Recensione
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Premetto che questa recensione vale sia per la prima sia per la seconda stagione sia per una delle scene del film (dopo dirò quale), perché a mio parere valutare singolarmente la prima stagione non ha senso (per questo considero venticinque episodi visti).
Ci tengo inoltre a dire che il voto finale è una media molto approssimativa, visto che l'anime è molto incostante.
La prima stagione insieme a gran parte di questa è un classico anime tipo harem. L'idea di base su cui si fonda la trama è però ben sviluppata, il protagonista è un po' troppo "ho un sacco di ragazze che mi saltano addosso, ma non ci farò mai nulla", ma dimostra anche di avere un minimo di carattere, quando dice chiaro e tondo alla sua amica d'infanzia che è arrabbiato con lei per averlo abbandonato in passato; le ragazze, a differenza di altri anime, vengono abbastanza rapidamente messe in "ordine" (viene data priorità solo a tre delle cinque ragazze, e anche tra quelle tre ce n'è una che chiaramente non verrà scelta, il che rende il tutto molto più semplice per lo spettatore), cosa inusuale ma abbastanza ben fatta. L'obbiettivo di creare il gioco della vita viene ripreso in maniera molto più realistica che in altri anime simili (un particolare che in altri anime è stato tralasciato è che i protagonisti devono imparare un minimo di programmazione/scripting per creare la propria visual novel... perché, per quanto le visual novel non siano complicate da fare e ci siano tool che aiutano, un minimo di scripting bisogna conoscerlo).
Alla fine di questa parte, che si conclude con il Comiket invernale, ero abbastanza fiducioso che si potesse arrivare a una conclusione da 8,5 o anche 9, a seconda di cosa sarebbe stato tirato fuori... Poi se ne esce negli ultimi due episodi con una sotto-trama a dir poco incomprensibile e totalmente amorale, le due amiche (la scrittrice e la disegnatrice) decidono, dopo essersi fatte insultare per bene da un "cattivo" dell'ultimo minuto, di abbandonare il protagonista, per andare a lavorare nell'azienda del suddetto cattivone, tutto perché, trattandole male, può, a parere delle due amiche traditrici, "tirar fuori il loro potenziale". Il protagonista, al posto di arrabbiarsi come comprensibile, le sprona pure e non tenta neanche di farle ragionare né di far capire loro cosa stanno lasciando, in una sorta di complesso di inferiorità che francamente, dopo la scena in cui dice di essere arrabbiato nella prima stagione, rappresenta una regressione del personaggio piuttosto che una crescita.
Ci tengo a sottolineare che il primo videogioco a cui avevano lavorato aveva pure fatto un grande successo, quindi, pur essendo presentata come una grande novità quella fatta dal cattivone dell'ultimo minuto, un rifiuto sarebbe stato più che comprensibile a livello di trama.
La scena inoltre fa davvero arrabbiare, perché, quando le due ragazze vengono chiamate dalla producer di questa grossa azienda che le insulta "spronandole" (a quanto dicono) a fare del loro meglio "fino alla morte", e loro decidono di accettare il lavoro (pur sapendo che il protagonista dopo il primo progetto vuole farne un altro), non vanno minimamente ad informarlo; questo ci fa davvero chiedere se sono davvero amiche innamorate del protagonista o no.
L'unico motivo per cui non ho dato un voto più basso è che la rabbia dello spettatore viene incanalata nell'unica ragazza rimasta, ragazza immagine, coproduttrice e, aggiungerei (anche se l'anime non mette molta enfasi su questo punto), programmatrice del gioco, che pare l'unica che esprime quel che lo spettatore sente: oltre a troncare inizialmente i rapporti con le altre due ragazze, parlandoci poi solo al telefono (indice che non le ha davvero perdonate), nella scena in cui il protagonista le va ad incoraggiare di persona è poi l'unica che se la prende con il protagonista per essere così arrendevole.
Quest'ultima ragazza sarà poi anche quella che si metterà con il protagonista durante il film (di cui ho voluto vedere solo la scena della dichiarazione/bacio, avendo però un'idea di quel che era successo prima, e che francamente non mi interessava vedere, visto che non volevo più guardare altri episodi con le due amiche d'infanzia).
