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“Kara no Kyoukai - Boukyaku Rokuon” rappresenta un’anomalia nella saga del “giardino dei peccatori”. Coi precedenti cinque film si è esaurito l’arco narrativo dedicato all’antagonista principale della serie, il mago Souren Araya. In principio, il quinto capitolo del romanzo doveva addirittura rappresentare la conclusione della saga, ma Kinoko Nasu decise di continuare a scrivere per portare a termine anche la storia di Shiki e Mikiya. A questo punto del racconto, il principale problema di Shiki è il fatto di aver perso i ricordi precedenti all’incidente stradale che ha causato la scomparsa di Shiki e il coma durato due anni. Il tema di questo sesto film, per l’appunto, è i ricordi perduti.

Alla vigilia del nuovo anno, strane voci iniziano a girare per l’accademia femminile Reien, il collegio privato frequentato da Azaka Kokutou, sorellina di Mikiya. Secondo le voci, delle fate starebbero privando gli studenti dei loro ricordi e la Madre Superiora del collegio, per porre fine alla faccenda, chiede aiuto a Touko, sua vecchia conoscenza. Shiki viene quindi inviata sul posto per aiutare Azaka a investigare sul caso dei ricordi rubati.
L’indagine offre la possibilità di sviluppare in modo più approfondito il personaggio di Azaka, la quale informa subito lo spettatore di essere profondamente innamorata di suo fratello Mikiya. Azaka appare un po’ goffa, per quanto tenti di apparire sempre perfetta e impassibile, arrossendo a più riprese quando qualcuno le fa notare di essere in errore o quando viene nominato il suo amato fratello. Durante l’indagine viene trascinata da Shiki in giro per l’accademia e finisce più volte per rimanere vittima del ladro di ricordi, quasi a voler sottolineare che Shiki è la vera protagonista e lei la comparsa.

La regia preferisce accompagnare alle indagini di Azaka e Shiki dei siparietti comici tra le due protagoniste, spesso e volentieri riguardo alla cotta di Azaka per il fratello, mentre i combattimenti e le scene d’azione seguono i canoni dei precedenti film, per quanto qui molto più marginali. In conclusione, “Kara no Kyoukai - Boukyaku Rokuon” differisce leggermente dai film precedenti e successivi per il ritmo meno incalzante, un antagonista meno carismatico e la tematica amorosa. Non all’altezza dei precedenti, ma comunque buono.

Mi piacerebbe concludere così la recensione. L’avrei fatto dopo la prima visione, ma, avendo ora ultimato anche la lettura del romanzo, mi tocca riconoscere che questa volta ufotable ha toppato. “Kara no Kyoukai - Boukyaku Rokuon” è un’anomalia non per la minore quantità d’azione, non per la tematica amorosa, ma per qualità dell’adattamento. Partiamo dall’atteggiamento di Azaka: fin dalle prime scene, la giovane apprendista maga ha un che di superficiale e di frivolo, appare impacciata e arrossisce spesso. Questo semplicemente non avviene nella light novel. Nel romanzo, Azaka è fiera e composta, è la studentessa modello che non infrange mai le regole e che è quindi rispettata da professori e studenti. Mentre Shiki si trascina, svogliata, per i corridoi dell’accademia, Azaka si fa in quattro per raccogliere informazioni su professori e alunni. Informazioni in buona parte non pervenute nell’anime. Insomma, tutto rigirato al contrario. Che ufotable dubitasse dell’appeal del personaggio a tal punto da reinventarlo totalmente?

Quanto all’indagine, le motivazioni dietro al suicidio di Kaori Tachibana sono state cambiate e semplificate, così come le colpe dei compagni di classe e del precedente professore d’inglese, e come le motivazioni dietro alle azioni di altri personaggi chiave del racconto. Interi dialoghi sono stati tagliati, come ad esempio quello riguardante le origini e il passato dell’antagonista, i suoi collegamenti con l’associazione dei maghi e il motivo dietro un modus operandi così insolito. E, a differenza del caso di Azaka, non mi spiego a che pro saltare a piè pari approfondimenti tanto importanti quanto interessanti.
È per questo che “Kara no Kyoukai - Boukyaku Rokuon” è visto da molti come l’episodio più sottotono della saga. Non a causa delle mancanze della base, ma a causa degli stravolgimenti operati in fase di adattamento. Ai fini della trama principale non cambia molto, e artisticamente è ottimo, in linea con gli altri capitoli, motivo per cui non mi sento di bocciarlo. Tuttavia, un po’ di amaro in bocca lo lascia, eccome.