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Considerando che la prima serie non mi ha fatto impazzire, sono rimasto piuttosto sorpreso nel riscontrare la maggior attenzione per il ritmo narrativo di questa seconda.

A detta di molti estimatori del manga, questo "Tokyo Ghoul √A" non rispetta propriamente la controparte cartacea, prendendo addirittura una strada differente, ma questo non mi ha portato affatto a screditare il tutto, dal momento che, rispetto alla serie precedente, elimina molte scene inutili e ridondanti, concentrandosi unicamente su quello che dovrebbe essere il clou della storia.
Lo stesso protagonista Ken Kaneki riesce a convincere di più, uscendo da quel guscio di bimbo timido e inutile che aveva precedentemente, e acquisendo un'identità più accattivante e meno melodrammatica (elemento che ogni tanto me lo rendeva antipatico), aiutando, di conseguenza, anche gli altri personaggi ad aumentare il proprio carisma.

Certo, alcune scene confuse continuano ad esserci; determinati personaggi risultano ancora troppo esagerati, secondo il mio modesto parere, ma se non altro entrano in gioco degli elementi che rendono il tutto più interessante e che, nel bene o nel male, riescono anche a dare una sorta di conclusione molto più accettabile di quanto non sia stata quella prima...
Alcune porte rimangono aperte, ma tutto sommato sono riuscito a percepire un clima meno autoreferenziale e un artisticità più calcolata e apprezzabile; la stessa opening è bellissima da questo punto di vista.
Ovviamente un minimo bisogna scendere a compromessi e vedere il tutto secondo la logica di questo anime, ma al sottoscritto è risultata una serie registicamente e artisticamente più valida.

Non si parla di un capolavoro però, questo tenetelo bene a mente; si tratta di un'opera che riesce semplicemente a fare un po' più bella figura, tutto qua.