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“L’azienda ha un programma speciale che assume i tonti”, “se siamo tutti competenti non cresciamo mai”,” i tonti non hanno paura di sbagliare, a volte si trasformano in numeri uno”.

C’è però un problema: i tonti fanno ridere, i numeri uno no!

Hanako Yukimaru è una giovane reporter assunta dal canale televisivo “Star TV”. La ragazza è goffa ed imbranata e fondamentalmente, come sarà definita da uno dei suoi superiori, è una “tonta”.

E’ sicuramente un personaggio caricaturale: invece di camminare, saltella, ha una terribile faccia da schiaffi, non sa scrivere , i suoi testi una volta passati alla revisione, da neri diventano rossi a causa di tutte le correzioni, si perde dentro uno zoo e non riesce a pronunciare parole troppo complesse, tanto che c’è chi le chiede se abbia finito le elementari, tuttavia è circondata da personaggi che entro certi limiti, sono normali. Quindi ci si domanda: come è possibile che l’abbiano assunta? Questo è anche l’interrogativo che si pone il suo giovane collega Hajime Yamane. Sarà il direttore delle informazioni Toraya Ogura, a raccontare al ragazzo del “Programma assunzione Tonti” e a cosa serva.

Un’altra caratteristica di Yukimaru è quella di non possedere filtri sociali, quindi fa e dice quello che le passa per la testa, ignorandone le conseguenze, ma proprio questa sua spontaneità, si rivelerà un dono, perchè permetterà ai sui colleghi principianti, di superare le loro difficoltà lavorative e diventare dei veri professionisti.

Fra una gag e l’altra i primi due episodi scorrono velocemente, ma dalla terza puntata, il personaggio di Yukimaru viene accantonato, e viene dato più peso agli altri colleghi, questo trasforma “Channel_wa_Sonomama!”, in un normale seinen anche piuttosto noioso. Inoltre, mentre nei primi episodi, quello che diverte, è la capacità involontaria della ragazza, di interferire nella vita lavorativa dei compagni di lavoro, in quelli finali le sue apparizioni diventano scialbe e in alcuni casi fastidiose.
L’ultimo episodio si conclude Yukimaru che fa una intervista da “numero uno”, ma questo passaggio è fin troppo repentino e poco credibile.

Mi è piaciuto il forte contrasto tra una macchina perfetta, come lo è l’organizzazione di una tv commerciale, dove è importante saper gestire anche i pochi minuti di una diretta, e il comportamento anarcoide e destabilizzante della ragazza, che con la sua incompetenza, fa impazzire i colleghi, specie il suo capo Atsuo Ouchi (santo subito!)

Bello il montaggio della sigla finale alla “Inarritu”.

A questa serie assegno un bel 7, ma se gli ultimi episodi fossero stati all’altezza dei primi, avrebbe preso di più.