Recensione
ReLIFE
8.5/10
E' una serie composta da ben diciassette episodi (tredici + quattro OAV) di durata canonica.
Quando lessi la trama, questa mi attrasse particolarmente, perché trattava il rivivere l'adolescenza, avere, per l'appunto, una ReLife. Chi è che non ha mai pensato in vita sua di voler tornare indietro e fare scelte diverse? Oppure, se uno è più giovane, in futuro non lo penserà?
Queste domande mi hanno convinto a vedere questo anime, e sinceramente ne sono rimasto contento.
È da notare il fatto che l'obiettivo della ditta che finanzia il progetto è di studiare come individui che hanno avuto problemi nella società lavorativa, molto spesso si parla di mobbing, si riprendano da queste esperienze traumatiche e cerchino di ritornare quelli che erano un tempo, in modo che possano smettere di essere dei NEET. Quindi alla fine non si parla di dare un nuovo inizio, ma di un'opportunità di ritrovare sé stessi.
Ecco che inizia la storia di Arata, uomo di ventisette anni laureato che si ritrova senza lavoro e senza soldi, e questo farà sì che egli accetti, senza farsi troppe domande, l'offerta allettante di Yoake (impiegato della ditta) che lo assisterà durante l'esperimento come assistente. Arata dovrà fare i conti con situazioni con cui ha già avuto a che fare, ma alle quali non era più abituato; se da una parte mi faceva ridere, dall'altra mi faceva riflettere sul fatto che ce la metteva tutta per assaporare appieno questa opportunità più unica che rara (anche se i problemi sono sempre dietro l'angolo). Infatti si crea subito delle amicizie, e nel corso dell'opera vedremo che esse faranno maturare Arata, ma allo stesso tempo la sua presenza farà maturare e cambiare chi lo circonda.
Diciamo che questa serie mette in risalto il concetto di dare qualcosa e ricevere qualcosa, e questo messaggio viene riproposto per tutta la serie, dove Arata matura e piano piano ricomincia a ritornare chi era all'inizio, il vero Arata e non quel tizio rinchiuso in una stanza.
Lui aiuta moltissimo i suoi amici, fa formare coppie, ripara amicizie, aiuta chi è molto timido a fare amicizia con altri ecc., ed è questo 'darsi per gli altri' che lo aiuta a maturare.
Poi quello che mi è piaciuto di questa serie è come viene trattato il problema che si porta dietro l'arrivare alla conclusione del progetto ReLife: io fino agli ultimi minuti dell'ultimo OAV ero triste, perché pensavo finisse un certo modo, ma alla fine invece mi sono ritrovato una bella sorpresa che mi ha soddisfatto.
Passando ai personaggi, devo dire che ho simpatia per quasi tutti, l'unica che mi ha fatto storcere un po' il naso è stata Kariu con la sua testardaggine, ma è anche questa testardaggine a farle raggiungere i suoi obiettivi e a non cedere mai alle avversità. Molto interessante come personaggio è anche Yoake, anche se il suo ruolo di assistente gli impone un limite negli aiuti che può dare ad Arata, che alla fine non si rivelano mai banali, bensì preziosi; è un amico su cui si può contare in qualsiasi momento.
Arata è quello che mi ha colpito di più come personaggio, soprattutto con la sua scelta finale in materia di lavoro. Questa esperienza unica lo ha aiutato a superare i suoi traumi, o ad accettarli, fino a ritrovare sé stesso, e questo lo ha spinto a voler fare un lavoro dove può dare una seconda possibilità a chi ne ha bisogno.
Hishiro è un altro personaggio che risulta essere quello che ha ottenuto i migliori cambiamenti dall'aver conosciuto Arata, dall'essere una persona schiva e asociale al riuscire a crearsi delle amicizie preziose, passando dal riuscire ad esprimere i suoi sentimenti fino a capire cosa sia l'amare qualcuno.
Alla fine consiglio questa opera, perché dà spunti di riflessione importanti e fa capire che niente va dato per scontato, neanche la più piccola cosa.
