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8.5/10
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Kyoto animation in meglio o peggio ha sicuramente contribuito alla visione degli anime per come li conosciamo oggi.
Hanno seguito e continuano tutto'ora un percorso di realismo, legato alle tematiche di adolescenza e giovinezza non indifferente, variando di genere in genere, di autore in autore e quindi di stile in stile. Ormai non si possono più definire un "moe" studio nonostante ne tengano sempre delle caratteristiche, i tempi di "K-on", "Tamako market" sono ormai storia e la stessa Yamada Naoko ha dimostrato il suo talento ed evoluzione nelle ultime opere cinematografiche. Eppure non hanno ancora mostrato il loro potenziale pienamente espresso. L'unica opera che forse aveva queste aspettative e puntava ad un target diverso era proprio "Violet Evergarden", eppure ha fallito in tale ambito. In effetti un'altra serie dall'alta qualità produttiva per il periodo è stata rilasciata dallo studio e trovo che sia riuscita molto di più a mostrarne le capacità e la maturità ed è stata, a mio parere, ingiustamente dimenticata. Questa serie è "Hyouka".
Qui il sentore agrodolce delle esperienze giovanili con le loro amarezze, unite ad una ingenuità necessaria vengono risaltati in maniera molto più naturale e semplice, più che la struttura narrativa sono i personaggi stessi, i primi a riuscire a complicare tutto ciò che vedono in degli impeti di curiosità stravagante.
Yasuhiro Takemoto, qui dirige con coerenza insieme a sceneggiatura, character design e art direction. Un lavoro di gruppo che lo vede in prima linea fino al finale.

Partendo quindi dal cast di personaggi, abbiamo come protagonista Houtarou, un disinteressato studente liceale, devoto alla conservazione delle energie e praticante del motto "se devi far qualcosa, finiscila velocemente". insieme a lui i compagni storici delle medie: Satoshi e Mayaka. Le motivazioni dei personaggi non ci vengono spiegate (sebbene siano interpretabili) e neanche in che maniera si siano conosciuti ma la loro alchimia è sicuramente curiosa. Diverrà "potentissima" con l'entrata di Eru, una ragazza curiosa e non poco invadente dal motto senza speranza di "sono curiosa!!", per sfortuna (o fortuna in questo caso) di Houtarou, che a causa del suo talento investigativo dovrà seguirla senza possibilità di tornare alla sua vecchia vita.
Rispetto alla novel i personaggi sono stati riadattati sempre più allo stile Kyoani con l'avanzare della storia. Le loro interazioni quotidiane e i vari incidenti non risulteranno banali nella loro semplicità grazie ad una visione accurata, quindi può essere adatto ai neofiti ma fino ad un certo punto.

Nota importante è il character design molto curato, sono passati da personaggi più adulti, di classe ma anche stereotipabili a dei chara molto più memorabili e variegati. Gli stessi autori ammettono che Houtarou ed Eru sono più attraenti oltre che stranamente amichevoli per lo spettatore.
Satoshi viene presentato come un ragazzo divertente, che però nasconde chiaramente dei sentimenti dietro il suo sorriso consapevole. È il classico ragazzo medio che non brillerà in nulla, quindi lo posso personalmente capire ma non per questo sarò d'accordo con alcune sue azioni (e neanche la serie vuol dare ragione ad alcuno, viene raccontata secondo le prospettive di ogni personaggio e questa sua costante differenza e confronto è anche la sua forza).
Mayaka la più bassa del gruppo è anche la più forte e proattiva. Si dimostra sempre rigida nei confronti di Houtarou probabilmente anche lei gelosa (come Satoshi), o forse solo arrabbiata del suo talento rinchiuso. È chiaro dalle sue parole che vuole vedere Houtarou più attivo proprio come Eru, sebbene quest'ultima non spiegherà quanto sia interessata a quel talento per la propria curiosità o quanto per la persona che lo possiede, la relazione tra i due è sicuramente ancora da scoprire. Tutto il cast di personaggi ha un chara stravagante, connesso ai loro comportamenti ed i loro umori, si sposa quindi in maniera eccellente insieme all'art direction.
Non meno apprezzabile è il comparto audio: del cast che riesce a continuare la linea originale ed indimenticabile del chara
e delle OST classiche e di ambientazione fino alle opening e le ending che ripropongono l'io dei personaggi in ulteriori contesti.

Molti richiedono una seconda stagione e la risposta che viene data come al solito è: non ci sta abbastanza materiale. Ma in realtà gli autori hanno riadattato molto, quindi il seguire costantemente l'originale non era mai stato in programma.
In conclusione ho preferito tenermi sul generale ed evitare spoiler incentivando la visione di chi non la ha visto... e magari un'altra visione a chi lo ha dimenticato.
Per me è stata una bella prima visione e una piacevole seconda.
Gli darei quasi 9 nonostante i difetti che molti hanno trovato sul finale (che è stato probabilmente scelto nella visione del direttore più che dello sceneggiatore) ed anche su personaggi e storia.
Invece trovo che il percorso di crescita (in particolare del protagonista) è evidente fin nel finale, ma la natura agrodolce ed amara della serie tormenterà lo spettatore nei momenti irrisolti.
Ma non è forse questo l'aspetto della realtà più rappresentato e riuscito dello staff Kyoani?