Recensione
Recensione di Focasaggia
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«Higurashi no Naku Koro ni Sotsu» è un anime, le cui animazioni sono curate dallo studio Passione, che ben conclude quanto di sospeso era rimasto nella serie precedente (Gou).
Perché nascono le tragedie? Due ragazze sono amiche, una è determinata a frequentare una scuola prestigiosa e impegnativa l’altra no, vuole continuare semplicemente a vivere nella cittadina dove è nata. Sono scelte personali per cui non si discute, solo che ognuna di loro vuole trascinare l’altra nel proprio futuro. Una di loro a tutti i costi.
Un’amicizia, quella di Rika e Satoko, che sembra tramutarsi talvolta in amore, talvolta in un odio profondo, ma in realtà è semplicemente un forte legame quello che unisce quelle due ragazze, qualcosa di raro e profondo.
Scelte che possono apparire folli, incomprensibili, in quel determinato contesto non lo sono. Sono due caratteri forti a confronto, due ragazze determinate a raggiungere il loro fine, ognuno di noi può darsi una propria risposta su chi stia seguendo la scelta giusta, ma non conoscendo il futuro una risposta davvero giusta non c'è, c'è solo la scelta più giusta per ogni persona.
I primi 13 episodi spiegano le dietro le quinte dei primi 17 episodi della serie precedente. Non si tratta di nuove avventure, nuovi archi, ma di quelle già viste con prospettive nuove e inquietanti, comprenderemo ogni cosa ci fosse sfuggita, anche il più piccolo particolare. Considerando la linea temporale la storia inizia dall’episodio 18 di «Higurashi no Naku Koro ni Gou» continuando sino al 24, poi per quanto sembri assurdo continua in quei 17 episodi che sono paralleli ai primi 13 di Sotsu, mentre gli ultimi due sono il finale al tutto.
Ottima la regia con qualche trovata di impatto come la carrellata che si vedrà all’inizio dell’episodio 14. Buone le animazioni, buona la resa grafica, che alterna litri di sangue a scene reali ben rese, come quella dove si mostra la canna di una pistola che, avendo appena sparato, a contatto con la pelle la brucia. Ricordando lo scalpore della seconda serie che portò ad una censura successiva, si nota che le scene splatter non vengono risparmiate anche in questa parte, sono tante, di impatto, crude, per le quali si sconsiglia vivamente la visione ad un pubblico facilmente impressionabile.
I primi minuti dell’episodio 14 sono un qualcosa di visivamente epico, apprezzabile soprattutto da chi, avendo seguito tutto di Higurashi, riconosce situazioni e personaggi che si susseguono a ritmo vertiginoso, si nota un grande sforzo in fatto di animazioni e disegni, da applausi.
Le musiche non sono all’altezza, discreta l’opening "Analogy" di Ayane mentre inferiore risulta l’ending "Missing Promise" di Konomi Suzuki. I disegni, dal tratto morbido, non sono sempre all'altezza. Keiichi Maebara, spesso protagonista delle tante avventure, ricopre un ruolo marginale, come le varie Rena Ryūgū, e le due sorelle gemelle Mion e Shion Sonozaki. Vittime o carnefici nei primi episodi sembreranno balle nel palmo della mano di chi tira i fili di tutto. Negli ultimi episodi la loro presenza sembra superflua.
Quel tocco di paranormale che stona tanto. Sì, per quanto Higurashi parta da un presupposto soprannaturale, loop temporali e via dicendo, il ritmo di narrazione è convincente rendendo la storia plausibile e reale. Uno dei problemi della serie è il partire dal presupposto che, accettando un qualcosa di impossibile il pubblico accetti tutto. No, certe scene fanno storcere il naso, non sono credibili, non stiamo vedendo «One punch man». Si cade nel ridicolo. Come certe spiegazioni aggiuntive a certi comportamenti sono evitabili, contraddittori, snaturando i migliori personaggi. Di tutto questo Higurashi non ne ha bisogno, togliendo il tutto dalla nostra mente il risultato migliora.
Il finale può piacere o meno, ma ben conclude il tutto, dando forse l'unica risposta possibile.
