Recensione
Rokuro Shinofusa World
1.0/10
In questa raccolta sono presenti tre racconti (di cui l'ultimo suddiviso in due parti) molto differenti tra loro.
Il primo, "Come creare bambini affettuosi", è caratterizzato da un tratto evocativo che rimanda ad un'ambientazione europea, vicina a quella dell'Inghilterra di inizio secolo.
La storia, piuttosto confusa a tratti nella sua esposizione, scaturisce da un sogno che il sensei fece in gioventù, il quale ha ispirato il design della protagonista, una cameriera che utilizza come arma un lungo tubo d'acciaio. Mi ha riportato alla mente "Fullmetal Alchemist" per il tratto e per come l'alchimia sia protagonista della storia, Violet "Evergarden" per la gestione dell'emotività della protagonista.
Il secondo racconto, "Suzuki, l'arma biologica", tratta il tema più leggero e infantile della "guerra" tra maschi e femmine in una scuola elementare giapponese. Il tratto incerto e la sceneggiatura debole creano un po' di confusione, ma mi è parsa la più godibile delle tre. Non vedrei male il sensei in un'opera di questo genere.
Prototipo di "Natsu no Kumo", il terzo racconto si stacca dagli altri. È tuttavia presente una nota introspettiva che, a tratti, che sembra non voler arrivare al lettore, (ma non è necessariamente un male).
Specie in questa storia, ho notato l'influenza del sensei Kentaro Miura, in particolar modo nel design dei mostri e delle creature.
Alla fine di ognuno di questi racconti è riportato il commento dell'autore, in cui sono presenti scuse per delle storie create in tempi diversi, per lo più in epoca giovanile, ma delle quali conserva bei ricordi, in quanto lo hanno portato a migliorarsi come mangaka.
CONCLUSIONI
Un'opera non fondamentale, a mio avviso, ma sicuramente interessante per chi fosse un amante del sensei e volesse approfondire gli inizi della sua carriera.
Il primo, "Come creare bambini affettuosi", è caratterizzato da un tratto evocativo che rimanda ad un'ambientazione europea, vicina a quella dell'Inghilterra di inizio secolo.
La storia, piuttosto confusa a tratti nella sua esposizione, scaturisce da un sogno che il sensei fece in gioventù, il quale ha ispirato il design della protagonista, una cameriera che utilizza come arma un lungo tubo d'acciaio. Mi ha riportato alla mente "Fullmetal Alchemist" per il tratto e per come l'alchimia sia protagonista della storia, Violet "Evergarden" per la gestione dell'emotività della protagonista.
Il secondo racconto, "Suzuki, l'arma biologica", tratta il tema più leggero e infantile della "guerra" tra maschi e femmine in una scuola elementare giapponese. Il tratto incerto e la sceneggiatura debole creano un po' di confusione, ma mi è parsa la più godibile delle tre. Non vedrei male il sensei in un'opera di questo genere.
Prototipo di "Natsu no Kumo", il terzo racconto si stacca dagli altri. È tuttavia presente una nota introspettiva che, a tratti, che sembra non voler arrivare al lettore, (ma non è necessariamente un male).
Specie in questa storia, ho notato l'influenza del sensei Kentaro Miura, in particolar modo nel design dei mostri e delle creature.
Alla fine di ognuno di questi racconti è riportato il commento dell'autore, in cui sono presenti scuse per delle storie create in tempi diversi, per lo più in epoca giovanile, ma delle quali conserva bei ricordi, in quanto lo hanno portato a migliorarsi come mangaka.
CONCLUSIONI
Un'opera non fondamentale, a mio avviso, ma sicuramente interessante per chi fosse un amante del sensei e volesse approfondire gli inizi della sua carriera.