Recensione
MAO
5.5/10
Recensione di CharlesDexterWard
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Ho iniziato la lettura di questo manga per l’apprezzamento generale che ho per questa autrice. Purtroppo quello a cui mi sono trovato davanti è stata una mezza delusione. I disegni dell’autrice sembrano, negli anni, aver subito una specie di involuzione e sono, ormai, lontani da quelli belli e piacevoli delle opere più vecchie. I personaggi di Mao, a eccezione dei due protagonisti principali, sembrano essere poco consistenti e non molto più interessanti. La trama appare intricata ma sembra, al tredicesimo volume, non riuscire ancora a spiccare il volo anche se, va detto, qualche suo dettaglio può riuscire ad attirare l’interesse del lettore. Purtroppo si tratta solo di minuzie. La lettura di quest’opera appare a volte noiosa e solo qualche volta riesce a convincere il lettore a “divorare” il volumetto appena acquistato.
Qualcuno ha paragonato questo manga a InuYasha, con cui condivide l’ambientazione nel passato. Ma, anche se questo tratto comune esiste effettivamente, è l’unico metro di paragone esistente con un fumetto (InuYasha) che non presentava i difetti di questo.
Per quanto riguarda la lettura in sé le saghe si muovono sui binari abbastanza scontati del nemico, sempre diverso, da sconfiggere volume dopo volume. Quanto meno diversi di essi sono collegati al clan Kogo e, quindi, alla trama principale che viene pian piano svelata (però, come già detto, troppo piano). Questo dettaglio da al manga un’aurea di manga continuativo, ma non fatevi confondere. L’opera prosegue a saghe, con nemici che durano un volume al massimo e va avanti così per tutta la sua durata (o almeno per quella dei 13 volumetti editi in Italia).
Insomma, Mao è un manga che ci presenta:
- Una trama che fatica a decollare.
- Dei disegni che, si sono carini, ma che sono sotto il livello di quello che l’autrice ci ha fatto vedere nelle vecchie opere. Inoltre gli sfondi sono pochi e abbozzati.
- Dei personaggi poco caratterizzati e con cui non si riesce ad empatizzare.
Mi aspettavo molto di più da quest’opera (che continuo più per affetto verso l’autrice che per altro) a cui purtroppo non riesco a dare la piena sufficienza. Sperando si rialzi e che le cose possano diventare migliori in futuro, anche se dopo tutti questi numeri sembra che la strada difficilmente verrà cambiata.
Qualcuno ha paragonato questo manga a InuYasha, con cui condivide l’ambientazione nel passato. Ma, anche se questo tratto comune esiste effettivamente, è l’unico metro di paragone esistente con un fumetto (InuYasha) che non presentava i difetti di questo.
Per quanto riguarda la lettura in sé le saghe si muovono sui binari abbastanza scontati del nemico, sempre diverso, da sconfiggere volume dopo volume. Quanto meno diversi di essi sono collegati al clan Kogo e, quindi, alla trama principale che viene pian piano svelata (però, come già detto, troppo piano). Questo dettaglio da al manga un’aurea di manga continuativo, ma non fatevi confondere. L’opera prosegue a saghe, con nemici che durano un volume al massimo e va avanti così per tutta la sua durata (o almeno per quella dei 13 volumetti editi in Italia).
Insomma, Mao è un manga che ci presenta:
- Una trama che fatica a decollare.
- Dei disegni che, si sono carini, ma che sono sotto il livello di quello che l’autrice ci ha fatto vedere nelle vecchie opere. Inoltre gli sfondi sono pochi e abbozzati.
- Dei personaggi poco caratterizzati e con cui non si riesce ad empatizzare.
Mi aspettavo molto di più da quest’opera (che continuo più per affetto verso l’autrice che per altro) a cui purtroppo non riesco a dare la piena sufficienza. Sperando si rialzi e che le cose possano diventare migliori in futuro, anche se dopo tutti questi numeri sembra che la strada difficilmente verrà cambiata.