Se proprio non si voleva concludere la trama senza che la disegnatrice e la scrittrice se ne andassero dal gruppo, avrei cambiato tre elementi, per rendere la trama decisamente migliore.
La proposta doveva arrivare da una persona normale, non da una "cattivona dell'ultimo minuto". Il blocco della disegnatrice non doveva essere il motivo per cui accetta il lavoro. Dopotutto, era comunque una grossa opportunità (così l'hanno presentata), quindi doveva parlarne di persona con il protagonista e dire che voleva provare a mettersi alla prova lì; discorso simile per la scrittrice. Sarebbe stata comunque una separazione dolorosa, ma avrebbe avuto un sapore molto più dolce, e non avrebbe fatto passare il messaggio (a mio parere assolutamente errato) che i creativi bisogna trattarli a pesci in faccia, per farli lavorare meglio. Penso anzi che il protagonista, quando ha deciso di dare priorità all'amica collassata piuttosto che alla messa in stampa del videogioco (che ha comunque poi fatto successo nonostante tutto) e quando ha detto che ci voleva solo un po' di tempo perché l'amica si sbloccasse, sia stato il tipo di persona che vorrei avere come capo in un progetto lavorativo.
E non parlo per modo di dire, ho avuto un colloquio proprio il giorno in cui ho visto questi episodi, ma prima di vederli, e ho chiesto chiaramente di voler cambiare lavoro, per poter avere più tempo da dedicare ai programmi che creo (visto che faccio sviluppo software come mestiere), per poter dare priorità alla qualità e al pensare alle soluzioni che implemento. Quindi, non è irrealistico voler fare esattamente il contrario di quel che hanno scelto le due in quest'anime (ossia voler avere scadenze più rilassate per fare un lavoro migliore). E da creativo (la creazione del software richiede creatività, e non è inferiore al disegno o alla scrittura) non penso che si lavori meglio sotto pressione, si lavora meglio quando si è al 100%, mentre sotto pressione si scende molto a compromessi. Non ci vedo inoltre nulla di male se, dopo aver creato qualcosa e averlo pubblicato con successo, si possa decidere di prendere un momento di pausa, in particolare se si va in burnout come succede in quest'anime.
L'idea stessa di far passare il burnout come cosa positiva è parte di un errore nella cultura giapponese del lavoro, dove si pensa che lavorare continuamente sia sinonimo di qualità del lavoro fatto.
Il protagonista doveva tentare di convincere le due amiche a desistere, e anche fallendo doveva sfidarle a superare il suo prossimo lavoro, magari dicendo che si sarebbero pentite di non averne fatto parte (e se alla fin fine questo si fosse rilevato vero, sarebbe stata la ciliegina sulla torta).
Non avrei fatto vedere le due ragazze che se ne sono andate dal circolo nell'ultima parte dell'ultimo episodio, in cui il protagonista incontra la sua nuova disegnatrice (completando di fatto nuovamente il circolo, visto che lui sarebbe diventato il nuovo scrittore, avendo già fatto una parte del lavoro nello scorso gioco). Avrei riservato una comparsa finale delle due nel film.
Ho letto diversi pareri su quest'anime, dopo averlo finito, e più o meno tutti concordano sul voto, ma non tutti lo spiegano nella mia stessa maniera... alcuni dicono che un anime harem doveva esserlo fino alla fine (cosa su cui non sono necessariamente d'accordo) e che finali irrealistici non sono il male in anime del genere (cosa su cui sono d'accordo, visto che guardo anime anche per vivere belle storie, non storie necessariamente realistiche che finiscono male... allo stesso tempo, come scritto sopra, trovo altrettanto irrealistico, se non di più, il finale dato alla trama attuale), altri avrebbero voluto che continuasse con la trama "realistica" fino in fondo, quindi hanno motivazioni opposte alle mie per il voto.
Dal mio canto posso solo dire che, una volta fatta la pace tra il protagonista e l'eroina dell'anime, avessi saputo come andava a finire, avrei troncato lì. E questo nonostante il finale vero non mi sia così indigesto grazie a Kato (l'eroina della storia, appunto). Tanta contraddizione negli ultimi episodi lascia troppo l'amaro in bocca, e il tradimento delle due amiche è così random e poco realistico da togliere molto appeal a quest'anime.
