Recensione
Your Name.
5.5/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler
“Kimi no na Wa”, noto come “Your Name.”, è un film d’animazione del 2016 del tanto acclamato regista Makoto Shinkai. Un regista che ha ottenuto fama e fortuna solamente grazie al “copia-incolla”.
Partiamo subito con la trama.
La narrazione di questo film è incentrata su Mitsuha, una ragazza stufa della sua vita quotidiana a Itomori, una zona rurale del Giappone, che aspira a vivere a Tokyo, e Taki che, invece, vive a Tokyo. Un giorno, totalmente a caso, i due si scambiano i corpi e iniziano a vivere l’uno la vita dell’altro per brevi periodi di tempo. Il motivo per cui ciò accade è sconosciuto. Sembra che questo evento sia stato inserito per comodità, giusto per incuriosire lo spettatore e indurlo a proseguire la visione del prodotto.
La prima metà del film si sofferma quindi sulla vita liceale dei due ragazzi, riprende i temi della classica commedia scolastica e, personalmente, l’idea che i due si siano scambiati è anche abbastanza divertente, poiché ciascuno di loro si istruisce su ciò che l’altro può o non può fare nel corpo dell’altro, il che suscita ilarità. Ma questo è tutto ciò che otteniamo nel complesso.
Infatti, nella seconda parte, gli eventi che si susseguono sono forzati e poco convincenti. Basta pensare alla scena in cui gli amici di Taki lo seguono in varie zone rurali e sperdute per aiutarlo a cercare Mitsuha dopo il racconto fantasioso sul loro incontro. È assolutamente una forzatura di trama! Perché dei ragazzi dovrebbero credere istantaneamente a una storia che sembra inventata così, su due piedi, e spingersi così tanto oltre? Ma è nell’istante in cui Taki mette piede nel santuario che arriva il momento più stupido e illogico di sempre. Lui beve il sakè preparato da Mitsuha tre anni prima e scambia nuovamente corpo con la ragazza, ritrovandosi nei suoi panni il giorno prima della caduta della cometa. E ovviamente anche questo evento è privo di spiegazione!
Invece l’incontro tra Taki e Mitsuha sul monte Hida è stato, per me, la cosa più shoujo/romance, assurda e nonsense fra tutte. Il sentimento d’amore che nasce tra i due protagonisti mi è sembrato esagerato e artificioso per due persone che si sono parlate a malapena! Non basta semplicemente scambiarsi quello che io definisco, in questo caso, “guscio vuoto” e sperimentare l’uno lo stile di vita dell’altro per innamorarsi! E sinceramente stenderei un velo pietoso su quel dialogo che non sta né in cielo né in terra.
La questione dell’amnesia invece mi è parsa a tratti ridicola e utile soltanto ad aggiungere del dramma adolescenziale gratuito, anche perché... come mai Mitsuha non riesce più a ricordare Taki, ma ricorda la sua missione di salvare la città di Itomori? Non c’è un reale motivo per cui questo succede, toglie credibilità alla sceneggiatura e ai personaggi! Sia l’amnesia che la questione della linea temporale sono stati quindi trattati in maniera superficiale, poco soddisfacente e molto, ma molto confusionaria. Inoltre, non ci viene spiegato come Mitsuha riesca a convincere suo padre e gli abitanti del villaggio ad evacuare la città. È come se sapessi il risultato di un’equazione, ma non i passaggi per svolgerla e completarla, giungendo a quel risultato.
Per il finale, beh... è la classica conclusione buonista, utile solo ad accontentare tutti! Purtroppo, però, risulta incoerente, dal momento che i due non si sarebbero più potuti incontrare. Eppure, hanno superato “l’ostacolo” e si sono incontrati. Mah.
Altro tasto delicato, i personaggi.
I personaggi erano inizialmente interessanti, anche se nessuno spiccava particolarmente e, man mano che il film proseguiva, divenivano sempre meno accattivanti e sempre più noiosi e piatti. Non hanno una profondità o una caratterizzazione decisa.
Taki, per esempio, non ha alcuna personalità ed è molto difficile legarsi a un personaggio con una caratterizzazione così asettica. I personaggi secondari non hanno aggiunto nulla a questo film. Avrebbero potuto rimuovere completamente Miki dalla storia, tanto non avrebbe fatto alcuna differenza!
Per quel che riguarda il comparto grafico... è un film di Makoto Shinkai. Se dovessi giudicarlo solo dal punto di vista grafico, beh, sarebbe sicuramente uno dei migliori film dell’anno 2016. L’animazione è di altissima qualità, lo stile artistico è bellissimo, i fondali sono spettacolari... Insomma, vale la pena guardarlo solo per questo!
