Recensione
Peep Hole
9.0/10
Confesso che fino a qualche tempo fa non avrei nemmeno pensato di leggere un'opera di questo tipo, figurarsi di farne una recensione e per di più una recensione positiva.
Al di là di inutili moralismi, a tenermi lontano dal genere ecchi/erotico è stata finora l'idea che non sarebbe stato possibile trovare una trama interessante, dei colpi di scena inaspettati, una adeguata profondità nella caratterizzazione dei personaggi in un settore dove si presume che il lettore medio sia più che altro interessato a vedere tette, culi e in generale scene di sesso a profusione.
Ebbene, in Nozoki Ana questi elementi sono indiscutibilmente presenti, come pure del resto una discreta quantità di cliché e escamotage ben noti (come il super classico e abusato "ragazzo che inciampa e cade sopra la ragazza carina di turno") e necessari a far vivere al protagonista sempliciotto e ingenuo tutta una serie di incredibili storie con partner occasionali e non una più bella dell'altra.
Tuttavia, potete star certi che se non ci fosse stato altro, come anticipavo all'inizio, non solo non avrei proseguito la lettura fino alla fine ma anzi difficilmente ne avrei anche solo parlato in seguito se non per sconsigliarlo. Eppure questo manga ha veramente molto altro.
Il protagonista, Kido Tatsuhiko, ragazzo da poco trasferitosi a Tokyo per studiare, se ne fa un discreto numero, è vero, ma il legame con le varie ragazze con cui si troverà a interagire si trova fin dall'inizio a evolversi lungo dei binari diversi dal solito, in quanto il buon Kido dovrà convivere con una costante e devastante "fonte di distrazione": un buco nel muro attraverso cui Emiru, una studentessa che vive da sola nell'appartamento a fianco, lo spia nei momenti più spinti e tramite il quale è ben lieta di farsi a sua volta guardare in mille pose osé.
Da bravo ragazzo, come da manuale Kido vorrà chiudere il buco, mentre Emiru cercherà di difendere questo suo "strumento di visione" con il quale vedere "la vera natura delle persone".
Ora, da questa situazione inaspettata prenderanno il via scene esilaranti, in cui il protagonista si troverà suo malgrado a convivere con l'imbarazzo di sapersi spiato dovendo allo stesso tempo apparire normale con il partner, ma anche momenti di tensione legati alla costante paura di vedersi scoperto a far parte di un gioco perverso. Non mancheranno i confronti e gli scontri con Emiru, vera regista delle vicende in cui si troverà Kido e i cui reali scopi e intenti non saranno chiari da subito...
Ho apprezzato davvero molto l'attenzione dedicata in particolare alla psicologia dei personaggi femminili, che lungi dall'apparire mere comparse tutto corpo e niente cervello sono invece credibili e intriganti (segno dell'attenzione che l'autrice vi ha dato). Emiru soprattutto è un personaggio che lascia il segno, più ancora che per il suo corpo, per la sua controversa personalità. Spinge anzi il lettore a porsi domande importanti in merito soprattutto al modo di relazionarsi con il prossimo: quanto siamo sinceri nel modo in cui ci poniamo con un'altra persona? Quali maschere portiamo, e soprattutto perché non possiamo fare a meno di portarle?
Quasi una denuncia dell'ipocrisia di cui tanta parte della società moderna è ampiamente imbevuta.
Penso che sia stato proprio quest'ultimo punto a spingermi a finire in fretta quest'opera, anche a costo di "scorrere velocemente" su certe scene davvero cariche di sensualità ed erotismo, tra l'altro rappresentate con uno stile grafico molto pulito sebbene dettagliato e, per quanto possa stupire dirlo, mai volgare. Perché il sesso non viene qui rappresentato nella sola accezione di momento di copulazione e godimento, ma a seconda dei casi avrà modalità e significati molto differenti, che vanno dallo strumento di sfogo a quello di controllo di menti vulnerabili, dal semplice sesso per divertimento a quello pregno di sentimento. Che non sempre è corrisposto o compreso.
Il finale della storia non è stato per me una sorpresa, eppure avvicinandomi mi sono trovato a desiderarlo non per voler finire la lettura ma per veder risolta una delle più intriganti storie d'amore e odio che abbia avuto modo di leggere.
