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9.5/10
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«Grand Blue» è un manga che inganna il lettore. Chi lo approccia inizialmente, senza conoscerlo, parte dall'idea di avere tra le mani un manga che parla di immersioni subacquee. Ma dopo tre pagine, il manga si rivela per ciò che è: un'opera comica di elevata qualità che narra la vita universitaria di gruppo di ragazzi, la cui passione per le immersioni serve solo da collante all'intero comparto narrativo. Chi sogna quindi lunghe scene sott'acqua non potrà che rimanerne deluso, salvo poi passare mezz'ora a ridere grazie alle situazioni sempre ai limiti dell'assurdo nel quale si vanno ad infilare i protagonisti. Alcool, donne, amicizia. Nel manga c'è tutto, in maniera fortemente esagerata. A differenza di altri prodotti comici come «Gintama» o «Excel Saga», «Grand Blue» percorre tuttavia la strada del non surreale. Mentre i primi due rompono spesso la quarta parete e giocano con il lettore, «Grand Blue» ha il pregio di rimanere ancorato a una sorta di realismo che permea l'intera opera che lo rende, quindi, una valida alternativa agli altri manga citati.

I disegni sono di pregiata qualità, sempre chiari da comprendere e, soprattutto, impreziositi dalla bravura di Kimitake Yoshioka nel disegnare espressioni che strappano più di una risata. La trama procede spesso per mini archi narrativi. È uno slice of life a tutti gli effetti, un racconto (molto) sopra le righe di come potrebbe, o vorrebbe, essere la vita universitaria di uno studente lontano da casa e in mezzo ad un gruppo di folli.

In definitiva, un manga assolutamente consigliato. Al momento della recensione il manga è inedito in Italia, mentre è disponibile su Prime Video l'anime, composto da 12 episodi. Quest'ultimo si rivela all'altezza del manga, ma si consiglia la visione con sottotitoli inglesi, in quanto in molti casi la traduzione italiana si ritrova ad ignorare vari giochi di parole che potevano benissimo essere tradotti.