Recensione
Die Hard Trilogy
9.0/10
Nel 1996, Probe Entertainment e Fox Interactive danno vita ad uno dei, a mio avviso, migliori Tie-in (videogiochi basati su film) mai prodotti su licenza: DIE HARD TRILOGY
Come da titolo, è un videogioco in tre capitoli basato sui primi tre film della saga (ad oggi, Aprile 2019, esistono 5 film di Die Hard) ma uscito per Playstation, Saturn e Pc.
Ogni capitolo rappresenta uno dei film con protagonista Bruce “John McClane” Willis ed è strutturato in modo da rappresentarlo nella maniera più fedele possibile.
E’ possibile passare da un capitolo all’altro senza dover necessariamente terminare prima il capitolo precedente (quindi giocare metà del primo capitolo, prendere il terzo e dopo un po’ riprendere il primo da dove si era arrivati attraverso i salvataggi selezionabili tramite il menu).
Questa recensione parlerà della versione Playstation (la migliore tra le tre)
Il primo dei tre capitoli, Die Hard, è un videogioco a visuale semi-isometrica alle spalle del protagonista, il Tenente John McClane
Scopo di questo capitolo è liberare il palazzo dai terroristi e disinnescare le bombe prima di terminare ogni livello. Un comparto grafico (parliamo di una console nel ’96) che si fa notare con texture 2d/3d, ombre, luci ed effetti (esplosioni, ambienti ed effetti) ben rappresentati.
Con le frecce è possibile spostarsi nelle quattro direzioni, uno strafe (spostamento laterale) molto comodo a destra o sinistra rispettivamente con i tasti L1 o R1 e capriole L2 ed R2, la X per sparare, il Triangolo per saltare, cerchio e quadrato per scegliere o lanciare una granata.
Dotato di colonna sonora di natura electro-rock con pezzi orecchiabili che ben si adattano all’azione esaltante ed ininterrotta ed una difficoltà ben calibrata.
5 armi a disposizione (la beretta in dotazione, unica arma con munizioni infinite; lo shotgun, mitragliatore d’assalto, M60 ed MP5) oltre a granate o fumogeni. Sparsi per il livello potremo trovare inoltre kit medici (dimenticati chissà da chi) in grado di far recuperare parte della propria energia (se siamo fortunati anche tutta) e giubbetti antiproiettile.
Unico neo forse una certa ripetitività che comincia a sentirsi dopo qualche livello (i livelli totali sono circa una ventina, compresi quelli bonus ambientati sul terrazzo).
Il secondo capitolo, DIE HARDER (così come il titolo originale del film) cambia completamente prospettiva passando da una terza persona ad una prima persona ma, attenzione a non scambiarlo per un FPS. Si tratta di un semplice (ma mica tanto) Shooter su binari alla Operation Wolf (o Virtua Cop).
Anche qui lo scopo è quello di liberare ogni livello dai terroristi insidiatisi nell’aeroporto ma ci saranno anche delle belle sequenze all’aperto (motoslitta in movimento, elicottero che sorvola.
La grafica, sebbene alle volte presente bad clipping (texture che compaiono/spariscono all’improvviso) è ben realizzata, con effetti di luce ed esplosioni a farla da padrone. Quello che manca nel primo titolo è l’ambiente qui quasi totalmente distruttibile (mattonelle che cadono dal soffitto o dalle pareti, computer, oggetti di vario tipo). La difficoltà è medio/alta (si muore più facilmente ma non è impossibile portare a termine le missioni). La colonna sonora sempre azzeccata con pezzi che spaziano dall’elettronica all’ambient, sempre orecchiabili e mai fastidiose. Muovere il mirino con il controller non è sicuramente comodo come l’usar una pistola (qui compatibile)(N.D. lo giocai con entrambi….paradossalmente imparai a giocare meglio con il controller): con le frecce si controlla il mirino, con X si spara, con cerchio o quadrato si lanciano granate. Per motivi di natura tecnica non è chiaramente possibile effettuare strafe o capriole (come detto prima, il personaggio si muove automaticamente, noi dobbiamo solo preoccuparci di sparare). Anche qui, come nel capitolo precedente, è possibile recuperare dai terroristi uccisi o colpendo alcune casse sparse nel livelli, armi (le stesse del primo capitolo, sia granate che armi da fuoco), medikit e giubbetti antiproiettile.
Questo secondo capitolo rappresentava un valido shooter dell’epoca (vuoi per lo scarso numero di alternative e per la più che buon qualità) non un mero strumento per riempire il cd nero (sebbene sia questo che il primo capitolo non siano fedeli nella trama).
