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10.0/10
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Attenzione, questa recensione può contenere spoiler dell'intera opera.

Demon Slayer, fenomeno mondiale che pareva fosse solo una "moda passeggera". Con l'uscita della prima stagione anime non si fa altro che parlarne, ma di questo ne parlerò in un'altra recensione. Escludendo delle piccole eccezioni, se un manga e un adattamento anime ottengono così tanti riconoscimenti e successo a livello mondiale sicuramente c'è anche più di un motivo.

La storia si incentra su Tanjiro, primogenito di una famiglia non molto benestante che deve badare alla madre ormai vedova e ai suoi fratelli più piccoli. Un giorno, tutta la sua vita viene distrutta in un secondo, quando i suoi occhi si posano sui corpi inermi dei suoi cari. La sorella Nezuko, però, è sopravvissuta, ma si rivela essere diventata un demone. Da quel momento Tanjiro si addestrerà nell'arte della spada per affrontare i demoni, creature della notte che si nutrono di esseri umani. Questi possono essere uccisi solo da un determinato tipo di katana e solo usufruendo di una respirazione e concentrazione assoluta. Di respirazioni ne troviamo di diversi tipi: acqua, fuoco, vento, nebbia, roccia, suono, bestia, fulmine, insetto, serpente e amore.
Certamente la trama presenta moltissimi dettagli visti e rivisti, quindi che cosa lo ha contraddistinto tra tutte le altre opere di spadaccini, demoni, mostri notturni e tecniche di respirazione?

La pluralità e la caratterizzazione dei personaggi è un fattore cruciale non indifferente. Partendo dagli spadaccini, troviamo i protagonisti Tanjiro e sua sorella Nezuko, Zenitsu, un ragazzo fifone ma dal cuore tenero, e Inosuke, un ragazzo irascibile e dal passato incerto. Quattro combina guai e casinisti che romperanno i momenti più pesanti per far sorridere il lettore e dargli tempo di riprendersi. Sicuramente quest'ultimo si affezionerà almeno ad uno dei Pilastri, maestri ammazza-demoni, ognuno dei quali dal design unico basato sulla respirazione su cui sono specializzati. E infine, i demoni, tutti diversi gli uni dagli altri e tutti con un passato da raccontare, dall'aspetto riconoscibile già dalla prima vignetta. Lo stesso antagonista della storia, il temibile Kibutsuji Muzan, si presenta in ben 4 forme differenti, rendendolo più inquietante e misterioso fino all'arco finale. Non mancheranno le lacrime e i gridolini anche per i villain secondari.

Lo stile di disegno nei primi volumi appare statico e fisso, non presenta nulla di particolare che potrebbe attirare l'attenzione dei nostri occhi, ma così come per altre opere, subisce man mano che la storia prosegue un'evoluzione e un miglioramento. Infatti, una volta giunti agli ultimi volumi dopo un lungo viaggio, si può notare una differenza enorme se non di più nel tratto e nella rappresentazione di scene movimentate e di azione. Chi ha avuto lo stesso coraggio di Tanjiro ad andare avanti nonostante i vari "ostacoli" sarà ben ricompensato.

Come in ogni manga, quest'opera è divisa in archi ben distinti che influiscono sullo scorrimento del racconto. Ogni arco si concentra su un combattimento ben preciso contro uno degli antagonisti fino ad arrivare al boss finale. Una volta conclusasi uno, ne parte un altro, come se avessimo messo un punto e virgola a quello che è passato. Non un punto, attenzione, poiché verso la fine tutto il percorso, tutte le esperienze e tutti i personaggi incontrati e persi, si sono rivelati necessari per il raggiungimento dell'obbiettivo finale.
Gridare a squarciagola ricordando con il protagonista i dolori affrontati e sentirsi parte di ogni singolo attacco sarà una sensazione percepibile anche ad occhi aperti, mentre il corpo verrà trasportato dalla bellissima danza di fuoco ed acqua.

Una storia strappalacrime capace di cogliere di sorpresa il lettore nei momenti più inaspettati, che affronta le tematiche della famiglia, del rispetto e amore fra congiunti e verso i propri senpai, tenere duro nonostante le difficoltà e andare oltre, saper affrontare la morte come un momento di pace e di accoglienza. Un must anche per chi non è molto appassionato del genere.