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"Lost man found" è una serie che all'inizio spiazza un po' perché non si capisce bene dove voglia andare a parare. Ci mette un pochino a carburare, ma poi devo dire che procede a gonfie vele con un finale dolceamaro che lascia addosso anche un po' di tristezza.
Il protagonista della serie è Matsudo Satoru, un attore che racconta la propria storia a puntate ad un'editor, incuriosita da un primo capitolo che lui le aveva inviato. Lo scopo sarebbe farne un libro. Satoru è il secondogenito, sempre in competizione con il fratello maggiore Takeshi, per il quale nutre del rancore. Sin da bambini infatti Takeshi, a suo dire, lo ha trattato male; persino una volta cresciuti non ha smesso di prenderlo in giro sino a che, un giorno, dopo il diploma, Satoru non decide di andare a vivere a Tokyo per diventare un attore. Era stanco della sua famiglia, di suo padre, la cui priorità era starsene nel suo studio a riparare cose e mangiare futomaki (che Satoru odia), di sua madre, succube del padre e mai in grado di prendere posizione, e di suo fratello, che sino alla fine lo punzecchia. Infatti quando Satoru dice di voler andare a Tokyo per diventare un attore, Takeshi ribadisce:"Allora io andrò a Hollywood". E poi di punto in bianco parte per gli U.S.A.
Una volta a Tokyo Satoru fatica a trovare la sua strada, sino a che un giorno non trova sotto un distributore automatico un biglietto aereo. Decide di portarlo alla polizia per farlo riavere al proprietario, che si manifesta qualche giorno dopo: si tratta della titolare di un'agenzia che si occupa principalmente di modelle. Da questo punto la vita di Satoru cambia. Entrato nelle grazie della donna, riesce pian piano a farsi strada nel mondo dello spettacolo e diventa un attore.
Durante il suo percorso Satoru incontra Yui, che diventerà sua moglie e lo sosterrà nel suo cammino.
In ogni episodio viene raccontata una situazione saliente per il progredire della storia di Satoru, incrociando la vita professionale con quella privata.
Dopo anni di allontanamento finisce per riavvicinarsi anche a suo fratello, che in realtà non solo gli è molto affezionato, ma è un suo grande fan. Satoru capisce che ciò che aveva visto sempre dal suo punto di vista per certi versi era stato solo fonte di un malinteso.
Nella vicenda ci sono anche dei risvolti drammatici, soprattutto verso la fine. Satoru vede che la vita non è stata facile per Takeshi e che ciò che pensava fosse solo egoismo da parte del fratello, in realtà era stato dettato da un profondo affetto e preoccupazione verso la sua famiglia americana. Vediamo così uno spaccato di vita americana, con le sue profonde differenze da quello che invece è la società giapponese.
Quella che sembrava una serie leggera e frivola, si rivela invece essere una serie profonda, che tratta aspetti spinosi come la chiusura, anche mentale, della società giapponese, o la questione dell'assistenza sanitaria americana.
Non mi va di spoilerare troppo sullo sviluppo della storia. Mi piacerebbe che la scopriste in prima persona, perché secondo me merita di essere vista.
Dico solo che se nelle prime puntate ho riso anche parecchio dell'imbranato Satoru, nell'ultima puntata ho pianto diverse volte.