline se si è allergici alle arachidi, non bisogna nemmeno guardare un ecchi se non si sopportano le scene osé oppure se si cerca la profondità filosofica nell’opera, tuttavia, nel caso di “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, se si riesce a superare l’ostacolo iniziale, ne può risultare anche un bella esperienza, e guardarlo non sarà necessariamente tempo perso. Nel caso in cui, invece, amaste gli ecchi, allora probabilmente si tratta di un must senza mezzi termini, anche perché dal punto di vista grafico e delle animazioni l’opera è fatta molto bene, inoltre la colonna sonora è molto piacevole e il doppiaggio è sia convincente che di qualità.
P.S. Ovviamente, guardare questo anime nella sua versione censurata è quasi privo di senso.
La vicenda si svolge in una sorta di vicino futuro post-apocalittico, in cui una forza d’invasione aliena proveniente da un’altra dimensione, e costituita apparentemente da robot di vario tipo, ha invaso, distrutto e sottomesso gran parte del pianeta, costringendo i superstiti a rifugiarsi su grandi piattaforme mobili armate e galleggianti, sulle quali sono state ricostruite delle città non dissimili da quelle perdute durante gli attacchi. In questo contesto troviamo Kizuna Hida, il nostro protagonista, che si avvia verso il suo primo giorno di scuola all’accademia Ataraxia, un istituito nel quale, tra le altre cose, vengono formate e addestrate delle unità difensive d’élite - la squadra Amaterasu - in grado di combattere e contrastare gli invasori grazie all’uso di speciali equipaggiamenti, gli Hybrid Heart, di cui sono dotate, tanto poderosi quanto potenzialmente letali per l’utilizzatore. In aggiunta a ciò, è necessario sapere che anche Kizuna è dotato di uno di questi equipaggiamenti, in quanto figlio minore della donna che li ha inventati, e che la sua iscrizione forzata sia all’accademia che alla squadra Amaterasu sono stati pilotati da sua sorella maggiore Reiri, direttrice e comandante dell’accademia nonché succeditrice della scomparsa madre di entrambi.
A questo punto, affinché possa sussistere una minima motivazione che renda questa premessa in grado di giustificare anche soltanto una scena ecchi in un anime del genere, è necessario precisare che, tranne il protagonista, tutte le persone dotate di Hybrid Heart sono ragazze (molto carine e formose, tra l’altro), inoltre va ricordato che ogni Hybrid Heart è unico e dotato di un potere caratteristico e che queste apparecchiature una volta impiantate non possono più essere rimosse; in più, se l’energia magica, il mana, dell’ospite scende oltre una certa soglia, l’ospite muore. E qui casca l’asino, perché il potere speciale dell’Hybrid Heart di Kizuna consiste proprio nel ricaricare molto velocemente l’energia delle ragazze, ma per farlo egli le deve toccare, palpare e farci sconcerie varie, infatti la ricarica si attiva attraverso l’eccitazione - peraltro, oltre una certa soglia, la ricarica si trasforma in un vero e proprio potenziamento degli equipaggiamenti delle ragazze.
In soldoni questo anime potrebbe sembrare veramente banale, perché, anche se mettere giù il contesto basilare può prendere tante parole, dopotutto il concetto alla base di tutto è parecchio semplice, e, se fosse finita lì, probabilmente non sarebbe qualcosa di spettacolare, sarebbe infatti qualcosa di molto simile a una versione futuristica ed ecchi di “Strike Witches”, e intendo davvero ecchi, perché “Strike Witches”, checché se ne dica, proprio non lo è, almeno non per i miei standard.
Tuttavia, l’autore fa la bravata di sviluppare da questo prologo una trama avvincente, con pure dei momenti seri ed emotivi che si alternano al fanservice, il che dà all’anime un valore aggiunto non trascurabile; poi è vero che ci sono alcune soluzioni spaventosamente banali per quanto sono al servizio dell’ecchi, però, nel contesto della vicenda, hanno pure perfettamente senso. Inoltre i personaggi sono dotati di personalità caratteristiche proprie, e il loro comportamento, seppur fondamentalmente dettato da stereotipi di genere, è coerente, ma non esageratamente banale. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi non rimane solo accennata, ha infatti un certo approfondimento (limitato dai dodici episodi e sei special, insufficienti per nove personaggi tra protagonisti, secondari e antagonisti), che però non è fine a sé stesso e trova motivazioni anche a livello di trama.
In conclusione, come non bisognerebbe mangiare noccioline se si è allergici alle arachidi, non bisogna nemmeno guardare un ecchi se non si sopportano le scene osé oppure se si cerca la profondità filosofica nell’opera, tuttavia, nel caso di “Hybrid × Heart Magias Academy Ataraxia”, se si riesce a superare l’ostacolo iniziale, ne può risultare anche un bella esperienza, e guardarlo non sarà necessariamente tempo perso. Nel caso in cui, invece, amaste gli ecchi, allora probabilmente si tratta di un must senza mezzi termini, anche perché dal punto di vista grafico e delle animazioni l’opera è fatta molto bene, inoltre la colonna sonora è molto piacevole e il doppiaggio è sia convincente che di qualità.
P.S. Ovviamente, guardare questo anime nella sua versione censurata è quasi privo di senso.