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Se qualcuno mi chiedesse di descrivere con una parola "Un marzo da leoni" prima o seconda serie, la mia risposta sarebbe: "Emozionante".

Stavo cercando un tranquillo anime senza troppe pretese, quando ho incontrato questo piccolo capolavoro: all'inizio sinceramente non mi attirò più di tanto, sia i disegni sia il modo con il quale lo shogi veniva trattato non mi piacevano, trovavo i primi piuttosto strani, mentre per il secondo non capivo assolutamente niente di cose stesse accadendo durante le partite - la comprensione di mosse incredibili avveniva soltanto per il solito sospirare e vociare da anime, rendendo gli scontri piuttosto noiosi. Tuttavia, più andavo avanti, più i disegni cominciavano a piacermi, mentre per lo shogi, cominciando a focalizzarmi sulle emozioni dei giocatori, ho iniziato a godermi le partite, e in men che non si dica ero preso nella vita di questo straordinario giocatore adolescente di nome Rei. Purtroppo, a causa della natura complicata del gioco, non si riesce a capire cosa succede, e questo non cambia, al massimo lo si può vagamente intuire, ma una comprensione completa è impossibile per un occidentale. Questo in molti lo reputano un difetto, io sono d'accordo in parte, ricordiamoci che questo anime è fatto da Giapponesi per Giapponesi, non per esportarlo in giro per il mondo, quindi una base dettata dal fatto di vivere dove il gioco è stato creato penso lo renderebbe piuttosto comprensibile.
Per chi volesse fare paragoni con "Chihayafuru", altro anime che tratta di un gioco strettamente legato alla cultura giapponese, dicendo come lì si capisce subito cosa succede, vorrei ricordare che il karuta è infinitamente più semplice.

Tornando alle avventure del nostro protagonista, si potrà vedere come gli sfondi molto cupi e frequenti della prima stagione diminuiscono e iniziano a comparirne di più colorati, grazie alla sempre più frequente interazione con la famiglia delle tre sorelle (Akari, Hinata, Momo); non sono però da sottovalutare i personaggi secondari, come il professore e il migliore amico Nikaido, che faranno da personaggi comici all'interno del anime, e pure loro creano spunti sia di riflessione che di appoggio per Rei, spingendolo a migliorarsi. Tornando alle sorelle, nell'episodio 4 ha inizio l'arco narrativo incentrato su Hina, per me il migliore della serie sia per l'argomento trattato (il bullismo) sia per le emozione trasmesse, che riesce a esprimere perfettamente i sentimenti di tutti i personaggi, la tristezza, la paura, l'ansia, l'impotenza, anche grazie a un comparto tecnico molto buono. Sopratutto il doppiaggio rende questo arco una vera perla, la faccia di Hina nel mezzo dell'episodio 4 mi è rimasta ancora impressa dopo un mese dalla sua visione, inoltre offre una risoluzione piuttosto reale e per niente "buonista": il bullo/a infatti non è lasciato nel dimenticatoio, ma lo vedremo più volte mentre sconta la sua punizione, facendoci capire anche il perché delle sue azioni e quanto l'adolescenza sia la fase più complicata della vita.

Una menzione va fatta alla sorellastra di Rei, ovvero Kyoko, mina vagante nella vita del nostro protagonista, un po' sprecata, che ha ottimi incipit, ma ad un certo punto scompare e non la rivediamo più, ed è un vero peccato: essendo un ottimo personaggio, avrei voluto sapere come si evolve il rapporto tra loro due.