Consigliato agli amanti della serie, a chi ama il genere splatter e storie di legami contorti.
Perché nascono le tragedie? Due ragazze sono amiche, una è determinata a frequentare una scuola prestigiosa e impegnativa l’altra no, vuole continuare semplicemente a vivere nella cittadina dove è nata. Sono scelte personali per cui non si discute, solo che ognuna di loro vuole trascinare l’altra nel proprio futuro. Una di loro a tutti i costi.
Un’amicizia, quella di Rika e Satoko, che sembra tramutarsi talvolta in amore, talvolta in un odio profondo, ma in realtà è semplicemente un forte legame quello che unisce quelle due ragazze, qualcosa di raro e profondo.
Scelte che possono apparire folli, incomprensibili, in quel determinato contesto non lo sono. Sono due caratteri forti a confronto, due ragazze determinate a raggiungere il loro fine, ognuno di noi può darsi una propria risposta su chi stia seguendo la scelta giusta, ma non conoscendo il futuro una risposta davvero giusta non c'è, c'è solo la scelta più giusta per ogni persona.
I primi 13 episodi spiegano le dietro le quinte dei primi 17 episodi della serie precedente. Non si tratta di nuove avventure, nuovi archi, ma di quelle già viste con prospettive nuove e inquietanti, comprenderemo ogni cosa ci fosse sfuggita, anche il più piccolo particolare. Considerando la linea temporale la storia inizia dall’episodio 18 di «Higurashi no Naku Koro ni Gou» continuando sino al 24, poi per quanto sembri assurdo continua in quei 17 episodi che sono paralleli ai primi 13 di Sotsu, mentre gli ultimi due sono il finale al tutto.
Ottima la regia con qualche trovata di impatto come la carrellata che si vedrà all’inizio dell’episodio 14. Buone le animazioni, buona la resa grafica, che alterna litri di sangue a scene reali ben rese, come quella dove si mostra la canna di una pistola che, avendo appena sparato, a contatto con la pelle la brucia. Ricordando lo scalpore della seconda serie che portò ad una censura successiva, si nota che le scene splatter non vengono risparmiate anche in questa parte, sono tante, di impatto, crude, per le quali si sconsiglia vivamente la visione ad un pubblico facilmente impressionabile.
I primi minuti dell’episodio 14 sono un qualcosa di visivamente epico, apprezzabile soprattutto da chi, avendo seguito tutto di Higurashi, riconosce situazioni e personaggi che si susseguono a ritmo vertiginoso, si nota un grande sforzo in fatto di animazioni e disegni, da applausi.
Le musiche non sono all’altezza, discreta l’opening "Analogy" di Ayane mentre inferiore risulta l’ending "Missing Promise" di Konomi Suzuki. I disegni, dal tratto morbido, non sono sempre all'altezza. Keiichi Maebara, spesso protagonista delle tante avventure, ricopre un ruolo marginale, come le varie Rena Ryūgū, e le due sorelle gemelle Mion e Shion Sonozaki. Vittime o carnefici nei primi episodi sembreranno balle nel palmo della mano di chi tira i fili di tutto. Negli ultimi episodi la loro presenza sembra superflua.
Quel tocco di paranormale che stona tanto. Sì, per quanto Higurashi parta da un presupposto soprannaturale, loop temporali e via dicendo, il ritmo di narrazione è convincente rendendo la storia plausibile e reale. Uno dei problemi della serie è il partire dal presupposto che, accettando un qualcosa di impossibile il pubblico accetti tutto. No, certe scene fanno storcere il naso, non sono credibili, non stiamo vedendo «One punch man». Si cade nel ridicolo. Come certe spiegazioni aggiuntive a certi comportamenti sono evitabili, contraddittori, snaturando i migliori personaggi. Di tutto questo Higurashi non ne ha bisogno, togliendo il tutto dalla nostra mente il risultato migliora.
Il finale può piacere o meno, ma ben conclude il tutto, dando forse l'unica risposta possibile.
Consigliato agli amanti della serie, a chi ama il genere splatter e storie di legami contorti.