Premetto che questa recensione vale sia per la prima sia per la seconda stagione sia per una delle scene del film (dopo dirò quale), perché a mio parere valutare singolarmente la prima stagione non ha senso (per questo considero venticinque episodi visti).
Ci tengo inoltre a dire che il voto finale è una media molto approssimativa, visto che l'anime è molto incostante.
La prima stagione insieme a gran parte di questa è un classico anime tipo harem. L'idea di base su cui si fonda la trama è però ben sviluppata, il protagonista è un po' troppo "ho un sacco di ragazze che mi saltano addosso, ma non ci farò mai nulla", ma dimostra anche di avere un minimo di carattere, quando dice chiaro e tondo alla sua amica d'infanzia che è arrabbiato con lei per averlo abbandonato in passato; le ragazze, a differenza di altri anime, vengono abbastanza rapidamente messe in "ordine" (viene data priorità solo a tre delle cinque ragazze, e anche tra quelle tre ce n'è una che chiaramente non verrà scelta, il che rende il tutto molto più semplice per lo spettatore), cosa inusuale ma abbastanza ben fatta. L'obbiettivo di creare il gioco della vita viene ripreso in maniera molto più realistica che in altri anime simili (un particolare che in altri anime è stato tralasciato è che i protagonisti devono imparare un minimo di programmazione/scripting per creare la propria visual novel... perché, per quanto le visual novel non siano complicate da fare e ci siano tool che aiutano, un minimo di scripting bisogna conoscerlo).
Alla fine di questa parte, che si conclude con il Comiket invernale, ero abbastanza fiducioso che si potesse arrivare a una conclusione da 8,5 o anche 9, a seconda di cosa sarebbe stato tirato fuori... Poi se ne esce negli ultimi due episodi con una sotto-trama a dir poco incomprensibile e totalmente amorale, le due amiche (la scrittrice e la disegnatrice) decidono, dopo essersi fatte insultare per bene da un "cattivo" dell'ultimo minuto, di abbandonare il protagonista, per andare a lavorare nell'azienda del suddetto cattivone, tutto perché, trattandole male, può, a parere delle due amiche traditrici, "tirar fuori il loro potenziale". Il protagonista, al posto di arrabbiarsi come comprensibile, le sprona pure e non tenta neanche di farle ragionare né di far capire loro cosa stanno lasciando, in una sorta di complesso di inferiorità che francamente, dopo la scena in cui dice di essere arrabbiato nella prima stagione, rappresenta una regressione del personaggio piuttosto che una crescita.
Ci tengo a sottolineare che il primo videogioco a cui avevano lavorato aveva pure fatto un grande successo, quindi, pur essendo presentata come una grande novità quella fatta dal cattivone dell'ultimo minuto, un rifiuto sarebbe stato più che comprensibile a livello di trama.
La scena inoltre fa davvero arrabbiare, perché, quando le due ragazze vengono chiamate dalla producer di questa grossa azienda che le insulta "spronandole" (a quanto dicono) a fare del loro meglio "fino alla morte", e loro decidono di accettare il lavoro (pur sapendo che il protagonista dopo il primo progetto vuole farne un altro), non vanno minimamente ad informarlo; questo ci fa davvero chiedere se sono davvero amiche innamorate del protagonista o no.
L'unico motivo per cui non ho dato un voto più basso è che la rabbia dello spettatore viene incanalata nell'unica ragazza rimasta, ragazza immagine, coproduttrice e, aggiungerei (anche se l'anime non mette molta enfasi su questo punto), programmatrice del gioco, che pare l'unica che esprime quel che lo spettatore sente: oltre a troncare inizialmente i rapporti con le altre due ragazze, parlandoci poi solo al telefono (indice che non le ha davvero perdonate), nella scena in cui il protagonista le va ad incoraggiare di persona è poi l'unica che se la prende con il protagonista per essere così arrendevole.
Quest'ultima ragazza sarà poi anche quella che si metterà con il protagonista durante il film (di cui ho voluto vedere solo la scena della dichiarazione/bacio, avendo però un'idea di quel che era successo prima, e che francamente non mi interessava vedere, visto che non volevo più guardare altri episodi con le due amiche d'infanzia).