Per il comparto audio, i doppiatori sono stati abbastanza bravi. Della tanto acclamata colonna sonora, penso che non fosse così tanto memorabile, ma imposta la scena in maniera adeguata. Gli effetti sonori sono riprodotti abbastanza bene e sembrano molto naturali.
In conclusione, Makoto Shinkai non è in grado di raccontare una buona storia, né tantomeno una originale. I suoi lavori sono tutti uguali, i temi proposti sono simili, la questione della linea temporale è sempre uguale e sbagliatissima sotto ogni aspetto. Credeva di creare un prodotto differente rispetto ai precedenti? Beh, non lo ha fatto. Perché? Perché lui è Mr. “Copia & Incolla”!
Ha inserito elementi soprannaturali e anche una componente romantica che, invece di rendere il film straordinariamente originale, lo sminuisce e lo mette inevitabilmente a paragone con il suo precedente lavoro “Oltre le nuvole - Il luogo promessoci”. Considerare “Your Name.” come un film migliore rispetto ad “Oltre le nuvole” è paragonabile a un’orribile caduta con la faccia nel fango. Perciò, nel 2004, con “Oltre le nuvole”, Makoto Shinkai ha presentato un suo imperfetto, ma nuovo prodotto; con “Your Name.”, nel 2016, invece ci ripropone sempre la solita solfa!
Il vero successo di questo film e di Makoto Shinkai come regista è dovuto al fatto che gli spettatori probabilmente non ricordano o comunque non notano la stragrande somiglianza tra le sue varie opere, ovvero quello che ho accennato ad inizio recensione e che continuo a ripetere e definire “copia-incolla”. Perché sì, questo film è il celeberrimo “copia-incolla” di Makoto Shinkai! Gli spettatori si lasciano abbindolare dal comparto grafico come dei bambini che se ne restano lì, imbambolati, a bocca aperta a guardare gli acquari, le luci di Natale o, come in questo caso, un prodotto solo animato bene. Quindi, guardando questo film, non possiamo aspettarci dei personaggi caratterizzati o una trama lontanamente buona e originale, dobbiamo aspettarci soltanto un prodotto mediocre, confusionario e soddisfacente solo ed esclusivamente a livello grafico.
10 per le animazioni, 1 per il “copia-incolla”.
“Kimi no na Wa”, noto come “Your Name.”, è un film d’animazione del 2016 del tanto acclamato regista Makoto Shinkai. Un regista che ha ottenuto fama e fortuna solamente grazie al “copia-incolla”.
Partiamo subito con la trama.
La narrazione di questo film è incentrata su Mitsuha, una ragazza stufa della sua vita quotidiana a Itomori, una zona rurale del Giappone, che aspira a vivere a Tokyo, e Taki che, invece, vive a Tokyo. Un giorno, totalmente a caso, i due si scambiano i corpi e iniziano a vivere l’uno la vita dell’altro per brevi periodi di tempo. Il motivo per cui ciò accade è sconosciuto. Sembra che questo evento sia stato inserito per comodità, giusto per incuriosire lo spettatore e indurlo a proseguire la visione del prodotto.
La prima metà del film si sofferma quindi sulla vita liceale dei due ragazzi, riprende i temi della classica commedia scolastica e, personalmente, l’idea che i due si siano scambiati è anche abbastanza divertente, poiché ciascuno di loro si istruisce su ciò che l’altro può o non può fare nel corpo dell’altro, il che suscita ilarità. Ma questo è tutto ciò che otteniamo nel complesso.
Infatti, nella seconda parte, gli eventi che si susseguono sono forzati e poco convincenti. Basta pensare alla scena in cui gli amici di Taki lo seguono in varie zone rurali e sperdute per aiutarlo a cercare Mitsuha dopo il racconto fantasioso sul loro incontro. È assolutamente una forzatura di trama! Perché dei ragazzi dovrebbero credere istantaneamente a una storia che sembra inventata così, su due piedi, e spingersi così tanto oltre? Ma è nell’istante in cui Taki mette piede nel santuario che arriva il momento più stupido e illogico di sempre. Lui beve il sakè preparato da Mitsuha tre anni prima e scambia nuovamente corpo con la ragazza, ritrovandosi nei suoi panni il giorno prima della caduta della cometa. E ovviamente anche questo evento è privo di spiegazione!
