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Trovo di una difficoltà immensa recensire "Aku no Hana". Le parole mi sembrano vuote, ora. La semplice descrizione che accompagna ogni anime e manga su questo sito mi sembra triviale, inutile, senza senso; le categorie che gli sono state accostate, etichette vuote e frammentarie.
Scrivo di getto quanto impresso nella mia memoria dopo la lettura di un'opera che mi ha lasciato svuotato ben più di tante altre che ho affrontato durante la mia carriera. Non trovo le parole anche perchè altri, nel recensirle, ne hanno trovate di così magnifiche da farmi sentire in colpa nel provare ad emularli. Complimenti a loro, per inciso.

Trovare il proprio posto nel mondo, distinguersi dalla massa, collocarsi nella società e nelle relazioni interpersonali, essere un individualità e non un clone, una copia conforme, dello stesso soggetto ripetuto, vivere "dall'altra parte", per citare l'opera stessa: questo è, in extrema ratio, il succo di "Aku no Hana". Il dilemma esistenziale dell'adolescenza, il dubbio dell'essere umano per eccellenza, il lasciare un segno in un mondo grigio ed uniforme.
I primi capitoli, ad un'occhiata superficiale ed infantile, possono essere solamente lo sforzo di una mente malata e depravata, un tripudio di parafilie assurde, morbose ed inquietanti. Come verrà invece evidenziato nell'ultimo capitolo, magistrale e dolorosamente chiarificatore, sono il grido disperato di aiuto di una persona che vuole sfuggire al richiamo della massa, dall'essere contagiata dal morbo del conformismo; una persona che, in questo cammino, non vuole essere sola e non vuole allo stesso tempo esporre i suoi bisogni ad altri.
L'opera nel complesso è uno struggente messaggio alla società, rigida oltremodo e difficilmente interpretabile da chi si appresta ad entrarvi. Il percorso del protagonista, e degli individui che lo circondano, è il doloroso evolversi del nostro essere alla ricerca di condivisione, emozioni, sentimenti, legami.

La lettura dell'opera è snervante ed inquietante; allo stesso modo è attraente, calamitando l'attenzione del lettore attraverso un climax che puntualmente si ripete, periodico e distruttivo. Sinceramente, il manga lascia svuotati, a terra, amebe incapaci di risollevarsi nel breve. È disarmante l'intensità espressa in così pochi capitoli, densi da un punto di vista emozionale e spesso sorretti da un rendering grafico all'altezza.
"Aku no Hana" è un male necessario: è malsano, duro, spigoloso, angosciante, sconvolgente, ma nonostante questo trascina il lettore in un racconto doveroso per la sua crescita morale e psicologica. Ritrovando un minimo del mio solito animo, è come il Vicks Vaporub: un balsamo per il corpo e per l'anima che brucia lancinante, ma il cui effetto ed il cui compito è ben noto e ben svolto.