Se proprio non si voleva concludere la trama senza che la disegnatrice e la scrittrice se ne andassero dal gruppo, avrei cambiato tre elementi, per rendere la trama decisamente migliore.
La proposta doveva arrivare da una persona normale, non da una "cattivona dell'ultimo minuto". Il blocco della disegnatrice non doveva essere il motivo per cui accetta il lavoro. Dopotutto, era comunque una grossa opportunità (così l'hanno presentata), quindi doveva parlarne di persona con il protagonista e dire che voleva provare a mettersi alla prova lì; discorso simile per la scrittrice. Sarebbe stata comunque una separazione dolorosa, ma avrebbe avuto un sapore molto più dolce, e non avrebbe fatto passare il messaggio (a mio parere assolutamente errato) che i creativi bisogna trattarli a pesci in faccia, per farli lavorare meglio. Penso anzi che il protagonista, quando ha deciso di dare priorità all'amica collassata piuttosto che alla messa in stampa del videogioco (che ha comunque poi fatto successo nonostante tutto) e quando ha detto che ci voleva solo un po' di tempo perché l'amica si sbloccasse, sia stato il tipo di persona che vorrei avere come capo in un progetto lavorativo.
E non parlo per modo di dire, ho avuto un colloquio proprio il giorno in cui ho visto questi episodi, ma prima di vederli, e ho chiesto chiaramente di voler cambiare lavoro, per poter avere più tempo da dedicare ai programmi che creo (visto che faccio sviluppo software come mestiere), per poter dare priorità alla qualità e al pensare alle soluzioni che implemento. Quindi, non è irrealistico voler fare esattamente il contrario di quel che hanno scelto le due in quest'anime (ossia voler avere scadenze più rilassate per fare un lavoro migliore). E da creativo (la creazione del software richiede creatività, e non è inferiore al disegno o alla scrittura) non penso che si lavori meglio sotto pressione, si lavora meglio quando si è al 100%, mentre sotto pressione si scende molto a compromessi. Non ci vedo inoltre nulla di male se, dopo aver creato qualcosa e averlo pubblicato con successo, si possa decidere di prendere un momento di pausa, in particolare se si va in burnout come succede in quest'anime.
L'idea stessa di far passare il burnout come cosa positiva è parte di un errore nella cultura giapponese del lavoro, dove si pensa che lavorare continuamente sia sinonimo di qualità del lavoro fatto.
Il protagonista doveva tentare di convincere le due amiche a desistere, e anche fallendo doveva sfidarle a superare il suo prossimo lavoro, magari dicendo che si sarebbero pentite di non averne fatto parte (e se alla fin fine questo si fosse rilevato vero, sarebbe stata la ciliegina sulla torta).
Non avrei fatto vedere le due ragazze che se ne sono andate dal circolo nell'ultima parte dell'ultimo episodio, in cui il protagonista incontra la sua nuova disegnatrice (completando di fatto nuovamente il circolo, visto che lui sarebbe diventato il nuovo scrittore, avendo già fatto una parte del lavoro nello scorso gioco). Avrei riservato una comparsa finale delle due nel film.
Ho letto diversi pareri su quest'anime, dopo averlo finito, e più o meno tutti concordano sul voto, ma non tutti lo spiegano nella mia stessa maniera... alcuni dicono che un anime harem doveva esserlo fino alla fine (cosa su cui non sono necessariamente d'accordo) e che finali irrealistici non sono il male in anime del genere (cosa su cui sono d'accordo, visto che guardo anime anche per vivere belle storie, non storie necessariamente realistiche che finiscono male... allo stesso tempo, come scritto sopra, trovo altrettanto irrealistico, se non di più, il finale dato alla trama attuale), altri avrebbero voluto che continuasse con la trama "realistica" fino in fondo, quindi hanno motivazioni opposte alle mie per il voto.
Dal mio canto posso solo dire che, una volta fatta la pace tra il protagonista e l'eroina dell'anime, avessi saputo come andava a finire, avrei troncato lì. E questo nonostante il finale vero non mi sia così indigesto grazie a Kato (l'eroina della storia, appunto). Tanta contraddizione negli ultimi episodi lascia troppo l'amaro in bocca, e il tradimento delle due amiche è così random e poco realistico da togliere molto appeal a quest'anime.