Invece l’incontro tra Taki e Mitsuha sul monte Hida è stato, per me, la cosa più shoujo/romance, assurda e nonsense fra tutte. Il sentimento d’amore che nasce tra i due protagonisti mi è sembrato esagerato e artificioso per due persone che si sono parlate a malapena! Non basta semplicemente scambiarsi quello che io definisco, in questo caso, “guscio vuoto” e sperimentare l’uno lo stile di vita dell’altro per innamorarsi! E sinceramente stenderei un velo pietoso su quel dialogo che non sta né in cielo né in terra.
La questione dell’amnesia invece mi è parsa a tratti ridicola e utile soltanto ad aggiungere del dramma adolescenziale gratuito, anche perché... come mai Mitsuha non riesce più a ricordare Taki, ma ricorda la sua missione di salvare la città di Itomori? Non c’è un reale motivo per cui questo succede, toglie credibilità alla sceneggiatura e ai personaggi! Sia l’amnesia che la questione della linea temporale sono stati quindi trattati in maniera superficiale, poco soddisfacente e molto, ma molto confusionaria. Inoltre, non ci viene spiegato come Mitsuha riesca a convincere suo padre e gli abitanti del villaggio ad evacuare la città. È come se sapessi il risultato di un’equazione, ma non i passaggi per svolgerla e completarla, giungendo a quel risultato.
Per il finale, beh... è la classica conclusione buonista, utile solo ad accontentare tutti! Purtroppo, però, risulta incoerente, dal momento che i due non si sarebbero più potuti incontrare. Eppure, hanno superato “l’ostacolo” e si sono incontrati. Mah.
Altro tasto delicato, i personaggi.
I personaggi erano inizialmente interessanti, anche se nessuno spiccava particolarmente e, man mano che il film proseguiva, divenivano sempre meno accattivanti e sempre più noiosi e piatti. Non hanno una profondità o una caratterizzazione decisa.
Taki, per esempio, non ha alcuna personalità ed è molto difficile legarsi a un personaggio con una caratterizzazione così asettica. I personaggi secondari non hanno aggiunto nulla a questo film. Avrebbero potuto rimuovere completamente Miki dalla storia, tanto non avrebbe fatto alcuna differenza!
Per quel che riguarda il comparto grafico... è un film di Makoto Shinkai. Se dovessi giudicarlo solo dal punto di vista grafico, beh, sarebbe sicuramente uno dei migliori film dell’anno 2016. L’animazione è di altissima qualità, lo stile artistico è bellissimo, i fondali sono spettacolari... Insomma, vale la pena guardarlo solo per questo!
Per il comparto audio, i doppiatori sono stati abbastanza bravi. Della tanto acclamata colonna sonora, penso che non fosse così tanto memorabile, ma imposta la scena in maniera adeguata. Gli effetti sonori sono riprodotti abbastanza bene e sembrano molto naturali.
In conclusione, Makoto Shinkai non è in grado di raccontare una buona storia, né tantomeno una originale. I suoi lavori sono tutti uguali, i temi proposti sono simili, la questione della linea temporale è sempre uguale e sbagliatissima sotto ogni aspetto. Credeva di creare un prodotto differente rispetto ai precedenti? Beh, non lo ha fatto. Perché? Perché lui è Mr. “Copia & Incolla”!
Ha inserito elementi soprannaturali e anche una componente romantica che, invece di rendere il film straordinariamente originale, lo sminuisce e lo mette inevitabilmente a paragone con il suo precedente lavoro “Oltre le nuvole - Il luogo promessoci”. Considerare “Your Name.” come un film migliore rispetto ad “Oltre le nuvole” è paragonabile a un’orribile caduta con la faccia nel fango. Perciò, nel 2004, con “Oltre le nuvole”, Makoto Shinkai ha presentato un suo imperfetto, ma nuovo prodotto; con “Your Name.”, nel 2016, invece ci ripropone sempre la solita solfa!
Il vero successo di questo film e di Makoto Shinkai come regista è dovuto al fatto che gli spettatori probabilmente non ricordano o comunque non notano la stragrande somiglianza tra le sue varie opere, ovvero quello che ho accennato ad inizio recensione e che continuo a ripetere e definire “copia-incolla”. Perché sì, questo film è il celeberrimo “copia-incolla” di Makoto Shinkai! Gli spettatori si lasciano abbindolare dal comparto grafico come dei bambini che se ne restano lì, imbambolati, a bocca aperta a guardare gli acquari, le luci di Natale o, come in questo caso, un prodotto solo animato bene. Quindi, guardando questo film, non possiamo aspettarci dei personaggi caratterizzati o una trama lontanamente buona e originale, dobbiamo aspettarci soltanto un prodotto mediocre, confusionario e soddisfacente solo ed esclusivamente a livello grafico.
10 per le animazioni, 1 per il “copia-incolla”.