Al di là di inutili moralismi, a tenermi lontano dal genere ecchi/erotico è stata finora l'idea che non sarebbe stato possibile trovare una trama interessante, dei colpi di scena inaspettati, una adeguata profondità nella caratterizzazione dei personaggi in un settore dove si presume che il lettore medio sia più che altro interessato a vedere tette, culi e in generale scene di sesso a profusione.
Ebbene, in Nozoki Ana questi elementi sono indiscutibilmente presenti, come pure del resto una discreta quantità di cliché e escamotage ben noti (come il super classico e abusato "ragazzo che inciampa e cade sopra la ragazza carina di turno") e necessari a far vivere al protagonista sempliciotto e ingenuo tutta una serie di incredibili storie con partner occasionali e non una più bella dell'altra.
Tuttavia, potete star certi che se non ci fosse stato altro, come anticipavo all'inizio, non solo non avrei proseguito la lettura fino alla fine ma anzi difficilmente ne avrei anche solo parlato in seguito se non per sconsigliarlo. Eppure questo manga ha veramente molto altro.
Il protagonista, Kido Tatsuhiko, ragazzo da poco trasferitosi a Tokyo per studiare, se ne fa un discreto numero, è vero, ma il legame con le varie ragazze con cui si troverà a interagire si trova fin dall'inizio a evolversi lungo dei binari diversi dal solito, in quanto il buon Kido dovrà convivere con una costante e devastante "fonte di distrazione": un buco nel muro attraverso cui Emiru, una studentessa che vive da sola nell'appartamento a fianco, lo spia nei momenti più spinti e tramite il quale è ben lieta di farsi a sua volta guardare in mille pose osé.
Da bravo ragazzo, come da manuale Kido vorrà chiudere il buco, mentre Emiru cercherà di difendere questo suo "strumento di visione" con il quale vedere "la vera natura delle persone".
Ora, da questa situazione inaspettata prenderanno il via scene esilaranti, in cui il protagonista si troverà suo malgrado a convivere con l'imbarazzo di sapersi spiato dovendo allo stesso tempo apparire normale con il partner, ma anche momenti di tensione legati alla costante paura di vedersi scoperto a far parte di un gioco perverso. Non mancheranno i confronti e gli scontri con Emiru, vera regista delle vicende in cui si troverà Kido e i cui reali scopi e intenti non saranno chiari da subito...
Ho apprezzato davvero molto l'attenzione dedicata in particolare alla psicologia dei personaggi femminili, che lungi dall'apparire mere comparse tutto corpo e niente cervello sono invece credibili e intriganti (segno dell'attenzione che l'autrice vi ha dato). Emiru soprattutto è un personaggio che lascia il segno, più ancora che per il suo corpo, per la sua controversa personalità. Spinge anzi il lettore a porsi domande importanti in merito soprattutto al modo di relazionarsi con il prossimo: quanto siamo sinceri nel modo in cui ci poniamo con un'altra persona? Quali maschere portiamo, e soprattutto perché non possiamo fare a meno di portarle?
Quasi una denuncia dell'ipocrisia di cui tanta parte della società moderna è ampiamente imbevuta.
Penso che sia stato proprio quest'ultimo punto a spingermi a finire in fretta quest'opera, anche a costo di "scorrere velocemente" su certe scene davvero cariche di sensualità ed erotismo, tra l'altro rappresentate con uno stile grafico molto pulito sebbene dettagliato e, per quanto possa stupire dirlo, mai volgare. Perché il sesso non viene qui rappresentato nella sola accezione di momento di copulazione e godimento, ma a seconda dei casi avrà modalità e significati molto differenti, che vanno dallo strumento di sfogo a quello di controllo di menti vulnerabili, dal semplice sesso per divertimento a quello pregno di sentimento. Che non sempre è corrisposto o compreso.
Il finale della storia non è stato per me una sorpresa, eppure avvicinandomi mi sono trovato a desiderarlo non per voler finire la lettura ma per veder risolta una delle più intriganti storie d'amore e odio che abbia avuto modo di leggere.