Ultimo (ma non per importanza) capitolo è rappresentato da DIE HARD WITH A VENGEANCE in cui passiamo da giochi che prevedono l’uso delle armi ad uno che prevede l’uso dei…. veicoli.
Forse il più difficile dei tre giochi su licenza. Lo scopo è quello di “investire” le bombe durante il percorso prima che scada il tempo. La difficoltà è data sia dal tempo (chiaramente non infinito), dal traffico che si troverà durante il percorso e dalla guida assolutamente arcade che non permette sempre movimenti precisi. Investendo pedoni (cosa che, piaccia o non piaccia, avverrà spesso) oltre a perdere velocità, si attivano automaticamentei tergicristalli che puliranno il parabrezza dal sangue che schizza, creando un effetto macabro e allo stesso tempo divertente.
Una grafica anche qui pompata (considerate che i giochi presenti nel cd, e non mi stanco di dirlo,sono tre e tutti e tre ben curati e caratterizzati), con ottimi effetti di luce (soprattutto le esplosioni e i loro effetti d’urto sui veicoli). Capita (invero molto raramente) che il veicolo da voi utilizzato (non selezionabile, è il gioco a proporvelo all’inizio del livello) possa incastrarsi tra altri veicoli o parti dello scenario (mi è capitato che, stringendo su una curva con R1 o L1 il taxi, sbattendo su un angolo di un edificio, si sia temporaneamente incastrato facendomi perdere secondi preziosi...)
I controlli qui sono essenziali. La croce per spostarsi a destra o sinistra (se volete stringere le curve i tasti posteriori) e la croce per il tasto turbo (quando disponibile)
Mi sono molto divertito all’epoca con questa collection, giocando molto più spesso il primo capitolo ed arrivando quasi ad usurarne il cd (non erano righe ma solchi quelli lasciati sul cd….poi ricomprato perchè non potevo non avere una playstation senza una copia di Die Hard Trilogy)(N.D come dire un’auto senza il motore)
Vi consiglio (che siate amanti o meno dei film della serie) di recuperare questa piccola perla al cubo tramite emulazione o acquistando il gioco (ancora facilmente reperibile su ebay senza troppa fatica)
Vedrete, non ve ne pentirete
Alla prossima da Fox Hunter
Come da titolo, è un videogioco in tre capitoli basato sui primi tre film della saga (ad oggi, Aprile 2019, esistono 5 film di Die Hard) ma uscito per Playstation, Saturn e Pc.
Ogni capitolo rappresenta uno dei film con protagonista Bruce “John McClane” Willis ed è strutturato in modo da rappresentarlo nella maniera più fedele possibile.
E’ possibile passare da un capitolo all’altro senza dover necessariamente terminare prima il capitolo precedente (quindi giocare metà del primo capitolo, prendere il terzo e dopo un po’ riprendere il primo da dove si era arrivati attraverso i salvataggi selezionabili tramite il menu).
Questa recensione parlerà della versione Playstation (la migliore tra le tre)
Il primo dei tre capitoli, Die Hard, è un videogioco a visuale semi-isometrica alle spalle del protagonista, il Tenente John McClane
Scopo di questo capitolo è liberare il palazzo dai terroristi e disinnescare le bombe prima di terminare ogni livello. Un comparto grafico (parliamo di una console nel ’96) che si fa notare con texture 2d/3d, ombre, luci ed effetti (esplosioni, ambienti ed effetti) ben rappresentati.
Con le frecce è possibile spostarsi nelle quattro direzioni, uno strafe (spostamento laterale) molto comodo a destra o sinistra rispettivamente con i tasti L1 o R1 e capriole L2 ed R2, la X per sparare, il Triangolo per saltare, cerchio e quadrato per scegliere o lanciare una granata.
Dotato di colonna sonora di natura electro-rock con pezzi orecchiabili che ben si adattano all’azione esaltante ed ininterrotta ed una difficoltà ben calibrata.
5 armi a disposizione (la beretta in dotazione, unica arma con munizioni infinite; lo shotgun, mitragliatore d’assalto, M60 ed MP5) oltre a granate o fumogeni. Sparsi per il livello potremo trovare inoltre kit medici (dimenticati chissà da chi) in grado di far recuperare parte della propria energia (se siamo fortunati anche tutta) e giubbetti antiproiettile.
