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C'era una volta uno studio di animazione chiamato WIT che incantò il mondo con lavori di altissima qualità, pieni di animazioni mozzafiato e tanta, tantissima classe.
C'era una volta un autore, Nagabe, che dopo una gavetta fatta di dōjinshi boys love decise di cimentarsi in un'opera radicalmente diversa, se non inusuale, per quello che era il suo curriculum artistico.

Tanto tempo fa, ma non così tanto lontano, Nagabe e WIT Studio decisero di dare vita ad un cortometraggio di appena diece minuti ispirato a quella storia così inusuale quanto affascinante.

Fu così che vide la luce "Girl from the Other Side".

Sarò sincero, alla notizia della realizzazione di questo OVA la mia reazione non fu delle migliori, consideravo l'opera di Nagabe troppo particolare da essere facilmente animata e gli ultimi lavori di WIT non mi avevano entusiasmato.
Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.

Realizzato nel 2019, "Girl from the Other Side" è quello che si può definire un "perfect game", capace di racchiudere in soli dieci minuti tutte le atmosfere surreali e fiabesche del manga, esaltandone alcuni lati e arricchendone altri con nuove sfumature e dettagli.

Ciò che colpisce da subito lo spettatore è la totale assenza di dialoghi, scelta apparentemente azzardata, ma che si rivelerà vincente e suggestiva. Il non poter ascoltare le voci dei protagonisti mette in primo piano il comparto visivo che, con prepotente classe, si appropria della scena, regalando alcune finezze che forse non tutti riusciranno a cogliere.

Potremmo partire dalla scelta di colorare a mano ogni singolo frame con acquerelli, rendendo il tutto squisitamente "artistico" al pari di certi corti animati russi di metà '900? Magari possiamo sottolineare la sapiente direzione artistica in grado di dosare nel migliore dei modi le preponderanti chine nere del manga senza rendere il tutto una chiazza di colore monocromatica? Oppure notare le costanti citazioni ad un certo cinema espressionista muto di scuola tedesca fra cui la splendida corsa nel corridoio a fine OVA che richiama prepotentemente le scenografie asimmetriche de "Il gabinetto del Dr. Caligari"? Di sicuro non citare la splendida colonna sonora ad opera di Schroeder-Headz, al secolo Shunsuke Watanabe, sarebbe un ingiustizia, così delicata e allo stesso tempo capace di dare voce ai personaggi senza voce di questo OVA, come Vince Guaraldi fece quasi sessant'anni fa con i Peanuts di Charles M. Schulz.

Che dire di più, se non che ci troviamo dinanzi ad una perla da scoprire e rivedere più e più volte nel tentativo di scoprire le infinite citazioni e tributi nascosti in questi appena dieci minuti di animazione allo stato d'arte più puro?