Recensione
Anne no Nikki
9.0/10
"Anne no nikki" è un film d’animazione giapponese del 1995 prodotto dalla Madhouse. La storia è tratta dal Diario scritto da Anna Frank dal 1942 al 1944.
Il 12 giugno 1929, Otto Frank e sua moglie Edith, già genitori di Margot, danno annuncio della nascita della loro seconda figlia Annelies Marie Frank a Francoforte, in Germania.
La famiglia, a causa delle persecuzioni, si trasferisce ad Amsterdam dove vivono in tranquillità fino ai tredici anni di Anne. Un giorno però arriva una lettera di convocazione per Margot per la deportazione in un campo di lavoro.
In quel periodo, gli ebrei furono resi apolidi, ovvero privati della loro cittadinanza e, se Margot non si fosse presentata, la sua famiglia sarebbe stata arrestata. Per tale motivo, furono costretti a nascondersi rifugiandosi in una angusta soffitta offerta loro da Miep, una segretaria olandese. Durante il soggiorno, Anne ha documentato questi due anni di “reclusione” in un diario divenuto ormai famoso in tutto il mondo.
Il finale che, purtroppo, conosciamo tutti è stato veramente triste… ma sapere che mancavano solo nove mesi alla fine della guerra e che l’unico superstite degli otto rifugiati è stato Otto Frank rende il tutto ancora più straziante.
Come previsto, questo film è stato difficile da guardare. Anche in momenti tranquilli si percepisce l’ansia e la malinconia di quegli anni così incerti. La presenza dei nazisti che invadono la città, la vita degli ebrei e della piccola Anne si fa sempre sentire, anche quando non si vedono.
Un male silenzioso e angosciante.
Ciò che ha inciso di più sul mio giudizio è stata la capacità di questo film di trasportare lo spettatore in quel mondo così opprimente e ingiusto.
Il fatto che gli ebrei fossero trattati come dei criminali o come degli appestati è stato reso evidente dalle restrizioni loro imposte: dovevano frequentare una scuola per soli ebrei, non potevano usare le auto, i treni e le biciclette, non potevano accedere ai teatri, alle palestre e ai centri sportivi, dovevano rientrare nelle loro case entro le otto di sera e, infine, erano “marchiati” con delle stelle sul petto. Insomma, li facevano sentire diversi, discriminati ed erano addirittura esclusi dalla società.
Alla fine ti poni solo alcune domande: perché doveva succedere tutto questo? Come può svilupparsi una tale paranoia o un odio così viscerale?
Per quel che concerne i personaggi, beh…non sono semplici personaggi, ma personalità storiche. La personalità di Anna Frank è dominante nonostante il fatto che ella sia l’autrice di questo diario e che racconti le vite e descriva le peculiarità degli altri sette inquilini.
Non ti sembra di guardare un film, piuttosto è come se vivessi lì con loro e provassi i loro stessi sentimenti.
È stata posta molta cura nella produzione di "Anne no Nikki". Il design dei personaggi combacia perfettamente con la loro controparte umana mentre l’animazione è molto fluida e realistica. La colonna sonora ti fa provare emozioni difficili da spiegare ed esalta l’atmosfera dando carattere alla scena.
Mi sento di consigliare la visione di questo film. Qui non si parla del difficile periodo passato nei campi di concentramento, ma ci mostra una parte della storia di Anna Frank che alcuni non conoscono e aspetti di lei che non abbiamo avuto modo di approfondire. La storia prima dell’orrore. Una storia che deve essere sempre ricordata.
Il 12 giugno 1929, Otto Frank e sua moglie Edith, già genitori di Margot, danno annuncio della nascita della loro seconda figlia Annelies Marie Frank a Francoforte, in Germania.
La famiglia, a causa delle persecuzioni, si trasferisce ad Amsterdam dove vivono in tranquillità fino ai tredici anni di Anne. Un giorno però arriva una lettera di convocazione per Margot per la deportazione in un campo di lavoro.
In quel periodo, gli ebrei furono resi apolidi, ovvero privati della loro cittadinanza e, se Margot non si fosse presentata, la sua famiglia sarebbe stata arrestata. Per tale motivo, furono costretti a nascondersi rifugiandosi in una angusta soffitta offerta loro da Miep, una segretaria olandese. Durante il soggiorno, Anne ha documentato questi due anni di “reclusione” in un diario divenuto ormai famoso in tutto il mondo.
Il finale che, purtroppo, conosciamo tutti è stato veramente triste… ma sapere che mancavano solo nove mesi alla fine della guerra e che l’unico superstite degli otto rifugiati è stato Otto Frank rende il tutto ancora più straziante.
Come previsto, questo film è stato difficile da guardare. Anche in momenti tranquilli si percepisce l’ansia e la malinconia di quegli anni così incerti. La presenza dei nazisti che invadono la città, la vita degli ebrei e della piccola Anne si fa sempre sentire, anche quando non si vedono.
Un male silenzioso e angosciante.
Ciò che ha inciso di più sul mio giudizio è stata la capacità di questo film di trasportare lo spettatore in quel mondo così opprimente e ingiusto.
Il fatto che gli ebrei fossero trattati come dei criminali o come degli appestati è stato reso evidente dalle restrizioni loro imposte: dovevano frequentare una scuola per soli ebrei, non potevano usare le auto, i treni e le biciclette, non potevano accedere ai teatri, alle palestre e ai centri sportivi, dovevano rientrare nelle loro case entro le otto di sera e, infine, erano “marchiati” con delle stelle sul petto. Insomma, li facevano sentire diversi, discriminati ed erano addirittura esclusi dalla società.
Alla fine ti poni solo alcune domande: perché doveva succedere tutto questo? Come può svilupparsi una tale paranoia o un odio così viscerale?
Per quel che concerne i personaggi, beh…non sono semplici personaggi, ma personalità storiche. La personalità di Anna Frank è dominante nonostante il fatto che ella sia l’autrice di questo diario e che racconti le vite e descriva le peculiarità degli altri sette inquilini.
Non ti sembra di guardare un film, piuttosto è come se vivessi lì con loro e provassi i loro stessi sentimenti.
È stata posta molta cura nella produzione di "Anne no Nikki". Il design dei personaggi combacia perfettamente con la loro controparte umana mentre l’animazione è molto fluida e realistica. La colonna sonora ti fa provare emozioni difficili da spiegare ed esalta l’atmosfera dando carattere alla scena.
Mi sento di consigliare la visione di questo film. Qui non si parla del difficile periodo passato nei campi di concentramento, ma ci mostra una parte della storia di Anna Frank che alcuni non conoscono e aspetti di lei che non abbiamo avuto modo di approfondire. La storia prima dell’orrore. Una storia che deve essere sempre ricordata.