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8.0/10
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"86 Eighty Six", anime tratto dalle lightnovel di Asato Asato, è quella che definirei una piacevole sorpresa. Ha il pacchetto completo: storia, caratterizzazione dei personaggi e animazioni e comparto tecnico notevoli. Ci sono delle pecche di trama, dei "boh" di background che non ti fanno capire perché determinate cose succedono, o anche solo il senso, ma direi che si porta a casa un 8 pieno e magari qualcosa di più.

La storia vede la Repubblica di San Magnolia in guerra da un decennio con il vicino Impero, cosa che ha costretto la Repubblica a barricarsi dietro un muro, nel distretto ancora in piedi, in un tentativo disperato di non venir invasi. Particolarità degli scontri: gli imperiali usano macchine autopilotate per le battaglie, chiamate Legione, cosa che nei primi anni di battaglie ha causato altissime perdite alla repubblica. San Magnolia per rispondere a questo inarrestabile nemico crea le proprie unità autonome (si fa per dire), i Juggernauts, delle sottospecie di aracnidi meccaniche con fucili montati sulla schiena; realizzati alla Macgyver durante una puntata di art-attak. I Juggernauts sono molto meno sofisticati delle unità della Legione, hanno una corazzatura così blanda che è scalfibile a mano con un coltello (bare in alluminio). Ovviamente a tutta la popolazione si racconta che sono pilotate a distanza, mentre invece l'esercito e gli alti funzionari del governo sono ben consci che per pilotarli ci infilano ex cittadini della repubblica privati dei diritti umani e civili (chiamati 86), giusto per l'occasione.

Le vicende narrate seguono un maggiore degli Alba, unico gruppo etnico che ha mantenuto i diritti civili nella Repubblica (sono albini e hanno gli occhi argento), Vladilena -Lena- Mirize ed il suo squadrone di vittime sacrificali molto poco a distanza di cui lei è l'handler. L'unità 1, gestita dal maggiore, è composta interamente da veterani, ossia soldati che sono in guerra da anni, dove di solito la vita media per un pilota di juggernauts è un anno si e no. Cosa che subito salta all'occhio è come la bella militare in poltrona da casa non ha una formazione strategica utile agli eventi e come i piloti non ne siano turbati minimamente, anzi come le fanno notare più volte se si sconnettesse e li lasciasse fare il risultato non cambierebbe. Questa è forse la più grossa delle pecche che annunciavo prima, è davvero poco sensato che gli Alba sappiano così poco di cosa succede sul terreno di scontro, e come siano ciecamente convinti che in due anni la guerra finirà perché l'autonomia delle macchine della legione dovrebbe finire, cosa assolutamente non vera e già dimostrata dai piloti su campo. Insomma San Magnolia sembra uno stato delirante di bastardi menefreghisti che però non hanno manco troppo a cuore la loro di pelle... qualcosa non torna.
Protagonisti degli eventi sono lo sconvolto Maggiore, alla scoperta della faccia brutta della Repubblica, e Shinei Nozen, capitano dell'unità di veterani con l'emblematico nome in codice: Undertaker e chiamato da tutti i suoi uomini "Shinigami". A questo duo si aggiungono poi alcuni altri esponenti del battaglione e la miglior amica del maggiore, Alba indottrinata convinta.

Il grande fascino della narrazione in questa serie è che avviene divisa, come divisi sono i personaggi, legati solo da un complesso sistema di comunicazione simil-neurale e calati in due realtà assolutamente non paragonabili, ma di fatto a poche miglia di distanza gli uni dagli altri.
E' molto profonda e sfaccettata l'analisi delle personalità a confronto, ma senza risultare inutilmente noiosa o melensa nei tratti personali ed emotivi. Conosciamo i soldati sfiancati dalla guerra vs la soldatessa da poltrona, che però vuole capire e provare fare la differenza, in modo fluido nello scorrere degli eventi. Il tutto avviene con eleganza senza che il fluire dei fatti perda in favore del focus sui personaggi. Cosa molto di pregio: Lena impara la guerra, non è un genio che schiocca le dita, sicuramente è sveglia, ma deve fare un po' di esperienza per capire i vari meccanismi e soprattutto per farsi uno stomaco. Nota, che io ho trovato pregevole, è il livello di crudezza dei toni, anche se giovanissimi questi soldati sono veterani del campo di battaglia non c'è spazio per l'innocenza o i nobili propositi, il rancore e il risentimento la fanno da padrone nel modo più umano e realistico possibile. Si può dire che 86 è un pugno nello stomaco psicologicamente parlando.

Concludo dicendo che l'apparato tecnico è davvero incredibile, le animazioni sono fluide e il tratto è pulito, gli esoscheletri sono grezzi, ma ben fusi con l'ambientazione e, grazie al cielo, si sono evitati momenti CGI discutibile. Le musiche sono molto azzeccate e in tema con gli eventi, l'ending "Avid" è assolutamente spettacolare.

A ottobre arriva la seconda serie! Non vedo l'ora. Anime davvero consigliato per chi ama il genere.