Recensione
Food Wars! The Fourth Plate
7.5/10
Recensione di AnthonySoma-sensei
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Se con la terza stagione "Shokugeki no Soma" ha raggiunto il suo massimo potenziale sotto alcuni specifici aspetti come la caratterizzazione narrativa e l'esaltazione evolutiva dei personaggi principali dell'opera, la quarta stagione riconduce nuovamente la trama in una dimensione statica e ripetitiva, per la quale neanche i molteplici flashback e l'accelerazione di alcune parti del manga hanno potuto evitare la manifestazione di noia all'interno dello spettatore. Noia che almeno si può considerare preannunciata, costruita a partire già dagli ultimi episodi della terza stagione.
In effetti lo spettatore cosa si sarebbe mai potuto aspettare dal "Regiment de Cuisine"? È vero, Tsukuda attraverso la proposizione di un nuovo tipo di battaglia culinaria tenta in qualche maniera di alleggerire la solita solfa e presentare stimoli diversi dal solito modus operandi. Tuttavia si tratta chiaramente di un'arma a doppio taglio, in quanto da una parte riesce ad approfondire l'evoluzione narrativa e psicologica di alcuni personaggi, come Erina, la quale finalmente ha raggiunto una quadratura definita e completa all'interno della storia; d'altra parte, è difficile evitare lo spazio labirintico venutosi a creare all'interno delle quattro mura in cui si sono tenute quasi per intero tutte le battaglie culinarie del "Regiment de Cuisine". Dunque l'autore si è focalizzato principalmente su Erina, che è riuscita a liberarsi dalle catene paterne per perseguire un'idea di cucina la quale non debba essere necessariamente ricondotta a prodotti e piatti raffinati oppure significare nel vero senso della parola "perfezione", ma prendere in considerazione, nell'accezione globale, elementi come la passione, i sentimenti, le speranze che si ripongono all'interno di un piatto. Si potrebbe definirlo come un modo di cucinare più simile a quello di Soma, al quale, però, ancora non ha riconosciuto di essere un rivale alla sua altezza (non ha sancito la bontà di un suo piatto). Anche se, oramai, la Regina di Ghiaccio sembra essere caduta ai piedi del giovane cuoco della tavola calda - d'altronde una delle caratteristiche migliori di Soma è sempre quella di coinvolgere tutti, nessuno escluso, con la sua predominante determinazione nel fare le cose. Già all'interno della terza stagione si sono visti dei chiari segni di questo graduale cambiamento da parte di Erina, e la quarta ha messo il punto esclamativo sul loro rapporto.
Il tema che ha lasciato molti punti interrogativi è di sicuro il finale nuovamente aperto: con quanto visto nell'ultimo episodio, chiunque avrebbe potuto pensare a una conclusione definitiva e logica delle vicende. Tuttavia, Tsukuda ha voluto stupirci per l'ennesima volta, facendo chiaramente intendere che i giochi non sono ancora finiti. Oltretutto sorge la necessità di sottolineare come i produttori abbiamo svolto davvero un ottimo lavoro nel tagliare l'arco narrativo di intermezzo (quello frapposto tra il "Regiment de Cuisine" e il "Blue"), per presentare direttamente il nuovo avversario di Soma. Parlando personalmente, preferisco quando l'anime è fedele in tutto e per tutto al manga, ma in questo frangente il taglio di gran parte dell'arco narrativo è stato geniale, volto ad aumentare l'hype nello spettatore per la quinta e credo ultima stagione già annunciata.
Il comportato grafico resta fedele alle precedenti stagioni, non ho notato particolari miglioramenti o d'altra parte abbassamenti della qualità globale; come al solito l'esaltazione delle curve delle ragazze durante gli shokugeki, oppure la new entry, il "Denudamento Trasmesso", sono qualcosa davvero di eccezionale, naturalmente non da prendere in maniera seria, ma che quantomeno strappa un sorriso de è utile a spiegare la differenza nella qualità dei piatti. Come accennato in precedenza, le animazioni non sarebbero quasi giudicabili, dato lo spazio labirintico nel quale si sono svolte le vicende di questa specifica stagione. L'opening (Stereo Dive Foundation - "Chronos") e l'ending (nano.RIPE - "Emblem") non mi hanno dato quella carica e quella spinta come nella terza stagione, sono leggermente sottotono; il doppiaggio mi fa sempre morire dalle risate, soprattutto quando vengono pronunciate le parole in italiano.
Sostanzialmente questa statica quarta stagione supera appieno la sufficienza; siamo arrivati quasi alle fasi conclusive dell'opera, di conseguenza i colpi di scena sono all'ordine del giorno. Bisogna comunque premiare la meticolosità di Tsukuda nel caratterizzare tutti, e dico tutti i personaggi attraverso dei brevi e rapidi flashback, anche se fungono da semplici comparse all'interno della storia. Non ci resta altro che scoprire quale sarà il futuro dei nostri giovani cuochi e se l'autore ha in serbo per lo spettatore anche qualche risvolto a livello amoroso, oppure se desidera attenersi rigorosamente ai canoni dello shonen classico. Chi lo sa, lo scopriremo nell'ultima stagione!
