Recensione
Recensione di FinalHavok
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Sarò breve e coinciso: questo anime è un discreto prodotto di intrattenimento gestito male. Un anime dal potenziale sprecato, un po’ come “Sword Art Online”.
E’ caratterizzato da un inizio repentino ma tutt'altro che criticabile, anzi, godibile nella sua rocambolesca ascesa. L’inizio veloce ci introduce all'interno di un mondo fantasy senza nessuna spiegazione, la quale non dovrebbe neanche sussistere, se la base di partenza fosse stata già specificata. Ovvero, mi spiego meglio: quando incentri la storia che vuoi narrare in un mondo fantasy, caratterizzato da tutto ciò che concerne questa tipologia di narrativa, non hai bisogno di spiegare il perché questo universo sia nato. A meno che tu non voglia narrarne le origini. In quest’opera purtroppo era strettamente necessario predisporre un qualsiasi tipo di spiegazione! Dato che l’incipit della trama avviene in un contesto “normale”, in un luogo moderno, quotidiano e per nulla avente a che fare con qualsivoglia tematica fantasy, era quindi d’obbligo graziare lo spettatore di una catarsi esplicativa, anche se non immediata, almeno programmata e/o concessa a piccole dosi episodio dopo episodio.
Il protagonista Subaru non si pone nessun quesito sul perché sia finito in un mondo completamente diverso di punto in bianco, e questo apparentemente insignificante dettaglio non aiuta per niente l’immedesimazione; tale caratteristica avrebbe giovato in futuro grazie ai numerosi colpi di scena (dosati male e implementati peggio) di cui è dotato quest'anime.
Purtroppo “Re:ZERO” ci lascerà per sempre con delle domande senza risposte, domande che comunque saremo solo noi a farci.
La soundtrack non ha nulla di intrigante né aiuta ad esaltare particolari momenti, rendendoli un minimo memorabili.
Il difetto più grande sono i troppi personaggi, mal introdotti e poco caratterizzati, con conseguente apertura di sotto-trame mai concluse e inutili ai fini di una trama che, effettivamente, a questo punto, finisce per eclissarsi.
Queste e tante altre caratteristiche delle quali non faccio cenno, in parte per non fare spoiler, e in parte per non dilungarmi eccessivamente sulla stesura di uno scritto inerente un'opera che non merita (purtroppo) di essere definita tale, hanno contribuito al voto finale che le attribuisco.
E’ caratterizzato da un inizio repentino ma tutt'altro che criticabile, anzi, godibile nella sua rocambolesca ascesa. L’inizio veloce ci introduce all'interno di un mondo fantasy senza nessuna spiegazione, la quale non dovrebbe neanche sussistere, se la base di partenza fosse stata già specificata. Ovvero, mi spiego meglio: quando incentri la storia che vuoi narrare in un mondo fantasy, caratterizzato da tutto ciò che concerne questa tipologia di narrativa, non hai bisogno di spiegare il perché questo universo sia nato. A meno che tu non voglia narrarne le origini. In quest’opera purtroppo era strettamente necessario predisporre un qualsiasi tipo di spiegazione! Dato che l’incipit della trama avviene in un contesto “normale”, in un luogo moderno, quotidiano e per nulla avente a che fare con qualsivoglia tematica fantasy, era quindi d’obbligo graziare lo spettatore di una catarsi esplicativa, anche se non immediata, almeno programmata e/o concessa a piccole dosi episodio dopo episodio.
Il protagonista Subaru non si pone nessun quesito sul perché sia finito in un mondo completamente diverso di punto in bianco, e questo apparentemente insignificante dettaglio non aiuta per niente l’immedesimazione; tale caratteristica avrebbe giovato in futuro grazie ai numerosi colpi di scena (dosati male e implementati peggio) di cui è dotato quest'anime.
Purtroppo “Re:ZERO” ci lascerà per sempre con delle domande senza risposte, domande che comunque saremo solo noi a farci.
La soundtrack non ha nulla di intrigante né aiuta ad esaltare particolari momenti, rendendoli un minimo memorabili.
Il difetto più grande sono i troppi personaggi, mal introdotti e poco caratterizzati, con conseguente apertura di sotto-trame mai concluse e inutili ai fini di una trama che, effettivamente, a questo punto, finisce per eclissarsi.
Queste e tante altre caratteristiche delle quali non faccio cenno, in parte per non fare spoiler, e in parte per non dilungarmi eccessivamente sulla stesura di uno scritto inerente un'opera che non merita (purtroppo) di essere definita tale, hanno contribuito al voto finale che le attribuisco.