Quando lessi la trama, questa mi attrasse particolarmente, perché trattava il rivivere l'adolescenza, avere, per l'appunto, una ReLife. Chi è che non ha mai pensato in vita sua di voler tornare indietro e fare scelte diverse? Oppure, se uno è più giovane, in futuro non lo penserà?
Queste domande mi hanno convinto a vedere questo anime, e sinceramente ne sono rimasto contento.
È da notare il fatto che l'obiettivo della ditta che finanzia il progetto è di studiare come individui che hanno avuto problemi nella società lavorativa, molto spesso si parla di mobbing, si riprendano da queste esperienze traumatiche e cerchino di ritornare quelli che erano un tempo, in modo che possano smettere di essere dei NEET. Quindi alla fine non si parla di dare un nuovo inizio, ma di un'opportunità di ritrovare sé stessi.
Ecco che inizia la storia di Arata, uomo di ventisette anni laureato che si ritrova senza lavoro e senza soldi, e questo farà sì che egli accetti, senza farsi troppe domande, l'offerta allettante di Yoake (impiegato della ditta) che lo assisterà durante l'esperimento come assistente. Arata dovrà fare i conti con situazioni con cui ha già avuto a che fare, ma alle quali non era più abituato; se da una parte mi faceva ridere, dall'altra mi faceva riflettere sul fatto che ce la metteva tutta per assaporare appieno questa opportunità più unica che rara (anche se i problemi sono sempre dietro l'angolo). Infatti si crea subito delle amicizie, e nel corso dell'opera vedremo che esse faranno maturare Arata, ma allo stesso tempo la sua presenza farà maturare e cambiare chi lo circonda.
Diciamo che questa serie mette in risalto il concetto di dare qualcosa e ricevere qualcosa, e questo messaggio viene riproposto per tutta la serie, dove Arata matura e piano piano ricomincia a ritornare chi era all'inizio, il vero Arata e non quel tizio rinchiuso in una stanza.
Lui aiuta moltissimo i suoi amici, fa formare coppie, ripara amicizie, aiuta chi è molto timido a fare amicizia con altri ecc., ed è questo 'darsi per gli altri' che lo aiuta a maturare.
Poi quello che mi è piaciuto di questa serie è come viene trattato il problema che si porta dietro l'arrivare alla conclusione del progetto ReLife: io fino agli ultimi minuti dell'ultimo OAV ero triste, perché pensavo finisse un certo modo, ma alla fine invece mi sono ritrovato una bella sorpresa che mi ha soddisfatto.
Passando ai personaggi, devo dire che ho simpatia per quasi tutti, l'unica che mi ha fatto storcere un po' il naso è stata Kariu con la sua testardaggine, ma è anche questa testardaggine a farle raggiungere i suoi obiettivi e a non cedere mai alle avversità. Molto interessante come personaggio è anche Yoake, anche se il suo ruolo di assistente gli impone un limite negli aiuti che può dare ad Arata, che alla fine non si rivelano mai banali, bensì preziosi; è un amico su cui si può contare in qualsiasi momento.
Arata è quello che mi ha colpito di più come personaggio, soprattutto con la sua scelta finale in materia di lavoro. Questa esperienza unica lo ha aiutato a superare i suoi traumi, o ad accettarli, fino a ritrovare sé stesso, e questo lo ha spinto a voler fare un lavoro dove può dare una seconda possibilità a chi ne ha bisogno.
Hishiro è un altro personaggio che risulta essere quello che ha ottenuto i migliori cambiamenti dall'aver conosciuto Arata, dall'essere una persona schiva e asociale al riuscire a crearsi delle amicizie preziose, passando dal riuscire ad esprimere i suoi sentimenti fino a capire cosa sia l'amare qualcuno.
Alla fine consiglio questa opera, perché dà spunti di riflessione importanti e fa capire che niente va dato per scontato, neanche la più piccola cosa.