Il mio voto finale è 7,5.
In effetti lo spettatore cosa si sarebbe mai potuto aspettare dal "Regiment de Cuisine"? È vero, Tsukuda attraverso la proposizione di un nuovo tipo di battaglia culinaria tenta in qualche maniera di alleggerire la solita solfa e presentare stimoli diversi dal solito modus operandi. Tuttavia si tratta chiaramente di un'arma a doppio taglio, in quanto da una parte riesce ad approfondire l'evoluzione narrativa e psicologica di alcuni personaggi, come Erina, la quale finalmente ha raggiunto una quadratura definita e completa all'interno della storia; d'altra parte, è difficile evitare lo spazio labirintico venutosi a creare all'interno delle quattro mura in cui si sono tenute quasi per intero tutte le battaglie culinarie del "Regiment de Cuisine". Dunque l'autore si è focalizzato principalmente su Erina, che è riuscita a liberarsi dalle catene paterne per perseguire un'idea di cucina la quale non debba essere necessariamente ricondotta a prodotti e piatti raffinati oppure significare nel vero senso della parola "perfezione", ma prendere in considerazione, nell'accezione globale, elementi come la passione, i sentimenti, le speranze che si ripongono all'interno di un piatto. Si potrebbe definirlo come un modo di cucinare più simile a quello di Soma, al quale, però, ancora non ha riconosciuto di essere un rivale alla sua altezza (non ha sancito la bontà di un suo piatto). Anche se, oramai, la Regina di Ghiaccio sembra essere caduta ai piedi del giovane cuoco della tavola calda - d'altronde una delle caratteristiche migliori di Soma è sempre quella di coinvolgere tutti, nessuno escluso, con la sua predominante determinazione nel fare le cose. Già all'interno della terza stagione si sono visti dei chiari segni di questo graduale cambiamento da parte di Erina, e la quarta ha messo il punto esclamativo sul loro rapporto.
Il tema che ha lasciato molti punti interrogativi è di sicuro il finale nuovamente aperto: con quanto visto nell'ultimo episodio, chiunque avrebbe potuto pensare a una conclusione definitiva e logica delle vicende. Tuttavia, Tsukuda ha voluto stupirci per l'ennesima volta, facendo chiaramente intendere che i giochi non sono ancora finiti. Oltretutto sorge la necessità di sottolineare come i produttori abbiamo svolto davvero un ottimo lavoro nel tagliare l'arco narrativo di intermezzo (quello frapposto tra il "Regiment de Cuisine" e il "Blue"), per presentare direttamente il nuovo avversario di Soma. Parlando personalmente, preferisco quando l'anime è fedele in tutto e per tutto al manga, ma in questo frangente il taglio di gran parte dell'arco narrativo è stato geniale, volto ad aumentare l'hype nello spettatore per la quinta e credo ultima stagione già annunciata.
Il comportato grafico resta fedele alle precedenti stagioni, non ho notato particolari miglioramenti o d'altra parte abbassamenti della qualità globale; come al solito l'esaltazione delle curve delle ragazze durante gli shokugeki, oppure la new entry, il "Denudamento Trasmesso", sono qualcosa davvero di eccezionale, naturalmente non da prendere in maniera seria, ma che quantomeno strappa un sorriso de è utile a spiegare la differenza nella qualità dei piatti. Come accennato in precedenza, le animazioni non sarebbero quasi giudicabili, dato lo spazio labirintico nel quale si sono svolte le vicende di questa specifica stagione. L'opening (Stereo Dive Foundation - "Chronos") e l'ending (nano.RIPE - "Emblem") non mi hanno dato quella carica e quella spinta come nella terza stagione, sono leggermente sottotono; il doppiaggio mi fa sempre morire dalle risate, soprattutto quando vengono pronunciate le parole in italiano.
Sostanzialmente questa statica quarta stagione supera appieno la sufficienza; siamo arrivati quasi alle fasi conclusive dell'opera, di conseguenza i colpi di scena sono all'ordine del giorno. Bisogna comunque premiare la meticolosità di Tsukuda nel caratterizzare tutti, e dico tutti i personaggi attraverso dei brevi e rapidi flashback, anche se fungono da semplici comparse all'interno della storia. Non ci resta altro che scoprire quale sarà il futuro dei nostri giovani cuochi e se l'autore ha in serbo per lo spettatore anche qualche risvolto a livello amoroso, oppure se desidera attenersi rigorosamente ai canoni dello shonen classico. Chi lo sa, lo scopriremo nell'ultima stagione!
Il mio voto finale è 7,5.