Recensione
ÜbelBlatt
6.0/10
Recensione di Mr Marameo
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Comincio dicendo che questo manga non è adatto né ai più navigati né ai neofiti. Infatti risulta da un lato privo di qualsiasi interesse per gli amanti dei dark fantasy, dall'altro troppo costoso e difficilmente reperibile per una persona che si avvicina per la prima volta ai manga.
Non riassumerò la trama perché tanto vi sono informazioni già sul sito.
Dividerò questa breve recensione in più parti.
Trama:
È evidente come l'autore nei primi volumi si sia ispirato a Berserk (soprattutto attraverso palesi citazioni) non riuscendo però a rievocarne la bellezza e poeticità. La trama procede con schemi narrativi fissi in quanto ogni volta vi è un avversario da scovare ed un assedio da svolgere per raggiungere l'obbiettivo. Sempre lo stesso schema fino al volume 13 dove improvvisamente l'autore sembra stancarsi e trascinare l'opera fino alla fine. Splash Page a manetta e senza senso, mille Mila esplosioni, dialoghi più banali di prima...e infine una risoluzione della vicenda frettolosa e non soddisfacente. Si salvano alcuni sprazzi qua e là che a volte esulano dallo schema di base ma si tratta di eccezioni.
Personaggi:
Lasciando stare il protagonista Koinzell che rimane a mio parere abbastanza iconico a livello visivo, tutto il resto sa di isekai di basso/medio livello . Visivamente i comprimari sono banali come lo sono anche a livello di caratterizzazione. Nessuno ha alcun ruolo se non quello di seguire Koinzell e non sappiamo quasi nulla di loro. Appaiono e scompaiono dall'opera in base all'utilità per la trama.
Peepi ed Ato sono due fogli bianchi a livello di caratterizzazione, potrebbero essere tutto ma non sono nulla. Elsaria e Rozen sono i classici paladini della giustizia che si rendono conto però di servire dei despoti ...ma tutto ciò senza alcuna finezza o studio particolare.
Non continuo sennò farei troppo del male a quest'opera e credo comunque non se lo meriti.
Disegni:
Sono decenti e funzionali al racconto. Mi piace quella sana dose di violenza che vuole trasmettere l'opera ma...spesso le tavole sono troppo bianche e pulite quando invece necessiterebbero di più tonalità di nero. Verso la fine del manga l'autore crea molte tavole con questa tonalità e straordinariamente rende l'opera più interessante. Era quella secondo me la strada giusta, ossia riempire di neri le tavole e rendere più torvi i personaggi oltre che dargli una caratterizzazione (perché in pratica non ne hanno).
Giudizio finale :6
Il manga non si merita un'insufficienza perché comunque è gradevole da leggere e scorre. Non è brutto , ha qualche cosa carina.
È a mio parere come un bicchiere d'acqua: lo bevi ma non ti lascia niente...
Online molti paragonavano Ubel Blatt a Berserk o Claymore...nulla di più sbagliato.
Ubel Blatt cerca di essere un misto di Berserk e Game of Thrones ma non riesce a fare nessuna delle due cose. Rimane sulla superficie di qualsiasi discorso e non rende interessante nessuna tematica.
Claymore invece pur non essendo eccezionale è riuscito ,a mio parere, a rendere oscuro ed interessante il proprio contesto senza scimmiottare opere migliori. È questa la grande differenza tra Ubel Blatt e Claymore.
L'uno copia senza idee, l'altro prende spunto ma ha una sua visione autonoma
Non riassumerò la trama perché tanto vi sono informazioni già sul sito.
Dividerò questa breve recensione in più parti.
Trama:
È evidente come l'autore nei primi volumi si sia ispirato a Berserk (soprattutto attraverso palesi citazioni) non riuscendo però a rievocarne la bellezza e poeticità. La trama procede con schemi narrativi fissi in quanto ogni volta vi è un avversario da scovare ed un assedio da svolgere per raggiungere l'obbiettivo. Sempre lo stesso schema fino al volume 13 dove improvvisamente l'autore sembra stancarsi e trascinare l'opera fino alla fine. Splash Page a manetta e senza senso, mille Mila esplosioni, dialoghi più banali di prima...e infine una risoluzione della vicenda frettolosa e non soddisfacente. Si salvano alcuni sprazzi qua e là che a volte esulano dallo schema di base ma si tratta di eccezioni.
Personaggi:
Lasciando stare il protagonista Koinzell che rimane a mio parere abbastanza iconico a livello visivo, tutto il resto sa di isekai di basso/medio livello . Visivamente i comprimari sono banali come lo sono anche a livello di caratterizzazione. Nessuno ha alcun ruolo se non quello di seguire Koinzell e non sappiamo quasi nulla di loro. Appaiono e scompaiono dall'opera in base all'utilità per la trama.
Peepi ed Ato sono due fogli bianchi a livello di caratterizzazione, potrebbero essere tutto ma non sono nulla. Elsaria e Rozen sono i classici paladini della giustizia che si rendono conto però di servire dei despoti ...ma tutto ciò senza alcuna finezza o studio particolare.
Non continuo sennò farei troppo del male a quest'opera e credo comunque non se lo meriti.
Disegni:
Sono decenti e funzionali al racconto. Mi piace quella sana dose di violenza che vuole trasmettere l'opera ma...spesso le tavole sono troppo bianche e pulite quando invece necessiterebbero di più tonalità di nero. Verso la fine del manga l'autore crea molte tavole con questa tonalità e straordinariamente rende l'opera più interessante. Era quella secondo me la strada giusta, ossia riempire di neri le tavole e rendere più torvi i personaggi oltre che dargli una caratterizzazione (perché in pratica non ne hanno).
Giudizio finale :6
Il manga non si merita un'insufficienza perché comunque è gradevole da leggere e scorre. Non è brutto , ha qualche cosa carina.
È a mio parere come un bicchiere d'acqua: lo bevi ma non ti lascia niente...
Online molti paragonavano Ubel Blatt a Berserk o Claymore...nulla di più sbagliato.
Ubel Blatt cerca di essere un misto di Berserk e Game of Thrones ma non riesce a fare nessuna delle due cose. Rimane sulla superficie di qualsiasi discorso e non rende interessante nessuna tematica.
Claymore invece pur non essendo eccezionale è riuscito ,a mio parere, a rendere oscuro ed interessante il proprio contesto senza scimmiottare opere migliori. È questa la grande differenza tra Ubel Blatt e Claymore.
L'uno copia senza idee, l'altro prende spunto ma ha una sua visione autonoma