Recensione
Vinland Saga
9.5/10
Un'opera d'arte, e non parlo delle animazioni. "Vinland Saga" è quell'anime che bisogna guardare, per me. Violento, crudo, reale.
Thorfinn è un bambino, non sa nulla della guerra ed è cresciuto in un villaggio che non è mai stato toccato da questa realtà. Il padre è stato in passato un grande guerriero, ora ritirato. Thorfinn si lascia affascinare dall'idea della gloria che porta con sé la guerra, facendosi catturare dai racconti degli uomini del villaggio che la osannano come qualcosa di grandioso. Quando il padre viene obbligato a tornare in guerra, Thorfinn si intrufola sulla nave diretta al campo di battaglia, ma le cose non vanno come si aspettava e lui conoscerà la guerra, diventerà un guerriero e ucciderà, ma al costo di perdere sé stesso.
È una storia che tiene incollati dall'inizio alla fine e che non fa sconti visivi, rappresentando la crudeltà della guerra senza troppi problemi.
I personaggi sono costruiti benissimo, così bene da sembrare reali. E poi il protagonista... che dire? Non parla granché, ma ci comunica per tutto il tempo il suo dilemma interiore, quello di un bambino che si trova a scontrarsi con una realtà agghiacciante e che deve diventare uomo suo malgrado. Diventa un bravissimo guerriero e vince molte battaglie, uccidendo tanti uomini, ma per tutto il tempo si ha la struggente sensazione che, per quanto vinca, in definitiva stia perdendo.
Per non parlare poi del personaggio di Askeladd. Un personaggio sottilissimo, che non è buono, ma finisci per amarlo. Ed è stupendo il rapporto proprio tra Askeladd e Thorfinn, una relazione che onestamente non saprei come ripotare a parole, ma che tocca nel profondo.
Tanta filosofia, ma anche combattimenti mozzafiato. Mi sono trovata più di una volta a trattenere il respiro per le battaglie: soddisfacenti, animate bene, semplicemente fichissime.
Fidatevi, guardatelo. E se siete persone sensibili dalla lacrima facile, preparate i fazzoletti.
Thorfinn è un bambino, non sa nulla della guerra ed è cresciuto in un villaggio che non è mai stato toccato da questa realtà. Il padre è stato in passato un grande guerriero, ora ritirato. Thorfinn si lascia affascinare dall'idea della gloria che porta con sé la guerra, facendosi catturare dai racconti degli uomini del villaggio che la osannano come qualcosa di grandioso. Quando il padre viene obbligato a tornare in guerra, Thorfinn si intrufola sulla nave diretta al campo di battaglia, ma le cose non vanno come si aspettava e lui conoscerà la guerra, diventerà un guerriero e ucciderà, ma al costo di perdere sé stesso.
È una storia che tiene incollati dall'inizio alla fine e che non fa sconti visivi, rappresentando la crudeltà della guerra senza troppi problemi.
I personaggi sono costruiti benissimo, così bene da sembrare reali. E poi il protagonista... che dire? Non parla granché, ma ci comunica per tutto il tempo il suo dilemma interiore, quello di un bambino che si trova a scontrarsi con una realtà agghiacciante e che deve diventare uomo suo malgrado. Diventa un bravissimo guerriero e vince molte battaglie, uccidendo tanti uomini, ma per tutto il tempo si ha la struggente sensazione che, per quanto vinca, in definitiva stia perdendo.
Per non parlare poi del personaggio di Askeladd. Un personaggio sottilissimo, che non è buono, ma finisci per amarlo. Ed è stupendo il rapporto proprio tra Askeladd e Thorfinn, una relazione che onestamente non saprei come ripotare a parole, ma che tocca nel profondo.
Tanta filosofia, ma anche combattimenti mozzafiato. Mi sono trovata più di una volta a trattenere il respiro per le battaglie: soddisfacenti, animate bene, semplicemente fichissime.
Fidatevi, guardatelo. E se siete persone sensibili dalla lacrima facile, preparate i fazzoletti.