Unico neo forse una certa ripetitività che comincia a sentirsi dopo qualche livello (i livelli totali sono circa una ventina, compresi quelli bonus ambientati sul terrazzo).
Il secondo capitolo, DIE HARDER (così come il titolo originale del film) cambia completamente prospettiva passando da una terza persona ad una prima persona ma, attenzione a non scambiarlo per un FPS. Si tratta di un semplice (ma mica tanto) Shooter su binari alla Operation Wolf (o Virtua Cop).
Anche qui lo scopo è quello di liberare ogni livello dai terroristi insidiatisi nell’aeroporto ma ci saranno anche delle belle sequenze all’aperto (motoslitta in movimento, elicottero che sorvola.
La grafica, sebbene alle volte presente bad clipping (texture che compaiono/spariscono all’improvviso) è ben realizzata, con effetti di luce ed esplosioni a farla da padrone. Quello che manca nel primo titolo è l’ambiente qui quasi totalmente distruttibile (mattonelle che cadono dal soffitto o dalle pareti, computer, oggetti di vario tipo). La difficoltà è medio/alta (si muore più facilmente ma non è impossibile portare a termine le missioni). La colonna sonora sempre azzeccata con pezzi che spaziano dall’elettronica all’ambient, sempre orecchiabili e mai fastidiose. Muovere il mirino con il controller non è sicuramente comodo come l’usar una pistola (qui compatibile)(N.D. lo giocai con entrambi….paradossalmente imparai a giocare meglio con il controller): con le frecce si controlla il mirino, con X si spara, con cerchio o quadrato si lanciano granate. Per motivi di natura tecnica non è chiaramente possibile effettuare strafe o capriole (come detto prima, il personaggio si muove automaticamente, noi dobbiamo solo preoccuparci di sparare). Anche qui, come nel capitolo precedente, è possibile recuperare dai terroristi uccisi o colpendo alcune casse sparse nel livelli, armi (le stesse del primo capitolo, sia granate che armi da fuoco), medikit e giubbetti antiproiettile.
Questo secondo capitolo rappresentava un valido shooter dell’epoca (vuoi per lo scarso numero di alternative e per la più che buon qualità) non un mero strumento per riempire il cd nero (sebbene sia questo che il primo capitolo non siano fedeli nella trama).
Ultimo (ma non per importanza) capitolo è rappresentato da DIE HARD WITH A VENGEANCE in cui passiamo da giochi che prevedono l’uso delle armi ad uno che prevede l’uso dei…. veicoli.
Forse il più difficile dei tre giochi su licenza. Lo scopo è quello di “investire” le bombe durante il percorso prima che scada il tempo. La difficoltà è data sia dal tempo (chiaramente non infinito), dal traffico che si troverà durante il percorso e dalla guida assolutamente arcade che non permette sempre movimenti precisi. Investendo pedoni (cosa che, piaccia o non piaccia, avverrà spesso) oltre a perdere velocità, si attivano automaticamentei tergicristalli che puliranno il parabrezza dal sangue che schizza, creando un effetto macabro e allo stesso tempo divertente.
Una grafica anche qui pompata (considerate che i giochi presenti nel cd, e non mi stanco di dirlo,sono tre e tutti e tre ben curati e caratterizzati), con ottimi effetti di luce (soprattutto le esplosioni e i loro effetti d’urto sui veicoli). Capita (invero molto raramente) che il veicolo da voi utilizzato (non selezionabile, è il gioco a proporvelo all’inizio del livello) possa incastrarsi tra altri veicoli o parti dello scenario (mi è capitato che, stringendo su una curva con R1 o L1 il taxi, sbattendo su un angolo di un edificio, si sia temporaneamente incastrato facendomi perdere secondi preziosi...)
I controlli qui sono essenziali. La croce per spostarsi a destra o sinistra (se volete stringere le curve i tasti posteriori) e la croce per il tasto turbo (quando disponibile)
Mi sono molto divertito all’epoca con questa collection, giocando molto più spesso il primo capitolo ed arrivando quasi ad usurarne il cd (non erano righe ma solchi quelli lasciati sul cd….poi ricomprato perchè non potevo non avere una playstation senza una copia di Die Hard Trilogy)(N.D come dire un’auto senza il motore)
Vi consiglio (che siate amanti o meno dei film della serie) di recuperare questa piccola perla al cubo tramite emulazione o acquistando il gioco (ancora facilmente reperibile su ebay senza troppa fatica)
Vedrete, non ve ne pentirete
Alla prossima da Fox Hunter